In cerca d'una boccata d'aria.

di Francesca Stile

6 / 7 / 2011

La verità è che non so neanche da dove cominciare. Lo so, le cose che succedono nel nostro territorio sono talmente assurde ed incredibili da non sembrar vere, eppure è così. Ci sono i cadaveri nel mare e le tombe senza nome a Lampedusa, ci sono trattati per i respingimenti, ci sono i confini nazionali che delineano profili di esseri umani di serie A ed esseri umani di serie B, a seconda che tu sia nato al di fuori di essi o al loro interno.

Ci sono i Cie.

Ci sono dei lager oggi, in Italia...nelle periferie delle nostre belle città, nella rossa Bologna, nella fredda Milano, nella laboriosa Torino, nel cuore di Roma, a Bari, Brindisi, Lampedusa, Crotone...ci sono persone che cadono in questi buchi neri, prigioni vere e proprie, dove è negata ogni tipo di assistenza sanitaria, psicologica, vengono boicottati tentativi di assistenza legale "oh, sì, mi dispiace avvocato, il suo assistito è stato rimpatriato proprio ieri. Come dice?! Ha i documenti per il diritto all'asilo? Che disdetta, sarà per la prossima volta!".

Come chiamate voi un luogo in cui viene rinchiuso qualcuno che non ha commesso alcun reato, ma si presume che possa farlo in base alla sua nazionalità o etnia? Campo di concentramento. E sarebbe davvero assurdo se ne esistessero ancora, quindi, perché credere che sia proprio così?

C’è l'informazione complice e schiava di questo governo; c'è la riforma della scuola, il diritto all'istruzione che diventa un miraggio; ci sono i contratti di lavoro ed i ricatti ai lavoratori; c'è l'essere appesi ad un'esistenza precaria, ci sono gli omicidi di Valerio Verbano, e di tanti altri come lui, che ancora non hanno un colpevole perché lo Stato, che dovrebbe ripudiare ogni tipo di fascismo, protegge e nasconde. Ci sono Stefano Cucchi, Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino, Gabriele Sandri.

C’è Napoli che impazzisce tra inceneritori e rifiuti, ci sono L’Aquila e gli aquilani con la loro dignità.

C'è il tentativo di farci credere che possa essere utile privatizzare l'acqua, conveniente investire nel nucleare, necessario portare a termine un progetto degli anni 90 che ci permetterebbe di andare a Parigi dalla val di Susa in sole tre ore.

MA VAFFANCULO.

Lo so, è un calderone assurdo, una frittura mista di ingiustizie e prese in giro, eppure sento sempre più spesso voci di persone che cercano di trovare delle giustificazioni a tutto questo.

I miei stessi genitori si domandano :"Cosa mai faranno questi ragazzi per meritare di essere trattati così"? ...perché per le persone per bene, le persone oneste, devi aver fatto qualcosa di grave, e sotto sotto pensano davvero che sia così, altrimenti spaccare la testa ai loro ragazzi che senso avrebbe? Non lo sanno i poliziotti, i carabinieri, i finanzieri, che basta un solo colpo in testa, dato nel punto giusto, per spezzare una vita? Perché colpire così i nostri figli? Stai attenta a mammà! Io sto sempre attenta, ma spesso ho troppa paura, perché mi rendo conto che gli unici che sono lì al mio fianco sono i compagni e le compagne, e non c'è nessun altro da cui mi senta tutelata.

Io non sono una black block. Ve l'abbiamo già spiegato dopo il 14 Dicembre che non esistono i black block. In che altra lingua bisogna dirvelo?! Siete giornalisti, dovreste essere svegli e recettivi per categoria, ma a fanculo anche i luoghi comuni, una tale manifestazione di ottusità e presunzione non l'avevo mai vista prima.

