Brecha Democrática

Gli eventi si svolgeranno tra il Padiglione Brasile della Biennale di Venezia, S.a.L.E. Docks e la biblioteca di Marghera nelle giornate del 10 e 11 Ottobre

8 / 10 / 2015

CE N’È COSÌ TANTO CHE QUI NON CI STA questa frase era scritta in uno tra la moltitudine di poster che occupavano le strade durante le proteste di massa del giugno 2013 in Brasile. 

L’insorgenza brasiliana, lo spagnolo 15-M e le resistenze ai margini dell’Europa e del mondo non ci stanno in una mostra. Tuttavia, il Padiglione del Brasile alla Biennale di Venezia si è aperto alle moltitudini e si è lasciato attraversare dalla loro potenza. 

La breccia democratica (BRECHA DEMOCRATICA) può ben definirsi con le parole che Claude Lefort utilizzò per descrivere il maggio ’69 in Francia: “É uno straordinario movimento di creazione collettiva”

Tuttavia, la rottura del giugno 2013 era anche singolarmente brasiliana. L’esercizio del diritto di fuga dalle logiche del bio-potere e dalle dinamiche di guerra che non solo segregano, ma soprattutto comandano sopra i poveri tra le favela e i quartieri, tra il Brasile e il mondo. Non è per caso che l’insorgenza metropolitana ha perlomeno tre dimensioni costituenti: la lotta per il trasporto gratuito e per la mobilità in tutta la città, che diede origine al movimento del giugno 2013; il grido di amore contro il supplizio della tortura, dell’assassinio e della scomparsa dell’operaio Amarildo in una UPP (unità di polizia pacificatoria) a Rocinha, una favela di Rio de Janeiro, e la richiesta di una politica di sicurezza che non si confonda con lo sterminio dei poveri; l’uscita dei “garis” (gli spazzini) dai senzala (le stanze degli schiavi) durante gli scontri a Rio de Janeiro o, in altre parole, l’uscita dalle forme di rappresentazione – dal sindacato al partito – che non rappresentano più le loro richieste e la creazione di nuove forme di lotta e di vita, di un altra città. 

UN CANTO DI ANDATA E RITORNO. L’insorgenza del giugno 2013 arrivò in Brasile dalla Spagna, una “Spagna estesa”, e ritornò indietro a Madrid e Barcellona. Noi dobbiamo pensare TRA Europa e Brasile, TRA nord e sud. In Europa, il lavoratore diviene nuovamente “precario e povero”. In Brasile, il povero è sempre stato precario, e oggi si è trasformato in un “lavoratore povero”. Le moltitudini dell’Europa e del Brasile hanno bisogno di affrontare la sfida di conoscere ciò che sono in grado di fare, affinché la loro potenza mantenga aperta la breccia. Che cosa può essere raggiunto tra Brasile e Spagna? La vera vittoria del 15-M sta nel movimento municipalista che è diventato il 25M in Spagna con sindaci eletti a Madrid, Barcellona e altrove. La vera vittoria del movimento del giugno 2013 brasiliano è nelle lotte e nelle pratiche di coalizione sociale che iniziano a svilupparsi in Brasile. Questi successi si guardano a vicenda.
Sull’altro lato del Mediterraneo, il pugno duro politico della Troika sul governo greco dopo il sonante “Oxi/No” espresso nel referendum ha reso evidente il carattere profondamente anti-democratico delle istituzioni europee e ha trasformato la Grecia in un potenziale catalizzatore per una più ampia mobilitazione europea. Dal lavoro precario e degli immigrati nel sud dell’Italia alla coalizione di Blockupy nel cuore della Germania, il continente è scosso da brecce democratiche e da rifiuti a sottomettersi all’ordine stabilito. 

La brecha democratica ha guadagnato un’espressione estetica. Gli accadimenti del giugno 2013 si sono dispiegati in un potente esperimento estetico. Gli artisti si sono uniti agli attivisti, innumerevoli collettivi hanno preso forma in modi a loro propri, e tutta questa produzione fu poeticamente e politicamente registrata. Quelle azioni, molti delle quali performative, aprirono l’immaginario politico ad altre forme e contenuti di lotta. Mentre questa estetica si andava formando nello scontro immediato tra le strade e le reti, il movimento del giugno 2013 attualizzò e attivò delle estetiche che erano meno legate agli eventi, ma che mantenevano con esse rapporti indiretti, forme di politica proposte tramite l’arte, dentro e fuori le istituzioni. Anche l’estetica della politica e la politica dell’estetica si scambiano i punti di vista. 

L’evento “La ‘brecha democratica’: Dialoghi Transnazionali”, che avrà luogo tra il Padiglione Brasiliano alla Biennale di Venezia, S.a.L.E Docks e la Biblioteca Comunale di Marghera, vuole essere lo spazio-tempo per questi scambi tra Brasile, Spagna, Serbia, Cina e… Italia.

DOMENICA 11 OTTOBRE @S.a.L.E. Docks

14.30 > Performance by Jota Mombaça

15-17 > Democratic Breach Today: Brazil and Europe between crisis and rebellion 
Speakers: Giuseppe Cocco / Raul Sanchez / Marta Canino / Fabio Mengali / Lorenzo Marsili

17.30-19 > The Aesthetic of Politics and the Politics of Aesthetic
Speakers: Luiz Camillo Osorio / Barbara Szaniecki / Valeria Mancinelli / Massimo Mazzone / MP5 | with a presentation of videos and images on Brazilian demonstrations and artivism

19-20.30 > Marginal Notes: Where the next rupture will be
Speakers: Silvia Dal Dosso / Luigi Galimberti / Jota Mombaça / Marco Baravalle

 

PER IL PROGRAMMA COMPLETO DELL’EVENTO > transnationaldialogues.eu

 

GUEST

Luiz Camillo Osorio is curator of the Brazilian Pavilion at the 56th Venice Biennale

Iva Čukić is an activist and researcher

Jota Mombaça is a performance artist and researcher

Giuseppe Cocco is a political scientist

Raul Sanchez is an activist and researcher

Marta Canino is an activist

Fabio Mengali is an activist

Lorenzo Marsili is director of European Alternatives

Barbara Szaniecki is a designer and researcher

Valeria Mancinelli is a researcher and cultural manager

Massimo Mazzone is a sculptor and member of Escuela Moderna/Ateneo Libertario

MP5 is a visual artist

Silvia Dal Dosso is a video-maker

Luigi Galimberti is coordinator of Transnational Dialogues

Marco Baravalle is an activist and cultural manager

Organised by Transnational Dialogues, European Alternatives, Universidade Nômade and the Fundação Bienal de São Paulo.