Istanbul - Intervista a Hakan alak, regista indipendente

Nel corso della carovana di Ya basta in Turchia incontro con il regista di 'The fall of heaven'.

23 / 4 / 2014

L' incontro con il regista nella giornata di ieri ci ha dato la possibilità di entrare nello specifico di un aspetto che ha caratterizzato le giornate di Gezi Park.

Il senso dell' umorismo e l' ironia propri della popolazione anatolica sono stati infatti quell' elemento che ha avuto una funzione di condivisione, divulgazione e soprattutto unione tra le eterogenee biografie che hanno popolato quella piazza.

L' immaginario giovanile e accattivante costruito in risposta delle dichiarazioni di Erdogan è stato centrale per superare la censura attuata sin dall' inizio dai main-stream turchi.

Dai graffiti che raffiguravano i pinguini in tutta piazza Taksim, all' invenzione di un nuovo termine "capulcu", passando dalla protesta silente all' utilizzo dei fuochi d' artificio, fino ad arrivare agli slogan durante i momenti di protesta che inneggiavano ad un maggiore utilizzo dei cs da parte delle forze dell' ordine.

Una molteplicità di esempi che raffigurano un quadro, seppur critico, ricco di stimoli in cui l' aria frizzante e l' energia positiva si materializza in forme di lotta e resistenza.

Seppur in modo differente, anche questo documentario rappresenta uno dei passaggi che vuole contribuire alla divulgazione del messaggio che è emerso grazie a Gezi Park.

A seguire una brave intervista di Hakan Alak, regista del documentario "The fall of heaven"…la caduta del paradiso.

1.quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a realızzare un documentario su Gezi e chi ti ha sostenuto e ha collaborato con te?

Credo che il motıvo princıpale sia la resistenza di Gezi, insieme ad altrettante ragioni perchè nessuno era li' con uguali motivazioni a parte le politiche di Erdogan. Inizialmente il problema principale era l'abbattimento degli alberi a Gezi park ma poi le persone hanno reagito alle violenze della polizia.

Non avevamo mai visto tutta queste persone reagire prima di quei giorni.

Questo è il primo motivo.
Secondo, dodici anni fa l' AKP ci aveva promesso un paese paradisiaco. All' inizio le cose andavano bene ma con il tempo cambiarono e la repressoione aumentò giorno per giorno .
A Erdogan non importò il dissenso delle persone, anzi lo ridicolizzò, e dopo un pò esplosero le proteste.E il paradiso cadde.
Dopo Gezi vogliamo mostrare questo : l' insorgere delle persone e la violenza della polizia.
Siamo uno studio indipendente e creiamo autonomamente ogni nostro film. Questo documentario è formato dal contributo di moltissimi volontari  che hanno registrato i video  e che abbiamo contattato chiedendo di inviarceli. Fortunatamente ci hanno inviato moltissimi filmati e foto.

2) Negli incontri che abbiamo avuto con le varie realtà qui ad Istanbul (i lavoratori di Kazova, attivisti per i temi ambientali e spazi sociali come il Don Kisot) tutti ci hanno spiegato  come Gezi abbia dato  nuova energia e coraggio per continuare a lottare. Tu con il tuo lavoro hai incontrato motli di loro. Cosa pensi di questo?

Sicuramente Gezi ha portato nuova energia ma non abbastanza. Dopo quei giorni non si è riusciti ad avere nuovi riferimenti ma la resistenza di quei giorni rimane nella memoria di tutti e ci dà speranza.

 3)Ci hai detto che il tuo documentario e altri film riguardanti Gezi park non vengono censurati, allo stesso tempo però molti giornalisti vennero licenziati e alcuni siti come Twitter e You Tube bloccati. Cosa pensi di questo e qual'è stata la reazione pubblica?
Chiunque può fare un film in Turchia ma la censura avviene in altri modi, tramite una pressione politica ed economica che rende inaccessibile la cultura.



1) Which are the mean reasons that led you to make a documentary about Gezi and who support you and who help you to realize the documentary?
I think, Gezi Resistance was first, trough a lot of reasons. Because, nobody wasn't together to same target.  Target was President Erdagan's politics. First, main problem was Gezi Parki and trees. And then, many people reactioned to Police Violent. We never see that reaction and crowd until those days. That is first reason.

Second, twelve years ago, AKP Government promised a country like heaven. At first, everything was OK. But, in time it changed. People think, President pressed step by step. Erdoğan didn't care them. Even, he ridiculed their reactions. At last, People explosioned. And The Heaven fell.

After Gezi, we want to show this. People rising and police violent. 

We are an independent movie company. We make every film with our force. This documentary made a lot of voluntary's support. they recorded many videos and we called them. We said "please send us your videos." Fortunately, They sent many videos and photos.
 
2)During the meeting we had with Istanbul's people (like Kazova workers, enviromental activists against gentrification, and also new social places like Don Kisot) everybody were agreed that Gezi gives new energy and brave to open new struggle. You with your work met a lot of them. So we are asking if you have recognize that, and what are you thinking about it.

Of course Gezi is new energy but not enough. Becuase after Gezi, it could'nt transform new figure. However, resistance and its initiate in everyone's memories. It gives hope to everyone.
3) In our chat you told as your documentary and other movies about Gezi park were not chensorship, but in the same time twitter, youtube and a lot of journalist was censorede and fired. What do you think and how was the public reaction to this restrictions?

Of course everyone can make a film in Turkey. But everything happens after movie. First, economic press. and in theatre problems. Then politics problems. This is kind of censorship.

"Sulle rotte dell'Euromediterraneo" in Tunisia, Turchia e Libano organizzate da:
Un Ponte per ...
Coalizione Ya Basta Marche, Nordest, Emilia Romagna e Perugia
Info e contatti generali: [email protected] e [email protected]

I report completi dell'iniziativa saranno in Globalproject.info e Unponteper.it
Media Patner dell'iniziativa: Nena News, Osservatorio Iraq, Progetto Melting Pot Europa, CORE online

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Trailer del film