Banca Etruria - La colpa ovviamente è dei "polli" ...

Gli sciacalli sono di casa in questa vicenda.

Utente: Radisol
15 / 12 / 2015

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In questo caso ovviamente la colpa è sempre se solo di chi travestito da pollo ha sottoscritto un prodotto finanziario semplice con allegate ben 245 pagine di bugiardino, giusto per usare l’ironia… 

245 pagine di fumetti in legalese, da leggere la sera prima di andare a dormire per un pensionato sono uno scherzo, sostengono alcuni, se non sa leggere nessuno lo obbliga a sottoscrivere una simile operazione. 

Sto pensando ai milioni di fessi che hanno comprato una Volkswagen, Audi o Porsche che prima di acquistarla non si sono letti come funzionano le emissioni C02 o a tutti quelli che vanno sotto i ferri del chirurgo e ci restano per sempre. 

La colpa è loro perchè prima di fare l’intervento dovevano studiare medicina, anche se non capivano nulla, mica erano obbligati a farsi operare suvvia. 

Come sempre la verità sta nel mezzo, ma spesso e volentieri a pensare male, senza generalizzare ovviamente si fa peccato ma ci si azzecca. 

Che facevano Bankitalia e la Consob in questi anni invece di vigilare? 

Chi sono due facce della stessa medaglia che il lettore è bene che conosca. 

La prima è questa… 

“Io Luigino me lo sento sulla coscienza perché mi sono comportato da impiegato di banca e se fossi stato una persona che rispettava le regole non gli avrei fatto fare quel tipo di investimento”. Lo afferma a Repubblica Marcello Benedetti, ex impiegato della banca Etruria di Civitavecchia, il funzionario che ha venduto obbligazioni per centomila euro a Luigino D’Angelo, il pensionato che si è tolto la vita per averli persi. 

“Luigino – racconta Benedetti – fu uno dei primi clienti della banca a cui proposi questo investimento, firmò il questionario che sottoponevamo a tutti, nel quale c’era scritto che il rischio era minimo per questo tipo di operazione. In realtà, nelle successive carte che il cliente firmava, era presente la dicitura “alto rischio”, ma quasi nessuno ci faceva caso. Era scritto in un carteggio di 60 fogli”. 

“Avevamo l’ordine – fa quindi sapere l’ex funzionario di banca Etruria – di convincere più clienti possibili ad acquistare i prodotti della banca, settimanalmente eravamo obbligati a presentare dei report con dei budget che ogni filiale doveva raggiungere. L’ultimo della lista veniva richiamato pesantemente dal direttore”. 

…la seconda ovviamente è questa… 

I titoli subordinati di Banca Etruria, il cui valore è stato azzerato, in mano al pensionato di Civitavecchia Luigino D’Angelo, morto suicida lo scorso 28 novembre, erano stati emessi nel 2006 e sono stati da lui comprati all’inizio del 2013 sul mercato secondario e non quindi ‘spinti’ dalla banca nella rete di filiali dando disposizioni ai propri dipendenti. È quanto spiegano fonti finanziarie secondo cui l’istituto aveva già collocato nel 2006 questi titoli per soddisfare i propri bisogni di capitale e quindi l’iniziativa, nel caso, è stata presa dall’ex dipendente dell’istituto su cui pende un’indagine penale in fase di istruttoria su un altro tema e che sarebbe alla base del suo licenziamento. 

La verità verrà accertata dagli organi competenti a noi interessa raccontarvi cosa sta dietro alcune leggende metropolitane. 

Personalmente non interessano particolarmente le vicende della famiglia Boschi ma basterebbe dare un’occhiata a questo articolo per comprendere che in realtà più che una banca, questa era un’associazione a delinquere… 

Tutti i retroscena del fallimento della vecchia Banca Etruria … 

“I 13 ex amministratori e i 5 ex sindaci cumulano 198 posizioni di fido a loro concessi per ben 185 milioni. Ne vengono utilizzati 142 con perdite per la banca di 18 milioni. Non solo ma di questi soldi dati agli amministratori ben 90 milioni finiscono tra i prestiti in incaglio e sofferenza. Non verranno cioè restituiti. Fanno parte di quel lento accumulo di prestiti malati che sono la vera croce per l’istituto.”