La necessità di lottare per la difesa del
territorio come Bene Comune, nell’ultimo anno, ha dato vita a una serie
di battaglie da parte di movimenti che hanno sviluppato o esteso, in
forme differenti, lotte già esistenti, come ad esempio i movimenti No
Tav, No Ponte, o i movimenti referendari.
Uno
dei principali banchi di prova che si trovano dinnanzi la maggior parte
delle regioni italiane è la gestione del ciclo dei rifiuti: la
fuoriuscita dall’emergenza continua e la sottrazione del suo controllo
alle ecomafie.
Come nella maggior parte del
meridione, anche in Calabria uno degli attacchi più duri al territorio è
dato dal commissariamento della gestione del ciclo dei rifiuti. Esso
inizia nel lontano 1997, circa 14 anni fa.
I
vari governi nazionali e regionali che si sono succeduti in questi 14
anni hanno dichiarato lo stato di emergenza, affidando poteri
straordinari ed in deroga a numerosi presidenti di regione e prefetti o
alti funzionari dello Stato.
L’emergenza
rifiuti è stata utilizzata quale ammonimento verso popolazioni,
comitati, associazioni e movimenti che si sono battuti e si battono
contro il proliferare di inceneritori e discariche. Il messaggio, di
chiaro stampo autoritario, è: se non volete finire coi rifiuti per
strada come in Campania, bisogna costruire nuove discariche ed
inceneritori. Soluzione, questa, che favorisce solo l’imprenditoria e la
‘ndrangheta e che risulta mortale per i nostri territori e le
popolazioni calabresi.
Questo ricatto è inaccettabile e va contrastato con ogni mezzo.
In Calabria, cosi come nelle altre Regioni, non è la mancanza di
costosissimi e nocivi inceneritori e discariche ad impedire la
soluzione del problema rifiuti, ma la colpevole assenza di qualsiasi
politica di riduzione alla fonte, e quindi di riutilizzo, di
riciclaggio, nonché di attente e diffuse forme di raccolta
differenziata, oltre all’assenza di serie e trasparenti procedure per
l’affidamento della gestione dell’intero ciclo di smaltimento dei
rifiuti.
Tracciare, dunque, un bilancio di
14 anni di commissariamento per l’emergenza ambientale significa
ricordare i miliardi di euro spesi senza il raggiungimento, non solo, di
nessuno degli obiettivi annunciati, ma con la distruzione e
l’avvelenamento dei nostri territori.
La logica che ha mosso le azioni dell’ufficio del commissario in tutti questi lunghi anni è stata quella di favorire i privati nella gestione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Privati che “più smaltiscono e più guadagnano”,
più abbancano rifiuti più si arricchiscono. Ma se i veri burattinai,
quelli che hanno determinato e determinano lo sfruttamento e la
distruzione del nostro territorio, sono da ricercare in quel groviglio
di interessi in cui si muovono la nostrana imprenditoria d’accatto, le
‘ndrine, il mondo delle professioni e della sanità, la classe politica e
dirigente tutta.
Nelle mega-discariche
private autorizzate nel corso di 14 anni di commissariamento, sono stati
abbancati rifiuti provenienti, non solo da tutte le province calabresi,
ma anche da fuori regione, in spregio al piano regionale sui rifiuti
che prevede - in base al principio di autosufficienza e di prossimità -
che ogni provincia debba smaltire in loco i propri rifiuti. Non
scontentando nessuno, ha anche permesso la costruzione di decine di
discariche di piccole dimensioni, col solo obiettivo di favorire qualche
‘ndrina locale, magari legata a qualche eletto in qualche consiglio
comunale, provinciale, regionale.
E non
ancora contenti i dirigenti dell’ufficio del Commissario per
l’emergenza ambientale vogliono ampliare le megadiscariche esistenti e
raddoppiare l’inceneritore di Gioia Tauro che già brucia i rifiuti
provenienti da tutta la Calabria. Appare chiaro che il ciclo dei rifiuti
in Calabria, come nel resto del Paese, è in mano alle ‘ndrine, alle
mafie ed alle multinazionali del settore. Come fa la politica a non
vederlo? Come fa ad allontanare da sé le proprie responsabilità
concordando a tavolino e con i governi nazionali, ogni anno, il rinnovo
del commissariamento e il nome dello stesso o del sub commissario? Con
quale sfacciataggine i Commissari che si sono succeduti, ad eccezione di
qualcuno (Ruggiero), alimentano questo sistema corrotto e perverso?