Non vado ai cortei per scaricare l'adrenalina, perché ho bisogno di sfogarmi un po’. Io ci vado ed ho tanta paura, ma lo faccio perché devo, qualcuno deve farlo, perché ho imparato che se ogni tanto non alzi la voce e gridi forte non ti ascolta nessuno, perché spetta a noi difendere i nostri territori, i nostri diritti, e perché se non lo facessi probabilmente sarei un’altra persona.

E allora via, nel verde smeraldo della Val di Susa.

Che bello qui...sono venuta per abbracciare la causa degli abitanti, ma diamine, ora che lo vedo sì che sono convinta che questo posto non vada toccato!

Ho gli scarponcini da montagna, perché so che si camminerà tanto, e già mi fanno male i piedi per la festa dell'altra sera, ho un cambio di vestiti, e già pregusto il tessuto pulito sulla pelle dopo la sudata..abbiamo anche la crema solare, chissà che non mi abbronzi un po’, così quando tornerò a casa mia per l’estate non avrò il classico biancume che urla “studente fuori sede!”.

Mi sento molto ben attrezzata, e ringrazio i miei per le tante scarpinate in montagna da piccina..certo, ormai tra le sigarette, le serate con gli amici ed una certa repulsione per qualsiasi attività fisica, magari resterò indietro…spero di non rendermi ridicola!

Prima sento freddo, ma poi sale il sole ed inizia a fare davvero caldo, tolgo e metto la felpa maledicendo la mattina presto per le sue temperature ballerine.

Ho anche due limoni con me, degli occhialini da piscina ed un foular.

Questa è la storia della mia "guerriglia premeditata". Pensare a come difendermi perché porto le lenti a contatto e gli occhi non respirano.

E decisamente potevo, avrei dovuto fare di meglio, perché quelli che ci hanno sparato addosso sono gas cs, e danneggiano polmoni, reni, cuore, fegato, modificano geneticamente il nostro dna, sono cancerogeni. Lo sappiamo e ci andiamo lo stesso. Per nessuno di noi questo è un gioco.

Abbiamo dignità, e consapevolezza…ci informiamo, poniamo domande, cerchiamo risposte, lottiamo, desideriamo, ci indigniamo.. e sono profondamente convinta che nessuna delle 70.000 persone che erano in quella valle al mio fianco potrebbe agire verso un qualsiasi altro individuo con il sadismo, la vigliaccheria e la ferocia con cui membri della polizia, finanza, dei carabinieri, e chi più ne ha più ne metta, si sono accaniti su un mio amico, un mio fratello.

E ha la pellaccia dura, Fabiano. E mi trovo a sperare che siano forti come lui anche tutti gli altri compagni che hanno subito il suo trattamento, che non si lascino abbattere, fiaccare nello spirito o divorare dalla rabbia e dal senso di ingiustizia, che pesa opprimente un po’ su tutti noi negli ultimi giorni.

Tornerò a difendere la Val di Susa, continuerò a lottare per ciò che è giusto, e sempre avrò paura. Perché io quei poliziotti li guardo negli occhi, e mi dispiace, mi sento mortificata, persino, ma non sono persone come me. Sono di ghiaccio, non mi vedono. Non esiste più il buon vecchio dogma pasoliniano, non sono dei ragazzotti del sud che si trovano lì per caso. Possono scegliere. E scelgono di venirmi a massacrare.

E la verità è che adesso non so come chiudere questo flusso di coscienza. Provo con la speranza? Spero che qualcosa di buono accada. Spero in un po’ di giustiza. Spero che la Val di Susa resti la meravigliosa valle che ho conosciuto. Spero che i suoi abitanti siano sempre così forti e combattivi, a guardarli fra i loro monti non riuscivo a non pensare che quella tempra lì non si spezza!.

Spero che tutto ciò che sembra assurdo, incredibile, irragionevole inizi a mostrarsi reale agli occhi di tutt*, anche a quelli di chi non vuol vedere, perché dobbiamo conoscere la verità per poterla difendere.

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