Nasce a Vicenza il caracol “Olol Jackson”, che verrà presentato domenica 4 febbraio al centro sociale Bocciodromo (la locandina con il programma).
Caracol “Olol Jackson”
«La vita è una, è tanta, c'è tanta roba dentro e sono tante le
cose che dobbiamo conquistare. Per noi e per gli altri».
(Olol Jackson, intervento assemblea regionale ADL COBAS, 22/09/17)
Caracol “Olol Jackson” è un progetto in divenire. È il futuro che verrà,
in un momento in cui di futuro non si parla e non si può parlare. È un progetto
che ci è stato ispirato dalle parole dello stesso Olol: «Non dobbiamo pensare
che la nostra vita inizi la mattina quando timbriamo il cartellino e finisca
quando usciamo dal magazzino; la nostra vita dura 24 ore al giorno, per tanti
giorni l'anno, per tanti anni, ci auguriamo, e con questa vita noi ci dobbiamo
confrontare. La domanda che io mi faccio è: il mio diritto ad essere cittadino,
vale solo quando sono dentro al magazzino, oppure devo pensare alla mia vita e
ai diritti che devo avere dentro e fuori dal magazzino? Quando diciamo diritti
noi lo diciamo per tutti. La nostra vita è complessa e complicata. Su tutti i
punti noi dobbiamo fare battaglia comune. Se alziamo l'asticella dei diritti,
stiamo tutti meglio».
E a noi piacerebbe proprio ripartire da qui, dal suo ultimo intervento
pubblico. Olol era un combattente; un imprescindibile, per dirla con Bertolt
Brecht. Capace di dare speranza, di caricare e dare sicurezza agli altri. Olol
non diceva mai "io", anche quando i suoi meriti erano evidenti; lui
diceva "noi". Aveva in testa, ben preciso, il disegno di un mondo
migliore; e coniugava la lotta politica alla parola, per raggiungere gli
obiettivi che, spesso prima degli altri, aveva in mente.
La vita di Olol non è stata semplice. Per questo, quando lui parlava di vita
complessa e complicata, lo sapeva fare così bene: capiva perfettamente le
persone oppresse, precarie, l'umanità meticcia con cui si relazionava
quotidianamente. È morto da padrone di niente, ma da servo di nessuno. La
cultura appresa in strada e nel movimento, la politica, il circondarsi di
fratelli e sorelle, hanno fatto di lui un uomo libero. Olol sapeva farsi volere
bene ed era un punto di riferimento per molti nel sindacato, al centro sociale,
tra i gradoni di uno stadio a sostenere la Roma o dietro ad una consolle.
Per questo, per trovare una metafora che lo rappresenti, abbiamo pensato all'immagine
del Caracol Zapatista.
Molti di noi associano la sua immagine a quella di Ya Basta!; il primo centro
sociale autogestito di Vicenza, chiamato così per affezione alle lotte
dell'EZLN, che il subcomandante Marcos raccontava e racconta in modo suggestivo,
capace di risvegliare orizzonti e utopie. Nelle sue parole, nella definzione di
Caracol, noi ritroviamo il nostro compagno: "Dicono qui che i più antichi
affermano che altri ancora più antichi dicevano che i primi su queste terre
avessero il culto per la figura del caracol. Dicono che dicono che dicevano che
il caracol rappresenta l'ingresso al cuore, così dicevano i primi a conoscenza.
E dicono che dicono che dicevano che il caracol rappresenta anche l'uscita dal
cuore per camminare nel mondo, come i primi chiamarono la vita. E non solo,
dicono che dicono che dicevano che con il caracol si chiamava la collettività
affinché la parola scorresse da uno all'altro e nascesse l'accordo. E dicono
anche che dicono che dicevano che il caracol era d'aiuto affinché l'udito
percepisse anche la parola più lontana. Questo dicono che dicono che dicevano.
Io non lo so. Io cammino con te mano nella mano e ti mostro quello che vede il
mio udito e ascolta il mio sguardo. E vedo e sento un caracol."
"Caracol Olol Jackson" vuole essere quindi il nostro modo di alzare
l'asticella dei diritti, un luogo di socialità e solidarietà, dove camminare
assieme per garantire l'accesso alla salute, alla cultura, allo sport, alla
musica per tutti e tutte.