Quello
delle ecomafie e dei profitti legati allo smaltimento legale ed
illegale dei rifiuti è, quindi, una delle madri del disastro sociale,
economico e culturale che stritola la Calabria e gran parte del
mezzogiorno d’Italia. Le Istituzioni e lo Stato in Calabria sono il
cavallo di troia che utilizzano le economie criminali della nostra
regione per ingigantire il loro giro di affari e aumentare, ancor di
più, il controllo totale del territorio.
Quanto accade in Calabria e nel Mezzogiorno è emblematico della
situazione del Paese: gestione non controllata di rifiuti industriali,
pericolosi e solidi urbani, mancata bonifica di territori pesantemente
inquinati, piani regionali di gestione del ciclo dei rifiuti fondati
esclusivamente sull’utilizzo di inceneritori e discariche, costruzione
di centrali termoelettriche a olio combustibile ed a carbone, progetti
di rigassificatori offshore e on board oltretutto ancora da
sperimentare, linee elettriche e antenne per la telefonia mobile,
proliferazione di insediamenti industriali altamente inquinanti e nocivi
in aree urbanizzate e a ridosso di aree agricole.
In
questo quadro un dato impressionante è quello della situazione
sanitaria della nostra regione, infatti, l’incidenza generale di
malattie tumorali in Calabria ha drammaticamente superato, per
particolari patologie di cancro, la media nazionale. La gestione
commissariale, che dura da oltre tredici anni, ha completamente ignorato
questa allarmante situazione.
E’quindi
improcrastinabile, per difendere la salute e l’interesse collettivo,
avviare piani straordinari di bonifica delle aree gravemente inquinate -
a cominciare dall’ex sito industriale di Crotone, di proprietà
dell’Eni, colosso dell’energia a partecipazione statale e primo
responsabile del pesante inquinamento da metalli pesanti - promuovere
concretamente programmi di riduzione alla fonte della produzione dei
rifiuti e degli imballaggi, il riuso e il riciclaggio, le raccolte
differenziate porta a porta. E promuovere sistemi di progettazione e di
produzione dei beni di consumo che riducano al minimo i materiali di
scarto, puntando all’obbiettivo rifiuti zero.
Difendere, dunque, la Calabria significa rompere con il passato e
significa avviare una nuova fase di progettazione dell’intero ciclo dei
rifiuti.
Crediamo che la rinascita del
territorio calabrese può e deve passare attraverso la bonifica
integrale, in tempi certi e con procedure trasparenti, di tutti i siti
inquinati (del cassanese, della Marlane di Praia a Mare, della Valle
dell’Oliva, del vibonese), attraverso il monitoraggio e controllo
continuo e costante dell'aria, della terra e delle acque marine e
fluviali.
Bisogna affrontare la questione
ambientale e sanitaria procurata dalla nociva gestione del ciclo dei
rifiuti per avviare uno sviluppo eco-compatibile che crei nuove
possibilità occupazionali e che, nel tutelare i beni comuni, faccia gli
interessi concreti delle nostre comunità.
E'
indispensabile, quindi, per rendere sostenibile lo sviluppo delle
nostre regioni, restituire il potere di programmazione e di gestione del
ciclo dei rifiuti e delle problematiche legate alla tutela
dell’ambiente e del territorio, alle comunità e agli enti locali,
attraverso un percorso di reale partecipazione democratica. E’
indispensabile che l’intero ciclo dei rifiuti sia direttamente ed
interamente programmato e gestito dal pubblico.
Non
possiamo e non vogliamo più permettere che le nostre regioni vengano
considerate terra di conquista dove è consentito realizzare qualsiasi
attività lucrativa senza regole e senza rispetto per l’ambiente e contro
la volontà delle popolazioni.
Per tutto
questo la Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò” INVITA tutte le
associazioni, le organizzazioni, le reti, i gruppi e le persone
interessate ad aderire e a partecipare ad una grande manifestazione, che
si terrà a Crotone il 12 Novembre 2011, per chiedere la fine del
commissariamento per l’emergenza rifiuti in Calabria e in tutte le altre
regioni commissariate.
Rete per la Difesa del Territorio "Franco Nisticò"
per info e adesioni: http://www.difendiamolacalabria.org/12novembre