Un analisi del movimento alla luce della Sociologia dei movimenti sociali

La protesta in Val di Susa nella interpretazione di Donatella della Porta e Gianni Piazza

Utente: gagliano
20 / 8 / 2011

Nel saggio di  Donatella della Porta e Gianni Piazza intitolato:” Le ragioni del no”(edito da  Feltrinelli nel 2008)sia le finalità che le modalità di protesta contro la TAV da parte sia delle comunità locali che da parte di attori sociali e culturali(collocabili nel contesto sindacale,pacifista,anarchico,ambientalista,etc)vengono interpretate alla luce della sociologia dei movimenti sociali che trova proprio in Donatella della Porta una delle più note e autorevoli esponenti a livello internazionale.

Come è oramai acquisito, la genesi della protesta contro i treni ad alta velocità nasce nel 1990 da parte del coordinamento delle associazioni ambientaliste che, unitamente ad altre associazioni, si mobilitò concretamente  nel 1991 contro uno convegno organizzato dalla Confindustria , da Fiat, Fs e Regione,convegno volto a difendere le ragioni della Tav. Di particolare significato sono le associazioni che prenderanno parte a questo coordinamento e cioè il Gruppo Habitat, fondato da Legambiente,il WWF e la Prenatura. In un secondo momento queste organizzazioni saranno affiancate dalle associazioni locali e cioè dai sindaci e dalla comunità montana della bassa Val di Susa. In questa fase, che si colloca temporalmente tra il 1995 e il 1997, la campagna di protesta si costruisce sia per difendere il territorio sia per rivendicare il diritto da parte delle popolazioni locali a decidere il loro destino. A partire dal 2003-anche grazie al coinvolgimento di analoghe associazioni francesi-le forme di protesta contro il progetto iniziano a prendere la forma di azioni dirette e,nello specifico, si concretizzano attraverso l'occupazione, i blocchi autostradali, le manifestazioni controculturali e controinformative fino alle marcia di protesta pacifica nel 2003 alla quale prenderanno parte 20.000 persone. L'importanza delle motivazioni delle proteste indurrà i Cobas, i Verdi, Rc e il Pcdi a sostenere le ragioni dei cittadini. Un ruolo importante avranno anche i centri sociali soprattutto nella realizzazione dei cosiddetti campeggi di lotta. L'ampiezza delle proteste dei cittadini indurrà anche un personaggio di indubbia popolarità e credibilità nel contesto del pacifismo religioso italiano- e cioè padre Zanotelli-( e in un secondo momento anche Don Vitaliano della Sala) a contribuire a sostenere  la protesta,la cui intensificazione  si attuerà nel 2005 quando, alle associazioni già presenti si uniranno, i collettivi studenteschi, la Fiom-Cgil, l’Arci, il Socialforum e la galassia movimentista  anarchica. Di particolare interesse- nel saggio  degli autori- è il ruolo che viene tributato ai centri sociali i quali contribuiscono a svolgere una capillare attività contro informativa arrecando ai comitati locali esperienza e competenza nell'organizzare le azioni di protesta. Per quanto riguarda un altro attore antagonista di rilievo e cioè il sindacato, non c'è dubbio che, accanto ai Cobas, anche la Fiom ha svolto un ruolo di estremo rilievo. Naturalmente  gli autori focalizzano la loro attenzione sui   temi portanti della protesta. In primo luogo, la difesa della salute e il valore del territorio rispetto ad un uso irrazionale dello sviluppo economico (lo sviluppo di tumori legati all'uso dell'amianto ed uranio);in secondo luogo l'inutilità economica della Tav e il suo costo altissimo (un'opera questa che viene definita faraonica ed inutile,una mega opera frutto dello sperpero e della distruzione ambientale, p. 96);in terzo luogo,la salvaguardia del territorio e l’ intrinseca incompatibilità del progetto che nascono dalla consapevolezza, da parte di Lega Ambiente e dei Verdi, della necessità di limitare lo sperpero energetico e di attuare un modello di sviluppo alternativo ma anche dalla consapevolezza che questa opera sia frutto di speculatori e affaristi;in quarto luogo,dalla necessità di migliorare il trasporto locale, i servizi sociali e sanitari invece che destinare enormi quantità di risorse ad una operazione inutile per la popolazione;in quinto luogo,dalla necessità all'autodeterminazione cioè dall’utilizzo della  consultazione democratica e popolare in un'ottica di democrazia partecipata. A livello di modalità di protesta o repertori di protesta-  che viene definita dalla sociologia dei movimenti sociali come una risorsa di chi non ha potere poiché chi protesta fa affidamento per il suo successo non sull'utilizzazione diretta di potere ma sull'attivazione di altri gruppi nell'arena politica (p. 116)- gli autori la illustrano partendo dalla concetto di informazione capillare cioè dalla consapevolezza, da parte dei comitati, che le informazioni reali sui costi e sui danni di questo progetto sono stati tenuti volutamente nascosti.In altri termini, solo una campagna contro informativa è in grado di appurare  su base scientifica  sia i danni reali per l’ambiente e la salute che le strategie alternative (come dimostra d’altra parte lo studio commissionato dalla comunità montana).Accanto alla dimensione informativa,le  azioni non violente  hanno rappresentato la modalità di protesta più diffusa,unitamente ai  presìdi- che nel breve tempo diverranno vere propri laboratori politici soprattutto con i centri sociali- i campeggi di lotta,l’uso del diritto in funzione antagonista( i ricorsi al Tar , le audizioni della commissione per le petizioni all'Unione europea),le performance teatrali, i giganteschi striscioni, i digiuni, le veglie,il boicottaggio delle banche che finanziano l'opera, la controinformazione attraverso Internet e quindi attraverso la costruzione di pagine Web sia in funzione logistico-organizzativa che cognitivo informativa (oltre naturalmente a quella simbolica e protestataria). Quanto alle risposte date dalle istituzioni politiche- sia di centrosinistra che di centrodestra- queste si sono, secondo gli autori, concretizzate :1) in strategie di esclusione passiva (per esempio non informando i cittadini e non coinvolgendoli nelle decisioni fondamentali);2)  nel tentativo di offrire proposte di compensazione di natura economica;3)nella militarizzazione del territorio e infine 4) nel tentativo di dividere i soggetti protestatari attraverso la cooptazione selettiva.

Gagliano Giuseppe