Veti contrapposti sulla definizione del pacchetto di misure anticrisi che il Ministro Tremonti sta presentando in Parlamento. Anche in una situazione d’emergenza come quella che stiamo vivendo la politica non riesce a fare fronte comune e si dimostra inadeguata?
Totalmente inadeguata. Sostanzialmente i partiti politici italiani sono come i polli di Renzo nel Romanzo “I Promessi Sposi”
di Alessandro Manzoni che si beccano l’uno con l’altro senza capire che
il loro destino è quello di finire entrambi in padella.
Questo progetto di risanamento è, in realtà, una dichiarazione di guerra dei governi e dell’Unione Europea nei confronti dei popoli europei, questa è l’unica definizione possibile. Stanno pensando e progettando di far pagare il disastro che la finanza mondiale ha compiuto
alla gente europea, in primo luogo ai greci, a noi, agli spagnoli, ai
portoghesi. La finanza mondiale, a cominciare da quella americana, ha
letteralmente spolpato la ricchezza del pianeta, seguita naturalmente e
fedelmente dalle posizioni assunte dalla Banca centrale europea la quale
ha, insieme alla Federal Reserve americana, praticamente salvato tutte le banche
che erano andate in fallimento nel 2007/2008, indebitando tutti gli
stati oltre ogni limite. Bisogna rendersi conto che noi oggi,
sostanzialmente, stiamo pagando il disastro creato da Wall Street e dalle banche d’investimento mondiali,
tra cui molte banche europee, che pretenderebbero inoltre di imporci un
programma di risanamento che significherebbe letteralmente “spolpare” i
redditi e il welfare state, o quello che ne resta, delle popolazioni
europee. Questa è la spiegazione di ciò che sta accadendo e non ci
dovrebbero essere discussioni in merito. Questo non è un programma di
risanamento, questa è la guerra dei finanzieri, della finanza, contro le popolazioni.
La mia proposta è molto semplice: non accettare questo ricatto perché chi deve pagare sono i responsabili della crisi.
Ci hanno detto e ripetuto fino alla nausea che il mercato ha delle
leggi. Se queste leggi valgono, allora a pagare sia chi ha svolto male
il suo ruolo e che è andato in fallimento. Sono loro, e non noi, che
devono pagare. Non siamo stati noi cittadini ad aver preso queste
scelte, non essendo stati informati di quello che stavano facendo, prima
questione fondamentale. C’è inoltre da dire che tutti noi siamo stati
tutti educati negli ultimi 30 anni a consumare e a dilapidare tutte le risorse perché ci dicevano che bisognava consumare e indebitarsi:
e adesso ci accusano di esserci indebitati e di avere consumato? Ma se
ogni giorno, da ogni televisione, ci viene ripetuto che dobbiamo
continuare a consumare a oltranza, come possono poi accusarci di essere
noi i responsabili del fatto che milioni di persone hanno consumato? Io
sto parlando dell’Europa, ma l’America è dieci volte peggio da questo
punto di vista. L’America è costretta, di fatto, a essere ormai in
bancarotta perché hanno consumato molto di più di quello che potevano consumare. Tutta questa situazione è una grande commedia
che viene recitata da veri e propri farabutti che sono i grandi
detentori della finanza mondiale, veri e propri criminali a cominciare
da Alan Greenspan, che dopo avere trascinato il mondo intero nel disastro ha dichiarato in un’intervista al New York Times circa un anno fa: “Scusatemi mi sono sbagliato”.
Se si è sbagliato una volta, bisognerebbe dirgli di non parlare più,
questa gente dovrebbe andare tutta in galera direttamente.
