Abruzzo: le mafie allungano i tentacoli e la corruzione avanza

Le mafie tentano di consolidarsi e allungano tentacoli ovunque, mentre la corruzione dilania la gestione della cosa pubblica. Le inchieste della magistratura confermano e documentano i timori e le denunce di questi ultimi anni di PeaceLink Abruzzo e Ass. Antimafie Rita Atria.

Utente: Heval
8 / 2 / 2012

"L'Abruzzo (e il Vastese) non posso diventare un'unica grande Sodoma" ( http://www.peacelink.it/abruzzo/a/35169.html ). E' l'appello che abbiamo lanciato il 3 dicembre scorso. Le inchieste della magistratura di queste settimane documentano, una volta di più, quanto le mafie stanno tentando di consolidarsi in Abruzzo. Mentre la politica e le Istituzioni (una storia che sembra non voler abbandonare l'Abruzzo e continuamente ripetersi...), che dovrebbero essere il primo argine al dilagare della criminalità e della corruzione, ne sono sempre più complici. Queste inchieste documentano, come noi già avevamo più volte denunciato, che territori come il Vastese e L'Aquila stanno diventando la frontiera della penetrazione mafiosa in Abruzzo. Era il 14 dicembre 2010 ( http://www.peacelink.it/abruzzo/a/32936.html ) quando, riflettendo sulle parole del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, ci chiedevamo per la prima volta "Ci sarà una Histonium 3?"(facendo riferimento alle inchieste degli anni scorsi della pm Mantini che portarono all'emersione della 'ndrina di Pasqualone, prima autoctona in Abruzzo). E già allora aggiungevamo "La situazione dell'ordine pubblico a Vasto sta nuovamente precipitando." affermando che si voleva ridurre tutto "a episodi di vendette personali, microcriminalità e vandalismo diffuso. C'è anche questo, ma i segnali di una torta nuovamente appetibile per le organizzazioni criminali sembrano esserci tutti". Nel novembre 2011 sottolineavamo la "coincidenza" tra il nuovo arresto di Lorenzo Cozzolino, esule di camorra e da anni considerato uno dei boss del traffico di droga, e quello di Massimo Benedetti, coinvolto nel 2008 nell'inchiesta Histonium 2. Ed infatti, il procuratore Francesco Prete, nel rivelare i dettagli dell'operazione Tramonto ha affermato che entrambi gli arresti erano parte dell'inchiesta, partita anche da vari incendi dolosi in città(un politico e la moglie di un brigadiere tra gli altri). Confermati in pieno i nostri timori!! E deve far riflettere quanto successo. L'operazione Tramonto ha sgominato una rete diffusa e articolata, per la seconda volta in pochi anni il Vastese si è rivelato crocevia d'importanza nazionale e luogo di crescita di organizzazioni criminali. E un'altra inchiesta, sempre sul traffico di droga, di qualche giorno dopo ha fatto emergere nuovi collegamenti criminali nazionali: ma tra le città dove sono avvenuti gli arresti l'unica non abruzzese era Napoli. Va citato un passaggio del "Bilancio Sociale" della Procura di Vasto dell'attività del 2011: "Particolarmente impegnativo è il contrasto all’abusivismo edilizio che mina la solidità del territorio e la bellezza della costa. Nell’anno scorso sono stati posti i sigilli a 14 immobili abusivi che vanno ad aggiungersi agli oltre 20 sequestri già in essere, alcuni dei quali relativi a imponenti costruzioni o a lottizzazioni abusive", dove nell'ultimo passaggio si fa riferimento all'inchiesta "Mattone Selvaggio"(2006-2008). L'edilizia, quindi, rimane sempre un nervo scoperto e banchetto privilegiato delle cricche. L'altra inchiesta che svelta i contorni di una situazione criminale gravissima è l'inchiesta Caligola: le istituzioni che dovrebbero essere garanti e sentinelle del territorio sono invece teatro privilegiato delle spartizioni clientelari e corruzione. Crimini che avvengono ad altissimo livello e che pongono macigni immensi sul presente e sul futuro: la "zarina" Andreola era responsabile di importantissimi progetti europei mentre Ecosfera, tra le altre, stava partecipando alla redazione del nuovo Piano Paesistico Regionale, uno dei più importantissimi strumenti di gestione del territorio. Come una maledizione è una storia che si ripete e che non vuol abbandonarci: dal 1992 in cui furono spazzate vie la giunta regionale di Rocco Salini e quella comunale di Chieti al 2008 in cui analoga sorte toccò alle giunte di Del Turco e D'Alfonso(in entrambi i casi due nello stesso anno, amara e triste coincidenza!). Quando si parla di corruzione, criminalità e mafie non si può che andare a L'Aquila, una città devastata dal sisma e oggi sempre più in ostaggio. L'avevamo denunciato il 25 maggio 2009 ( http://www.peacelink.it/abruzzo/a/29544.html): Mafie e potentati stanno mettendo le mani sulla ricostruzione. L'inchiesta che vede coinvolto l'imprenditore Stefano Biasini, e che tanto scalpore ha destato nelle scorse settimane, è solo l'ultima in ordine di tempo: le mafie hanno pesantemente investito in Abruzzo. E suscita indignazione, sgomento e rabbia ancor maggior scoprire che nel clima di corruzione generale non scampano alla spartizione affaristica neanche i funerali di Stato e tra gli indagati c'è addirittura il vescovo D'Ercole, inviato ad assistere Mons. Molinari proprio dopo il terremoto. Era tornato nella sua terra per assisterla in un momento di dolore e sofferenza e potrebbe essersene approfittato: il solo sospetto è una ferita che sanguina e addolora immensamente. E, davanti a tutto questo, non si può non restare sgomenti di fronte a quanto affermato qualche giorno fa da segretario Filca-Cisl Abruzzo, Lucio Girinelli: secondo il sindacalista le nuove normative sulle cave (la fine del far west che imperversa da prima che chi scrive è nato) e sulla trasparenza e la meritocrazia nelle procedure di valutazione d'impatto ambientale "provocheranno in tempi brevi la chiusura di molte aziende regionali che operano nella produzione dei materiali per l’edilizia, determinando la progressiva eliminazione dal mercato abruzzese delle ditte locali a favore di produttori extraregionali, con un fortissimo rischio di infiltrazioni malavitose". Oltre i fatti riportati sopra, serve altro per smentirlo e chiedersi di quale Regione parla?Uno dei temi su cui più siamo tornati in questi anni è la gestione dei rifiuti. Oggi il crollo del sistema appare sempre più dietro l'angolo (fra poche settimane praticamente due provincie resteranno senza luoghi dove conferire i rifiuti) e le Istituzioni, ancora una volta, appaiono più la causa che i forieri di soluzione. Fra qualche settimana ci ritroveremo di nuovo ad aggiungere nuovi tasselli a quanto scritto qui sopra?

Alessio Di Florio

Ass. Antimafie Rita Atria

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