Autoanalfabeta University of Utopia: Verba manent, scripta volant

Ma noi facciamone un'altra #1 di 2

Autoanalfabeta intervista Nanni Balestrini

4 / 7 / 2013

Nanni Balestrini: Poeta e romanziere, nato a Milano il 2 luglio 1935, vive attualmente tra Parigi e Roma. Agli inizi degli anni '60 fa parte dei poeti "Novissimi" e del "Gruppo 63", che riunisce gli scrittori della neoavanguardia. Nel 1963 compone la prima poesia realizzata con un computer. E' autore, tra l'altro, del ciclo di poesie della signorina Richmond e di romanzi sulle lotte politiche del '68 e degli anni di piombo come Vogliamo tutto e Gli invisibili. Ha svolto un ruolo determinante nella nascita delle riviste di cultura "Il Verri", "Quindici", "Alfabeta", "Zoooom". Attivo anche nel campo delle arti visive, ha esposto in numerose gallerie in Italia e all'estero e nel 1993 alla biennale di Venezia e nel 2012 a Documenta di Kassel.


Giacomo Verde si definisce teknoartista. Si occupa di teatro e arti visive dagli anni 70. Dagli anni 80 realizza oper'azioni collegate all'utilizzo creativo di tecnologia "povera": videoarte, tecno-performances, spettacoli teatrali, installazioni, laboratori didattici ... E' l'inventore del "tele-racconto" - performance teatrale che coniuga narrazione, micro-teatro e macro ripresa in diretta - tecnica utilizzata anche per video-fondali-live in concerti, recital di poesia e spettacoli teatrali. E' tra i primi italiani a realizzare opere di arte interattiva e net-art. Riflettere sperimentando ludicamente sulle mutazioni tecno-antropo-logiche in atto e creare connessioni tra i diversi generi artistici e' la sua costante.

Ha ragione Nanni Balestrini a dire che nelle pile di libri accatastati nelle nostre librerie, tutti «noiosamente uguali», c’è qualcosa di profondamente «innaturale».

Anche in natura, ci ricorda, ci sono cose uguali, tutte le foglie di un albero, tutti gli esseri umani, ma il loro essere uguali comprende la differenza, ma la «meccanica» questo non può farlo.

Nasceva così la scommessa di Tristano, un libro solo che è tanti libri, nasceva apparentemente come risultato di un’operazione fortemente tecnologica, aleatoria, ma in realtà era il progetto di un percorso che, facendo i conti con il caso, tentava di trovare una sua necessità che non escludeva l’imprevisto, che non escludeva la vita.

Che fa i conti con la paura più paurosa di tutte, quella del caos, che può essere vita, o entropia. O entrambe le cose. Infinitamente…

Così nasce anche Tristan-Oil, decenni dopo.

Tutto ciò è eminentemente politico, prima che per i contenuti, per le forme adottate, che nel caso di Tristan Oil, sono le forme della narrazione visiva, come quelle dello scorrere del tempo e dell’infinita aleatorietà delle esistenze (anche sociali), come dell’arbitrarietà con la quale noi trasformiamo la nostra scelta a proposito di ciò che sarà narrato e ciò che sarà taciuto in ciò che poi chiamiamo una ‘storia’.

Né è certamente casuale, ma certamente non esente da ‘fortuna’, l’incontrarsi nel ‘luogo comune’ del Petrolio di due percorsi tanto diversi come quello di Balestrini e quello di Pasolini, due strade che si toccano, per poi subito allontanarsi, l’uno impegnato a cercare di scoprire la verità, la storia vera, l’altro piuttosto interessato a guardare il combinarsi delle vicende, accettando come scontata l’instabilità di ogni senso.

E’ questo che trasforma l’impegno del secondo in letteratura, quello del primo, di Balestrini, in prassi politica e poesia, proprio nel momento stesso in cui la sua scelta formale rivendica la priorità su ogni contenuto. Perchè ogni "Movimento" è un movimento nel tempo. È  cambiamento: né è possibile immaginare lo sviluppo delle cime, senza il contemporaneo allargarsi, approfondirsi, rinsaldarsi delle radici.

La scommessa, dunque, almeno per l’arte, ma non solo per essa credo, pare essere quella di cavalcare la cresta dell’onda del caso, sfidare il caos, non per ordinarlo, ma per percorrerlo, con la convinzione che linguaggi vecchi non potranno mai immaginare altri mondi che quelli della loro ostinata e ottusa ripetizione.

L.V.

Autoanalfabeta - LogoAutoanalfabeta University of Utopia – a cura di Lello Voce con Claudio Calia, Gabriele Frasca, Luigi Nacci, Gianmaria Nerli, Massimo Rizzante // in Redazione: Lucia Tundo (testi e ricerche web), Mattia Barbirato (video e montaggio). Il Logo di Autoanalfabeta University of Utopia è di Fabrizio Urettini // La sigla video è di Mattia ‘Kollo’ Ceron // Soundtrack: Demetrio Stratos, O Tzitziras O Mitziras (1978). Autoanalfabeta è una produzione Globalproject.info
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Le Milleuna di Demetrio Stratos, 1978

Le Milleuna, N. Balestrini

Basta cani

Tristanoil a Kassel per dOCUMENTA (13)

tristanoil n.000.000.000 2012-05-23 18.58

Tristano Film Demo Test 03

Primo Moroni e "la luna sotto casa"