dal Piccolo di Gorizia -7 febbraio 2010l.

L’attesa tra lacrime e sguardi bassi

Il Pronto soccorso blindato dalle ”gazzelle” per tutta la mattina

Utente: luciano
8 / 2 / 2010

Un via vai di ”gazzelle” continuo. A ondate, all’ospedale di San Polo. Quasi blindato per tutta la mattinata di ieri dalle pattuglie concentratesi al Pronto soccorso. Tra i pazienti in sala d’attesa, passavano giovani e ragazzini. Appena maggiorenni accompagnati anche dalla fidanzatina. E i minorenni seguiti dai genitori. C’è chi, tra gli utenti in attesa, li ha visti piangere.
La mobilitazione ha avuto inizio qualche ora dopo l’alba. Verso le 8 sono arrivate le prime pattuglie dei carabinieri. I ragazzi hanno così infilato l’ingresso del Pronto soccorso, dove sono stati sottoposti all’esame delle urine. Verso le 10.30 erano stati sottoposti al test sanitario una decina di giovani. Ma non era finita. Era solo un primo round. Gli operatori sanitari infatti erano stati preavvertiti: in arrivo c’erano altri giovani, alcune decine, da esaminare. Un afflusso, dunque, a scaglioni. «Sono arrivati a casa e ora siamo venuti in ospedale - ha detto una ragazzina che attendeva il suo fidanzato mentre stava eseguendo l’esame -. Non credo che tutti abbiano fatto consumo di droga. Magari sono stati coinvolti semplicemente attraverso i colloqui intercorsi con i cellulari».
I risultati degli esami non sono immediati, bisognerà attendere per avere riscontri precisi. Il test delle urine permette di verificare la presenza di tracce di stupefacente che, per gli oppiacei, permane nel soggetto consumatore anche per alcuni mesi.
Mattinata insolita, dunque, al Pronto soccorso, tra gli sguardi quantomeno incuriositi degli utenti, richiamati dal via vai delle forze dell’ordine. Tutto comunque si è svolto con estrema tranquillità. Sguardi preoccupati, ma anche i volti sereni di chi si sentiva ”a posto”. Uno scenario che, comunque, non fosse altro che per l’evidente presenza delle ”gazzelle” e dei militari, non è passato inosservato. All’ospedale, tra gli operatori sanitari, c’era chi osservava la particolare portata di questo ”monitoraggio sanitario”.
L’indagine anti-droga ha tratteggiato i comportamenti dei giovani, compagnie distinte ma che si intersecano, anche attraverso amici comuni. L’obiettivo, comunque, è chiaro: l’operazione messa in campo dai carabinieri intende lanciare uno specifico messaggio ai giovani e ai loro genitori. La priorità è dunque quella di arginare il fenomeno del consumo tra i giovani e i giovanissimi, ponendo l’accento proprio sulla responsabilizzazione sociale. Diventa importante, pertanto, la presa di coscienza da parte dei ragazzi, abituati oggi a gestire un’autonomia decisamente più ampia rispetto al passato. (l.bo.)