Ebook -Sulle rotte dell'Euromediterraneo

7 / 7 / 2014

Questo ebook è frutto delle tre carovane  svolte nell'aprile 2014 in Libano, Tunisia e Turchia per comprendere quello che si muove nello spazio euromediterraneo, lungo i confini mobili della fortezza Europa proposte dalla Coalizione Ya Basta Marche, NordEst, Emilia Romagna e Perugia e da Un Ponte ...

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Sulle rotte dell'euromediterraneo

Un percorso per conoscere direttamente le drammatiche storie di chi fuggendo, in particolare, dalla devastante guerra in Siria si trova di fronte muri e confini durante il difficile viaggio alla ricerca di un futuro e in molti casi per cercare di raggiungere l'Europa.

I reportage danno voce ai racconti dei rifugiati, dei migranti e delle donne e degli uomini che danno vita ai movimenti sociali, alle realtà di base per conquistare diritti e dignità da Istanbul, ai confini della Siria, da Tunisi a Beirut

LIBANO

All'ombra della guerra in Siria le gerarchie sociali nella "svizzera" confessionale del Mediterraneo, dove si intrecciano interessi economici e di potere di consorterie locali collegate ad ai loro alleati internazionali.

Un milione e più di sfollati siriani, mezzo milione di rifugiati palestinesi, più di duecentomila donne migranti lavoratrici domestiche in un paese di quattro milioni di persone.

L'immagine del Libano è quella del famoso 1% della popolazione, composto da ogni tipo di confessione religiosa e collegato a tutti gli attori internazionali, che detiene potere e ricchezza e dall'altro il 99% frammentato tra libanesi che ora fanno fatica a quadrare il bilancio, libanesi già poveri e poi ancora palestinesi rifugiati ormai da decenni privati di diritti essenziali, siriani che sfuggendo da una situazione drammatica accettano ogni tipo di compenso con il rischio di generare tensioni sociali, donne migranti trattate senza diritti.

Una gerarchia sociale che in questo pezzo di mondo si vuole mantenere anche attraverso le nuove forme della guerra di cui la vicina Siria è un drammatico laboratorio.

 TURCHIA

Dalle lotte urbane post Gezy Park alle esperienze di solidarietà con i rifugiati fino al Kurdistan: le molte facce dell'opposizione ad Erdogan.

Ad un anno dalle mobilitazioni di massa partite in difesa di Gezi Park, il panorama sociale del paese, nonostante la repressione e la vittoria alle ultime elezioni amministrative dell'AKP, è contraddistinto dalla variegate espressioni di movimenti di opposizione nelle realtà metropolitane fino ai territori curdi. Esperienze tra loro diverse ma determinate a resistere contro la furia dispotica del primo ministro e contro le sue politiche illiberali e repressive, basate sulla devastazione ambientale e il saccheggio delle risorse, che arrivano a colpire i comportamenti individuali fino a censurare i social media.

Sullo sfondo resta la posizione della Turchia come paese attraversato dai movimenti migratori. Un vero e proprio stato cuscinetto con una normativa ancora arretrata in materia di asilo, ma ciononostante a tutti gli effetti già “socio” dell'Unione Europea.

Qui arrivano i rifugiati della guerra in Siria: sono almeno un milione i siriani che soggiornano nel paese dal 2011, di cui una buona parte nei campi di confinamento gestiti dal solo Governo turco. Ma da qui transitano anche centinaia di migliaia di migranti e rifugiati che attraversano la Turchia in direzione della Grecia e della Bulgaria. Tra centri di detenzione, accordi bilaterali per la deportazione dei migranti irregolari, accoglienza impossibile, militarizzazione dei confini e collaborazione con la polizia greca, la Turchia si è dimostrata partner affidabile nella gestione della frontiera europea per conto dell'UE.

TUNISIA

Nel paese dove è partita la scintilla delle Primavere arabe e dove oggi si continua a lottare per un cambiamento reale.

Il Forum Sociale delle Migrazioni a Monastir, occasione per incontrare tra molti altri i rifugiati di Choucha, che da tre anni vive nel limbo del campo profughi al confine con la Libia, le madri dei ragazzi dispersi in mare nel corso della traversata, o che sono rinchiusi nei CIE in Europa, e che con determinazione chiedono che vengano rivelate le informazioni in possesso dei governi del nord, per poter conoscere la sorte dei propri figli.

Gli incontri con i giovani mediattivisti che autogestiscono i Media Center Comunitari di Sidi Bouzid, Regueb e Menzel Bousaiane e le associazioni che li animano e li rendono vivi come spazi di produzione indipendente di informazione, le cui inchieste denunciano le condizioni di difficoltà della regione, di sfruttamento della manodopera femminile nei campi, di mancanza di servizi, di welfare e di lavoro.

Le lotte dei militanti per la libertà, contro la repressione e per la giusizia sociali attraversano l'intero paese con la speranza la determinazione di costruire un reale orizzonte di cambiamento

Un sentito ringraziamento all’associazione Gvc e ai suoi cooperanti in Tunisia per l’appoggio, la disponibilità e l’aiuto offerto nella organizzazione della carovana.

Un grazie di cuore anche a quanti hanno collaborato alla stesura dell’ebook, a Riccardo Bottazzo che lo ha impaginato ed a Gorgia Bolognesi, Chiara Caporizzi, Teo Bernardi che hanno contribuito con le immagini.


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Sulle rotte dell'Euromediterraneo a Sherwood Festival