Corso Peschiera è occupata da ottobre 2008, e da allora le istituzioni si sono via via alternate sui giornali con proclami di sgomberi e soluzioni provvisorie.

Ancora a fianco della lotta dei rifugiati e delle rifugiate

25 / 8 / 2009

..Ultima notizia lo sgombero ed il parziale trasferimento in via Asti che secondo il Sindaco Chiamparino in persona (intervista a La Stampa 23/8) doveva avvenire a fine agosto. Oggi leggiamo dal Prefetto che non sarà così, che ci saranno soluzioni per tutti e tutte..... ma il come e il dove e il quando è ancora incerto!


L'atteggiamento di continuo attacco, ritrattazione, rimpalli che Sindaco, Assessori Borgione e Mangone e Prefetto stanno continuando a fare sulla pelle e la vita degli/delle occupanti ci mostra soltanto la loro incapacità di garantire una vita dignitosa a chi ne avrebbe diritto.

Siamo disgustate/i dal continuo balletto di numeri, e dalla girandola di proposte vendute come “soluzioni al problema profughi”: i numeri servono per le statistiche e la burocrazia e forse questi sono gli unici interessi reali dell'Assessore Borgione e del suo staff; le “soluzioni” vanno trovate sul terreno dei diritti; “il problema” da risolvere non sono gli uomini e le donne che abitano in corso Peschiera, ma le politiche complessive su immigrazione e accoglienza del nostro Paese che a livello centrale rimane uno dei pochi in Europa sprovvisto di una legge organica sul diritto all'asilo, e che a livello locale mostra tutta l'ipocrisia e l'inefficienza di amministratori buoni solo a scaricare su altri le proprie responsabilità .

Quanto succede a Torino è in continuità con la tragedia avvenuta in questi giorni al largo di Lampedusa e ai respingimenti verso la Libia: i/le richiedenti asilo affogano in mare o vengono respinti; coloro che sopravvivono e che ottengono lo status di rifugiati/e vengono poi trattati come fastidiosa incombenza, senza alcun rispetto per la convenzioni internazionali che li equiparano ai cittadini e alle cittadine italiane, arrivando a negare loro la residenza e quindi l'accesso a diritti quali il lavoro, la casa, l'assistenza.

Ci viene quindi il sospetto che il rinvio dello sgombero abbia poco a che fare coi reali bisogni degli/delle occupanti di corso Peschiera, ma sia solo un modo per sottrarsi alla polemica di questi giorni sulle modalità italiane di gestire i rifugiati/e, aspettando un momento più propizio.

Intanto i fatti reali non cambiano: la “soluzione via asti” è una sistemazione temporanea e provvisoria, per nulla strutturale; l'idea di gestione e regolamento interno proposti dalle istituzioni limitano fortemente le libertà individuali, l'assurda idea del pattugliamento militare all'esterno rientra in una logica più ampia di criminalizzazione aprioristica dei e delle migranti.

Non accettiamo questa logica, non vogliamo nella nostra città un laboratorio di repressione che potrebbe poi essere esportato nelle altre città come modello di “accoglienza” e che invece, come il CIE di corso Brunelleschi, sarebbe un altro luogo di negazione di diritti e libertà.

Noi continueremo a supportare le lotte dei rifugiati e delle rifugiate che non hanno intenzione di abbassare la testa.

Continueremo a non accettare soluzioni provvisorie o per pochi:

I diritti se non sono per tutti e tutte si chiamano PRIVILEGI!

CASA LAVORO RESIDENZA
DIGNITA' PER I RIFUGIATI E LE RIFUGIATE

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