Deportato oggi in Egitto Mohamed (Mimmo), uno dei principali protagonisti della lotta per i diritti e la sanatoria di Brescia

La vendetta di Maroni

18 / 11 / 2010

Dopo gli ultimi disperati tentativi di avvocati e attivisti per fermare la partenza dell'aereo su cui era stato imbarcato in gran segreto, è stato definitivamente deportato oggi alle 14.30 dall'aeroporto di malpensa Mohamed, conosciuto a Brescia come Mimmo, attivista per i diritti degli stranieri in Italia.
Si consuma così, in maniera vergognosa e con modalità finora mai utilizzate, l'ennesima e la più feroce vendetta del Ministero degli Interni e dei vari apparati di potere bresciani contro chi ha lottato strenuamente per il riconoscimento dei diritti dei cittadini stranieri in Italia. In questa vicenda ha avuto un ruolo anche il Consolato egiziano di Milano che ha accelerato tutte le pratiche per rendere più rapida l'espulsione di Mimmo che si trovava da alcuni giorni detenuto in isolamento presso il CIE di via Corelli a Milano.
Mimmo fino all'ultimo non aveva voluto sottostare al silenzio e all'invisibilità e, come i suoi fratelli che erano da due settimane in cima alla gru di Brescia, aveva deciso di non cedere a ricatti e minacce. Martedì scorso era andato nel capoluogo lombardo per unirsi al presidio allestito sotto al Consolato del Cairo, con lo scopo di fare pressioni per fermare le espulsioni dei nove egiziani bresciani che stavano per essere rimpatriati, dopo una settimana di detenzione nei lager di Stato per migranti di Milano e Torino. Finito il presidio, Mohammed era stato pedinato, intercettato e poi fermato da alcuni agenti di polizia, a quanto pare su precisa indicazione delle autorità del Cairo e della Questura di Brescia. Le stesse autorità che hanno fatto tutto il possibile perché il giudice di pace decidesse poi di lasciare Mimmo nel Cie di via Corelli, in attesa di una sempre più probabile e imminente espulsione, chiara forma di ritorsione contro un uomo da tempo in prima fila nella lotta contro gli abusi del governo italiano e di quello egiziano.
E' una notizia tragica e triste poichè con questa azione il governo non solo consuma la propria vendetta contro chi ha lottato, ma tenta anche di ribadire che chi si ribella all'ingiustizia verrà giustiziato.
La deportazione in casi come questo non è solo l'allontanamento coatto dal paese in cui si è scelto di vivere, ma è un vero e proprio omicidio politico e civile, il tentativo di far scomparire chi non accetta di essere invisibile.

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