La CGT caccia a bastonate i sans papiers della bourse du travail.

28/06/2009 da Parigi con Orrore.

Fanno la guerra ai sans papiers.

28 / 6 / 2009

fatiguée

Da 14 mesi in circa 500 fra uomini, donne e bambini occupavano parte di una delle sedi della CGT (il più grande sindacato francese): la Bourse du Travail.

I primi mesi i rapporti con il sindacato erano relativamente tranquilli, queste persone,organizzate in collettivo e naturalmente in comunità, vivevano là tutte insieme, per uscire dall'invisibilità e lottare quotidianamente, con la potenza dei loro corpi e appoggiati dalla CGT che inizialmente si dichiarava disposta ad aiutarli, per ottenere, dopo diversi anni passati a lavorare in Francia, il permesso di soggiorno.

Ma evidentemente, le intenzioni sono cambiate, evidentemente i presupposti iniziali sono saltati, evidentemente l'umano lentamente è scomparso, lasciando dietro di sé solo orrore.
Orrore, perché questo è l'unico termine utilizzabile per descrivere quello che è successo.

Il 24 di giugno una vera e propria ronda, un centinaio circa con passamontagna e maschere antigas, organizzata all'interno dello stesso sindacato, di sinistra, approfittando dell'assenza degli uomini che si recavano ad una manifestazione, fa irruzione all'interno dello stabile gasando e bastonando le persone rimaste, una cinquantina circa, in maggioranza donne e bambini.
La polizia attendeva paziente all'esterno per dare una mano ai picchiatori. Ben 23 persone sono state portate in ospedale, fra chi è svenuto per il gas e chi ha riportato ferite e lesioni, per fortuna niente di grave.
Nel frattempo tornavano gli altri.

Dopo aver recuperato le loro cose da dentro lo stabile, i sans papiers hanno deciso di non disperdersi, di restare uniti, di continuare a lottare.
Il risultato di questa azione violenta, e a dir poco agghiacciante, è che la bourse du travail è vuota, ma 200 sans papiers sono accampati, per usare un eufemismo, in mezzo alla strada da 4 notti.

La “zona occupata” è stata delimitata con delle inferriate dalla polizia e per i primi due giorni più di una decina di camionette sono state posizionate in modo da coprire la vista dei passanti, dei giornalisti e dei manifestanti.
E anche se adesso quelle camionette sono meno e non impediscono più né l'accesso né la visibilità della “zona” che è anzi impossibile da non notare, la faccenda resta ignorata da politici e media e il silenzio su di essa continua.

Questi sans papiers chiedono che gli venga assegnato un altro posto dove andare tutti insieme, e che gli venga naturalmente concesso il permesso di soggiorno, a tutti. Finché non otterranno una risposta concreta alle loro richieste dal ministero dell'immigrazione re(si)steranno là, in Boulevard du Temple angolo rue Charlot, due passi dalla frequentatissima place de la Republique.

Le condizioni di questa occupazione sono ovviamente disumane: la fontana e la toilette pubbliche che si trovano all'interno della zona delimitata, su quel marciapiede, sono state entrambe bloccate dal comune, non hanno modo di cucinare, di lavarsi, niente, dormono per terra, chi è fortunato ha un materassino e una coperta, per andare in bagno devono consumare un caffè al bar accanto.

Oltre alle persone che da tempo seguivano e aiutavano i sans papiers, in pochi portano la loro solidarietà e si tratta per lo più di singoli che questa mattina hanno realizzato una “récupération” al mercato in place d'Aligre, dove, molti dei commercianti, in chiusura, hanno regalato casse di frutta e verdura per i sans papiers. È poco, troppo poco.

Durante la giornata di domani ci saranno diverse assemblee lì sul posto per discutere sul da farsi in base anche alla risposta del ministro per l'immigrazione Eric Besson, se ci sarà, e alla risposta della prefettura sul percorso per un'eventuale grossa manifestazione allo scopo di denunciare pubblicamente l'accaduto.

Finora, racconta Kassé uno dei sans papiers in occupazione, l'unico dato positivo, ma in realtà per niente certo, è che la prefettura di Parigi sembrerebbe intenzionata a concedere il permesso di soggiorno a tutti loro. Loro che sono là, che ti sorridono e ti raccontano la loro storia, che sono determinati più che mai a far sentire la loro voce, a reclamare i basilari diritti umani che questo sistema di governance escludente, complici tutte le forze politiche istituzionali e le componenti sindacali, continua a negargli.

In questa enorme metropoli, l'incomunicabilità regna sovrana e gli unici che si mostrano interessati sono i turisti che, fra una boutique e una brasserie, fotografano la scena credendola un'altra attrazione della bella Parigi.

di Serena D'Andria

vedi anche:

Appunti dal marciapiede di Boulevard du Temple

Traduzione comunicato del 25 giugno del CSP 75 (comunicato sans papiers Parigi)

articolo di Anna Maria Merlo dal Manifesto del 26/06/2009