La fotografia come mezzo per inchiestare la città

Parma, una città divisa in due

Workshop di fotografia sociale realizzato in ottobre/dicembre 2010 da Giulio Di Meo in collaborazione con l'associazione “Le Giraffe”.

2 / 12 / 2010

Il progetto fotografico "Parma, una città divisa in due" verrà presentato giovedì 16 dicembre, dalle ore 19.30, presso la Casa Cantoniera Autogestita, in via Mantova 24, con la presenza di Giulio di Meo e dei fotografi dell'associazione "Le Giraffe".

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Parma è da sempre nell’immaginario pubblico una città ricca, borghese, elegante.

Una città tranquilla, in cui “si vive bene”.

Il torrente Parma separa il centro storico dei lussuosi palazzi, della piazza principale e della cattedrale dal quartiere Oltretorrente, che meglio rappresenta il cuore colorito e sanguigno dei parmigiani, con la sua autenticità, schiettezza e generosità. Nei borghi della vera anima della città echeggiano ancora le gesta degli Arditi del Popolo di Guido Picelli e il ricordo delle barricate contro il fascismo.

È il quartiere più multirazziale della città, con la maggiore concentrazione di immigrati stranieri.

Qui, dove convivono il vecchio e il nuovo, sopravvivono luoghi di aggregazione sociale in cui le persone hanno ancora storie da raccontare. Storie che sembrano trovare un naturale proseguimento in quelle dei nuovi arrivati, poiché questo quartiere ha da sempre ospitato gli abitanti più lontani e diversi.

È quest’altra Parma che abbiamo provato a raccontare con lo strumento fotografico, indagando alcune realtà di particolare interesse sociale che ci sembrava meglio esprimessero lo spirito della semplice quotidianità, della vita normale di questi luoghi. La Parma dell’Oltretorrente e dei circoli Arci, quella della multietnica squadra di calcio “La Paz” e degli orti sociali, quella della Casa Cantoniera e della Rete diritti in casa.

Ci auguriamo che il nostro lavoro possa restituire un’immagine diretta e fedele delle persone che abbiamo conosciuto e delle porte che ci sono state aperte.

"Parma una città divisa in due" è il risultato della selezione delle centinaia di foto scattate.

Fotografie di :

Fabrizio Bertolini

Greta Bertolotti

Anna Campanini

Francesca Chiavaroli

Matteo Fanti

ElenaRivieri

Elisa Zimarri

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Durante la serata sarà possibile acquistare il calendario 2011 "Justiça nos trilhos - Binari di Giustizia" realizzato da Giulio Di Meo in Brasile.

"Mentre le grandi imprese studiano giorno e notte come saccheggiare piú rapidamente e fino al midollo la terra del nord del Brasile, molte comunitá tentano di organizzarsi e resistere. Justiça nos trilhos (Binari di Giustizia) è una campagna nata nel 2007 in Brasile per difendere le comunità del Nordest dalle prevaricazioni della multinazionale “Vale” e per promuovere uno sviluppo rispettoso ed equilibrato.

487.000 tonnellate di residui solidi inquinanti dispersi, 119 milioni di metri cubi di reflui inquinanti scaricati nei fiumi, nei mari e negli oceani; 2860 infortuni sul lavoro, e 9 morti. 97 processi amministrativi, 140 casi di corruzione, 9 processi ambientali pendenti, 0 ammende pagate. Questo solo in Brasile. In un anno.

Sono alcuni dei numeri della multinazionale brasiliana Vale, 14° impresa al mondo per valore di mercato, seconda nella produzione dell’acciaio. L’impresa Vale consiste in questo: aumento dei profitti e distruzione dell’ambiente; enormi guadagni e sfruttamento delle popolazioni.

La campagna Justiça nos trilhos, nel giro di pochi anni, si è estesa a livello internazionalee grazie ad importanti iniziative di discussione e protesta ha ottenuto attenzione a livello internazionale:dalla partecipazione al Forum Sociale Mondiale di Bélem, allo scioperodei 3500 lavoratori canadesi per contestare i tagli della compagnia in Canada, alla lotta dei comuneros in Perù, fino al primo incontro internazionale delle vittime di Vale, organizzato a Rio de Janeiro lo scorso Aprile.

Questo calendario, realizzato per iniziativa del fotografo Giulio Di Meo e del padre comboniano Dario Bossi, in collaborazione con Arcs e Missionari Comboniani, nasce con l’obiettivo di diffondere la campagna e sostenere la lotta delle comunità coinvolte.I fondi raccolti con il calendario 2011 saranno destinati ad una compagnia teatrale formata da sette giovani artisti dello stato del Maranhão.Questo gruppo di giovani ha iniziato un lungo processo di coscientizzazione delle comunitá vittime del saccheggio minerario attraverso lo spettacolo teatrale“Que trem é esse?”,che descrive in cinque scene le contraddizioni e le speranze di cinque villaggi del nord del Brasile.L’arte può diventare uno strumento di lotta e resistenza per i più deboli; aiutiamo questo gruppo teatrale a restituire il frutto della loro ricerca artistica alle persone di questi luoghi.

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Gallery

Il calendario 2011 di Giulio Di Meo