Brooklyn, New York

Se i gentrificatori si incontrano al Museo

Contestato il summit dei real estate al museo di Brooklyn

18 / 11 / 2015

Che arte e gentrificazione siano legate è cosa arcinota, ma a New York, dove la seconda assume le connotazioni di un fenomeno di spudorata violenza di classe, questo legame è ancora più palese. E' il caso del “6th Brooklyn Real Estate Summit” che ha riunito alcune centinaia di investitori immobiliari, costruttori e politici, assieme per decidere nuove strategie di speculazione urbana. Come se non bastasse, questa kermesse “dell'1%” è stata ospitata dal Brooklyn Museum (ubicato all'interno di un edificio di proprietà della città) il cui sito recita esplicitamente: “The People of the City of New York provide major funding for the Museum’s operations through the City’s Department of Cultural Affairs”.

Il fatto che un'istituzione culturale, in gran parte finanziata con fondi pubblici, abdicasse così apertamente alla propria funzione di servizio alla comunità non è passato inosservato. Il B.A.N. (Brooklyn Anti-Gentrification Network) ha quindi chiamato a raccolta oltre un centinaio persone per contestare l'appuntamento. Abitanti di Brooklyn, artisti, associazioni di prossimità, senzatetto, vittime del displacement (ovvero l'abbandono forzato del proprio quartiere a seguito di speculazioni immobiliari che rendono insostenibili i costi degli affitti) hanno dato vita ad una mattinata di proteste.

Tra gli slogan più gettonati: “If we don't get no housing, they don't get no peace” (se non abbiamo casa, loro non avranno pace”.

Durante la manifestazione abbiamo incontrato Alicia Boyd, attivista di B.A.N e di M.T.O.P.P. (Movement to Protect The People, un'organizzazione che si occupa di difendere gli inquilini con affitti medio-bassi dalla gentrificazione dell'area di Flatbush Avenue), Alicia ci ha confermato quanto l'avidità della gentrification sembri non conoscere limiti, aggredendo senza sosta nuove aree di Brooklyn e del Bronx. L'effetto è quello della distruzione del legame sociale nei quartieri, i cosiddetti Boroughs, spesso dipinti come luoghi di marginalità sociale, ma in realtà attraversati da storie secolari di autorganizzazione e di lotte che hanno dato vita a comunità orgogliosamente coese. Sono proprio queste comunità oggi, a rappresentare l'unico argine alla distruzione della ricchezza del bios urbano. Di fronte hanno un nemico potente, investitori miliardari attratti dal mattone che qui si vende a peso d'oro, politici (tra i più contestati Eric Adams, presidente del distretto di Brooklyn) in cerca di finanziamenti e istituzioni culturali interessate a non essere escluse dagli affari futuri. Tutti sotto l'ala protettrice del loro braccio armato, il NYPD, un dipartimento noto per la sua brutalità.

Gentrificazione qui significa guerra aperta ai poveri e alle classi medie, significa dovere lasciare la casa in cui si è nati per rifugiarsi in New Jersey, oppure finire direttamente in strada. A tale proposito il B.A.N ha fornito alcuni dati significativi: a settembre 2015 il sistema cittadino di rifugi per senza fissa dimora ha registrato una media di 59,305 presenze per notte, mentre 2000 al 2012 gli affitti a Brooklyn sono saliti del 75%.

Ma gli imprenditori dell'immobiliare all'interno del museo che si sono detti? Non abbiamo potuto ascoltarlo, non avevamo in tasca i 500 $ necessari per la partecipazione al convegno.

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