di Antonio Musella
Quando si parla di
rifiuti l’immaginario collettivo ci porta immediatamente a pensare a Napoli.
Eppure intorno allo smaltimento dei rifiuti si sviluppano affari colossali in
tutta Italia.
“Roma come Napoli” edito da
Castelvecchi, racconta il dramma rifiuti nella capitale, un bubbone pronto ad
esplodere nel prossimo futuro. Una vicenda che potrebbe mettere in ginocchio la
capitale e l’intero Lazio. Il volume, nelle librerie da poche settimane, è
frutto del lavoro di Manuele Bonaccorsi, giornalista di “Left” già autore di
“Potere Assoluto” (Edizioni Alegre) che ha raccontato gli affari della cricca
di Guido Bertolaso intorno al terremoto de L’Aquila, Nello Trocchia,
giornalista de “Il Fatto quotidiano” napoletano e già autore con Tommaso Sodano
di “La Peste” (Rizzoli) ed Ylenia Sina, collaboratrice di “Altraeconomia” ed “Il Manifesto”.
Cosa succederà dopo la chiusura di quel buco nero di veleni rappresentato dalla
discarica di Malagrotta? La gestione
commissariale della vicenda rifiuti nel Lazio è oggi nelle mani del prefetto
Pecoraro, ma negli anni le amministrazioni dei centro destra e centro sinistra
da Badaloni a Storace, da Marrazzo alla Polverini non hanno fatto altro che
garantire gli interessi del monopolista Manlio Cerroni, uno dei più grandi
magnati dei rifiuti in Italia insieme a Stefano Gavioli.
Il libro ci racconta anche della gestione del Ama, la municipalizzata del Comune
di Roma, che sotto l’amministrazione Alemanno, che ne aveva messo a capo Franco
Panzironi, ha accumulato 1,3 miliardi di euro di debiti oltre ad essere il
principale palcoscenico della Parentopoli romana che ha travolto la giunta
Alemanno.
Un sistema di raccolta e smaltimento, quello nella capitale, che per garantire
gli interessi di Cerroni e delle sue aziende, ha rinunciato deliberatamente
alla raccolta differenziata “porta a porta”. Nella capitale infatti, l’Ama ha
deciso di tornare indietro sulla scelta della differenziata, retrocedendo al
cosiddetto “sistema duale”. Pare incredibile che nella capitale italiana si
decida di abbandonare la differenziata preferendo lo smaltimento in discarica
ed i veleni dell’inceneritore di Colleferro e del rigassificatore di Malagrotta
sempre di porprietà di Cerroni che gestisce anche la super discarica e due dei
quattro impianti di produzione del Cdr della regione.
Affari astronomici quelli della monnezza de Roma che di rinvio in
rinvio, di appalto in appalto, hanno portato ad una malfunzione strutturale a
cui oggi si prova a mettere una pezza con lo stesso metodo di sempre : nuove
discariche e nuovi inceneritori.
In attesa della costruzione di un mega buco dei veleni a Fiumicino, il
commissario straordinario Pecoraro vuole costruire due discariche, una a Riano
e l’altra a Corcolle a 2 Km in linea d’aria da Villa Adriana dichiarato
dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità.
“Roma come Napoli” racconta delle
incredibili audizioni del prefetto Pecoraro presso la commissione parlamentare
d’inchiesta sui rifiuti, della sfacciataggine di Manlio Cerroni nel raccontare
pubblicamente i meccanismi di tutela dei suoi interessi.
Come finirà la vicenda rifiuti nella capitale?
Il volume di Castelvecchi, per la collana Rx, aiuta a comprendere la “questione
rifiuti” su un territorio che non è stato ancora messo sotto la lente di
ingrandimento dai media main stream. Un libro che racconta di come anche la
vicenda napoletana non sia frutto di un contesto territoriale di per sè malsano.
Intorno allo smaltimento dei rifiuti girano interessi di miliardi di euro ed
ogni territorio ha le sue lobbies, i suoi signori della monnezza, la sua
politica territoriale corrotta ed asservita. In 12 anni di gestione
commissariale dei rifiuti a Roma, nessun intervento strutturale è stato fatto.
Per 12 lunghi anni non si è fatto altro che garantire i profitti di Manlio
Cerroni e delle sue aziende.
A Roma come a Napoli appunto.
A Riano come a Villa Adriana sono nati comitati di cittadini che si oppongono
al piano rifiuti del commissario straordinario Pecoraro. Comitati, che si
battono contro le discariche e gli inceneritori e che reclamano l’applicazione
di un piano alternativo dei rifiuti che parta proprio dalla raccolta
differenziata “porta a porta” nella capitale e che sostituisca a discariche,
inceneritori e gassificatori, il trattamento a freddo.
Esperienze di protagonismo sociale sui territori che meritano attenzione e
sostegno. Il lavoro di Bonaccorsi, Sina e Trocchia serve anche a questo.