Peraltro, anche i governi hanno consentito alle banche di emettere più denaro di quello che possedevano,
non avendo nessun obbligo di mantenere delle riserve adeguate. In
questo modo, le banche hanno prestato soldi che non avevano e su questi
soldi hanno richiesto gli interessi, moltiplicando e ingigantendo (parlo delle grandi banche naturalmente) la massa monetaria, interamente falsa. Noi stiamo vivendo la crisi che loro hanno creato, minuto per minuto, negli ultimi dieci anni: per questo motivo la gente deve essere capace di rispondere e di reagire organizzandosi,
rifiutando di pagare e ricorrendo a tutte le forme di difesa della
propria esistenza e del proprio territorio, come stanno facendo per
esempio quelli che si difendono contro l’alta velocità in Val di Susa. Faccio questo esempio specifico perché è proprio questo che bisogna fare, dicendo ai veri responsabili della crisi: «Voi
siete una manica di irresponsabili, noi non accettiamo le vostre
decisioni e difendiamo la nostra vita e il nostro territorio,
il nostro cervello, le nostre vite, i nostri corpi, la nostra salute,
l’educazione dei nostri figli, i nostri ospedali, le nostre città». Noi
dobbiamo dire questo tutti insieme, e questa è una proposta politica.
Anche in Italia, come a Londra, c’è il rischio di uno scontro sociale?
Io sono certo che questo scontro sociale stia per esplodere
perché fino adesso noi non abbiamo ancora visto niente. Ho letto un
editoriale di Mario Sensini, un economista, il quale addirittura dice: «Beh, bisogna abolire le pensioni di anzianità».
Questa gente ci sta dichiarando una vera e propria guerra, stanno
dichiarando che devono togliere le pensioni di anzianità a milioni di
persone, gettando sul lastrico un terzo della popolazione. Se arrivano a fare queste proposte, vuol dire che sono convinti di potercela fare, bisogna spiegargli che non ce la faranno.
Io ritengo che quello che è successo e sta succedendo in Grecia è soltanto l’inizio, quando la gente a milioni verrà posta di fronte a condizioni insostenibili si ribellerà, è evidente che si ribellerà. Quale profilo avrà questa ribellione non lo so: a Londra sta avvenendo nella forma di una jacquerie
assolutamente senza obiettivo perché, sfortunatamente, non esistono
forze politicamente capaci di guidare questo movimento poiché tutte le
forze politiche, di sinistra, di destra e di centro sono tutte implicate
in questa operazione, ed è per questo che questa protesta assume ed
assumerà forme violente. Io non propongo di fare proteste violente,
ma temo fortemente che questo succederà quando queste misure saranno
messe in atto perché la gente, non essendo organizzata e diretta,
reagirà in modo immediato e spontaneo e quindi si andrà verso degli scontri sociali di grandi proporzioni.
È la politica della Bce e dei governi centrali che sostengono quella
linea che sta incendiando l’Europa, le conseguenze sono interamente
nelle loro mani e la loro responsabilità è in questo senso assoluta.
Le soluzioni proposte da alcuni esponenti dell’opposizione, come le elezioni anticipate o un governo di responsabilità nazionale, sono strade valide e percorribili?
Diciamo innanzitutto che quella italiana non è un’opposizione, perché
non fa opposizione a niente. In sostanza cosa dice? Dice che se
dovessero sostituire l’attuale governo, faranno esattamente le cose che
gli sono state imposte dall’Unione Europea e da Francia e Germania. Se va al governo un’altra coalizione, farà quindi esattamente le stesse cose che ha fatto questa, probabilmente le farà addirittura con maggiore
spregiudicatezza, fidandosi del fatto che potranno dire di avere “il
consenso” popolare. Non ho quindi nessuna fiducia nell’opposizione e
nelle loro proposte.
Naturalmente non avendo neanche nessuna fiducia nei confronti di questo governo, la mia proposta è via tutti questi cialtroni dalla direzione politica del Paese: ci vuole un gruppo di saggi
al quale venga affidato il compito di gestire il rapporto con la
popolazione italiana, di gestire il patto sociale che si regge sulla
Costituzione, rifiutando le modifiche costituzionali che ci vengono
imposte da questa Europa che è l’Europa dei banchieri. La soluzione
politica in questa situazione, con queste forze, non c’è: quindi bisogna trovare un’altra coalizione, un’altra forza politica, che sia espressione della volontà popolare.
E non mi si venga a dire che l’opposizione che dovesse andare al
governo al posto di Berlusconi rappresenta questa forza popolare, perché
non la rappresenta.