Riemerge il feticcio della legalità

Expo 2015 si accanisce contro migranti e sex workers

Ennesima retata contro i più deboli

Utente: Sos Fornace
14 / 3 / 2013

Expo 2015 si accanisce contro migranti e sex workers

Rho, 14 Marzo 2013. Anche questa settimana la "macchina Expo 2015" si mette in moto per (ri)pulire le vetrine della città.

A pochi giorni dall'insediamento della nuova giunta regionale leghista che si passerà il testimone con l'"eccellenza" dei politici lombardi, molti dei quali indagati a vario titolo per reati di associazione mafiosa, corruzione, concussione, truffa, tangenti, peculato, bancarotta, sfruttamento della prostituzione, alleati con affaristi, faccendieri, speculatori, mafiosi per controllare i principali settori pubblici come sanità e istruzione, appalti, discariche e grandi opere, ecco che riemerge il feticcio della legalità.

All’ombra della città vetrina di Expo 2015, a pagare il prezzo del grande evento ancora una volta non sono gli speculatori, bensì giovani ragazze romene e altre donne nigeriane, per le quali sono scattati un arresto per documenti falsi, denunce per atti osceni in luogo pubblico e per presenza irregolare sul territorio nazionale. Per le ragazze è già stato avviato il procedimento di espulsione, perchè prostitute, o meglio, perchè migranti irregolari. Visto che la prostituzione non costituisce reato e sarebbe vietata la schedatura di chi esercita tale professione, i provvedimenti adottati si svelano per quello che sono, ovvero l'ennesima soluzione razzista contro i soggetti più precari, i migranti.

Dopo l'annullamento dell'ordinanza contro la prostituzione (quella prevista dal 'Pacchetto Sicurezza' di Maroni) da parte della Corte Costituzionale, le lavoratrici sessuali continuano ad essere per la città una forma di criminalità che deve essere contrastata perchè oscena e che può essere eliminata sfruttando la loro clandestinità. La soluzione finale delle amministrazioni è lo sgombero: oggi delle strade, domani dei campi rom.

Se lo slogan di Expo 2015 è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, le pratiche vanno in senso contrario: nutrire gli affari di pochi, nessun tipo di welfare per gli altri.

Così, la città vetrina continua a produrre i suoi effetti: le migranti sono espulse, rimpatriate o recluse in un Cie; le attività legate alla prostituzione si spostano al chiuso, rendendo più difficile, tra l'altro, il lavoro di associazioni impegnate a contattare le lavoratrici sessuali vittime di sfruttamento per dare loro supporto per uscire dalla tratta. L'effetto è una pesante erosione dei diritti minimi: libertà di circolazione per tutti e welfare adeguato, diritti e tutele sul lavoro, alla mobilità, alla casa, alla salute, ai saperi e agli affetti. In quest'ottica, migranti e sex workers, che siano lavoratrici vittime di sfruttamento o autodeterminate, continuano ad essere i soggetti più vulnerabili e più stigmatizzati.

NO BAD WOMEN JUST BAD LAWS!

DIRITTI PER TUTTE!

SUPPORT SEX WORKERS RIGHTS!

Centro Sociale Sos Fornace

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