Le navi dei veleni

Alfonso Mandia

14 / 11 / 2009

E’ un sito che fa rabbrividire Infondoalmar.info.
E’ una “mappa” delle navi cariche di schifezze chimiche e siderurgiche che sono misteriosamente affondate nei mari che vanno dalla Sicilia alla Grecia all’Honduras alla Spagna. Settanta navi, se non vado errato.
I dati provengono da documenti ufficiali dei Lloyds di Londra, dossier di Legambiente e segnalazioni di privati cittadini.
Questo è un estratto della pagina di presentazione del progetto.
Buona lettura.

Progetto
in.fondo.al.mar è un progetto di infovisualizzazione sui fatti riguardanti le navi affondate nel Mediterraneo con il loro carico di rifiuti tossici. Il progetto intende "portare i veleni a galla", aiutando a fare chiarezza sulla vicenda. Il sito raccoglie e mette a disposizione dati pubblici ed inediti sugli incidenti, fornisce una mappa che mostra i luoghi degli affondamenti sospetti, una cronologia degli incidenti, ed una serie di statistiche e schede informative sulle navi sospette.
in.fondo.al.mar è un progetto in evoluzione, che è soggetto a correzioni ed aggiornamenti ed è aperto ai contributi dei visitatori ed esperti nel campo.

Portare veleni a galla
Le hanno chiamate "navi dei veleni", "navi tossiche", "navi a perdere". Si tratta di decine di navi mercantili, affondate misteriosamente durante gli ultimi trent'anni nel mare Mediterraneo. Dalla Aso andata a picco nel 1979 al largo di Locri in Calabria, alla Rigel affondata dolosamente al largo di Reggio Calabria nel 1987, alla Marco Polo inabissata nel Canale di Sicilia nel 1993, fino a decine di altri affondamenti meno noti avvenuti in anni più recenti.
Il sospetto che aleggia su questi incidenti è inquietante. Le navi sarebbero state affondate deliberatamente per sbarazzarsi di tonnellate di rifiuti tossici, chimici e radioattivi. Veleni per cui i produttori non intendevano pagare l'alto costo di smaltimento e che avrebbero percio' affidato ad organizzazioni mafiose ed impresari senza scrupoli. In questo traffico sarebbero coinvolte non solo imprese italiane ed europee ma anche governi nazionali e servizi segreti.
Sono quasi venti anni che si cerca di passare da queste accuse pesanti alla verità provata e verificata e alla individuazione dei responsabili. Tracce di radioattività ben superiori alla media sono state rilevate su container e materiali riconducibili a navi sospette finiti alla deriva dopo l'affondamento. La presenza di Cesio e Torio è stata riscontrata in alghe e pesci in occasione di alcuni degli incidenti. Il numero dei tumori in alcune zone costiere della Calabria - regione attorno a cui si sono concentrati molti affondamenti sospetti - sono 3/4 volte superiori alla media nazionale. Tuttavia le navi sospette continuano a rimanere laggiù - in fondo al mar - senza che si sia verificato cosa contengano effettivamente.
in.fondo.al.mar è un progetto di infovisualizzazione che si propone come libero strumento di consultazione, che vuole rendere pubblici e navigabili i dati riguardanti gli affondamenti sospetti nel Mediterraneo degli ultimi 30 anni. Informazioni che sono rimaste troppo a lungo intrappolate in registri navali e dischi fissi, o sparse in decine di dossier differenti. Informazioni che è venuto il momento di condividere attraverso mappe, cronologie e altre forme di visualizzazione. Il sito evidenzia la ricorrenza di alcune trame comuni tra le navi affondate nei luoghi d'affondamento, nei carichi, nella nazionalità delle navi, nei porti di partenze e di arrivo e nella cronologia degli affondamenti. in.fondo.al.mar offre strumenti utili a districarsi in questa mole di dati e per approfondire la conoscenza a proposito di ciò che si nasconde veramente laggiù - in fondo al mar.
in.fondo.al.mar è un progetto in evoluzione, aperto al contributo degli utenti.

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