Caracol “Olol
Jackson” è salute per tutti/e
«La principale causa delle nostre malattie è la povertà» [Dichiarazione di
Moises Gandhi, Chiapas]
Viviamo in un tempo in cui curarsi in maniera adeguata sta
diventando un lusso per pochi. Sono in crescita le disuguaglianze sociali tra
chi può permettersi cure e farmaci e tra chi è costretto a contenerle,
posticiparle o addirittura rinunciarvi. Secondo il rapporto 2017 “L'Italia per
l'equità nella Salute” realizzato dall INMP '(Istituto nazionale per la
promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle
malattie della povertà), “il 7,8% degli italiani, ovvero 5 milioni di
cittadini, pur avendone bisogno, ha detto no a una o più visite specialistiche
o a trattamenti terapeutici per mancanza di soldi”. Ci immaginiamo una “Casa
della e per la salute”, che si propone di garantire l'accesso alla salute per
tutti e tutte, senza distinzione di razza, colore della pelle, genere, età,
cultura. Il sogno è quello di poter salvare vite. Ci piacerebbe partire da uno
sportello medico informativo, che informi i cittadini su quali servizi pubblici
di tutela della salute sono a loro disposizione. Molte volte, soprattutto le
frange più fragili di popolazione, rinunciano a cure primarie perché non hanno
idea di quali siano i passaggi per ottenere l'esenzione dal pagamento del
ticket o non conoscono servizi gratuiti o agevolazioni in ambito
socio-sanitario.
Da anni l'Oms ha decretato il significato del concetto di salute, intesa non
solo come assenza di malattia. In una società come quella attuale, viene
difficile crederlo. Per questo il nostro obiettivo e' molto ambizioso: tutelare
il benessere psicofisico individuale e collettivo, promuovendo per uno stile di
vita sano, una corretta alimentazione e la garanzia e una consapevolezza della
provenienza del cibo che mangiamo. L'idea della “salute per tutti” passa quindi
anche per un centro di promozione, formazione e divulgazione di una buona qualità
della vita.
Caracol “Olol Jackson” è sport popolare per tutti/e
Olol ha sempre amato il calcio. Quello dei campetti, delle partitelle, che ha frequentato fin da ragazzino. I suoi amici e compagni lo ricordano in varie vesti: tifoso della roma, allenatore della Polisportiva Independiente, giovane portiere. Sul campo, come nella vita, o sugli spalti, per Olol contavano le relazioni e le emozioni del fare squadra, senza discriminazioni di sorta. Anche in campo si e' sempre battuto per i diritti di tutti a partecipare. In questo caso, alzare l'asticella dei diritti significa allargare l'accesso alla pratica sportiva per tutti, senza discriminazioni di tipo etnico,economico e di genere. Anche se basato su valori universalistici, nella realtà il sistema sportivo è pensato per maschi normodotati, bianchi ed eterosessuali. Tuttavia l'attività fisica fa bene alla salute e non può essere un lusso. I dati sullo sport ci dicono, guarda caso, che le categorie sociali più sedentarie sono le fasce di popolazione meno istruite, più povere; spesso si tratta di persone straniere. Caracol vuole essere pertanto un luogo che sviluppa possibilità di praticare attività motoria a chi è escluso dai regolamenti ufficiali delle federazioni, a chi non può permetterselo o a chi non vuole sentirsi giudicato per il suo aspetto fisico.
Caracol “Olol Jackson”: la cultura come riscatto
E' impossibile pensare ad un progetto nel ricordo di Olol
senza parlare di cultura e di apprendimento. Lui era come una spugna: aveva
fame e sete di sapere, nonostante non avesse molto amato, a suo tempo, la
scuola. Era un lettore onnivoro: leggeva qualsiasi cosa, se ne serviva per i
suoi interventi, riprendeva frasi e citazioni. Nervoso, casinista, gli
insegnanti non hanno saputo capire e incanalare quella grande energia.
Olol appartiene a una generazione di proletari cresciuti in strada, in grado di
farci i conti quotidianamente. Accanto all'etica di chi ne conosce le regole,
lui e gli altri della sua generazione hanno saputo maneggiare la cultura come
un'arma, da blandire contro le ingiustizie.
Quanti Olol ci sono nelle nostre scuole, soprattutto nella drammaticità di
oggi, in cui il divario economico e sociale crea disuguaglianze fin dai banchi?
Quanti ragazze e ragazzi brillanti, capaci, vengono vissuti e gestiti come un
problema?
Nel nostro sogno ambizioso ci piacerebbe incrociare alcuni di loro e sostenerli,
economicamente o fisicamente nel loro percorso di crescita attraverso progetti
culturali, che mirino a tenere viva la memoria al fine di costruire un futuro
migliore. Caracol "Olol Jackson" sarà biblioteca o seminari o
doposcuola o centro studi o tutte queste cose assieme. Non lo sappiamo ancora
di preciso, perchè Caracol vuole essere un luogo aperto a tutte quelle proposte
che facciano alzare l'asticella del diritto al sapere e alla cultura libera.