Un filo rosso lega persone e avvenimenti che hanno caratterizzato la storia d’Italia e in particolare quella di Salerno e del Cilento.

Mastrogiovanni e Marini due vite che cercano ancora giustizia

Francesco Mastrogiovanni, Giovanni Marini e l’antifascismo militante.

19 / 8 / 2010

Francesco Mastrogiovanni - Giovanni MariniRedNest Magazine TERRA TERRA | Blog di informazione autonoma e indipendente | Salerno Sud Italia

A spiegarci l’indissolubilità delle figure umane dalle vicende politiche è Giuseppe Galzerano noto editore indipendente e autore di numerosi libri di ricerca su personaggi, meno conosciuti al grande pubblico, ma che hanno segnato la storia dell’Italia moderna e contemporanea.

Partiamo dal caso più attuale che è quello legato a Franco Mastrogiovanni, morto nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania…
La sua vicenda è emblematica perché quello che è capitato a Franco è una vicenda drammatica e allo stesso tempo inaccettabile; al suo posto vi si poteva trovare chiunque. Partendo dal trattamento sanitario obbligatorio firmato da un sindaco che non è quello del comune di residenza di Franco,passando per la vicenda della sua “cattura” visto l’enorme mobilitarsi di forze dell’ordine come se bisognasse prendere un latitante, per finire con l’opera di contenzione che ha dovuto subire Mastrogiovanni prima della sua fine.
Tu che lo hai conosciuto ci puoi spiegare chi era Francesco Mastrogiovanni? Voglio ricordare che quando Franco è stato catturato in mare ha subito chiesto di non essere trasportato all’ospedale di Vallo della Lucania presagendo cha lì si sarebbe interrotta la sua vita. Franco è stato sempre un modello di vita: un uomo pulito, che non ha fatto uso di droghe, stimato e voluto bene dai bambini a cui faceva scuola, non ha mai fatto parte di partiti politici anche se le sue idee si possono incardinare nell’esperienza libertaria e antiautoritaria. Posso dire senza ombra di smentita che era un vero servitore dello Stato.

Avete formato un comitato con i parenti e gli amici, ma cosa chiedete? Chiediamo che venga fatta chiarezza su questa storia perché vogliamo che non si ripeta. Basta vedere le immagini delle telecamere presenti nel reparto di psichiatria per capire che il trattamento inumano subito da Franco è un’operazione ripetuta anche su altri pazienti. Ecco pretendiamo di scardinare questo sistema; per meglio far capire, noi non chiediamo le manette, ma l’utilizzo dei farmaci più adatti alla ripresa della persona umana. Voglio solo ricordare quello che mi ha detto il direttore del reparto di psichiatria dell’ospedale di Reggio Emilia: “Il legare i pazienti deve essere l’estrema ratio perché quando si lega qualcuno è come se ci legassimo noi stessi; la contenzione presuppone per forza di cose un’altra reazione”.

Quindi chiedete anche una riforma dell’attuale legge legata alla disposizione del Tso… Certamente. Vogliamo che prima di emanare questo tipo di provvedimento, oggi nelle mani arbitrarie dei sindaci che possono utilizzarlo come forma punitiva, ci sia una commissione che valuti se è il caso di applicarlo. Il Tso deve essere affidato a un organo di controllo e garanzia composto da tecnici della materia che possa ben valutare i casi in cui metterlo in atto e soprattutto se sia un mezzo idoneo per superare determinate fasi critiche di cui soffrono alcune persone.

Legata alla figura di Mastrogiovanni c’è quella di Giovanni Marini, un esponente storico dell’anarchismo salernitano… Il legame è indissolubile perché i due erano veri amici. Un giorno si trovavano a passeggiare a Salerno, precisamente in via Velia, quando vennero aggrediti da un gruppo di fascisti. Franco Mastrogiovanni, che credeva nella parola, si avvicinò a questi signori per chiedere delle spiegazioni, ma fu accoltellato a una gamba. Vedendo l’amico in pericolo Giovanni Marini raccoglie il coltello da terra e si scaglia contro Carlo Falvella, uccidendolo. Questo è il fatto conclusivo di una vicenda che è legata principalmente a Marini che stava portando avanti accertamenti su un fatto accaduto negli anni Settanta; i fascisti avevano messo delle bombe su un treno che stava portando i lavoratori a Reggio Calabria per una manifestazione. Cinque giovani anarchici calabresi erano venuti in possesso delle prove e quando le stavano portando a Roma, all’altezza di Ferentino, la loro macchina fu schiacciata da un camion guidato da un fascista salernitano. Sulla loro vicenda è stato scritto un libro (Cinque Anarchici del sud di Fabio Cuzzola). I loro nomi erano: Gianni Aricò, Annalise Borth, Angelo Casile, Franco Scordo e Luigi lo Celso. A loro e a tutt@ i compagn@ uccisi va il nostro più caro pensiero...

Quindi non ha alcun senso la commemorazione di Carlo Falvella inscenata il mese scorso a Salerno… Assolutamente no e mi dispiace che il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca abbia partecipato a questa pagliacciata. I veri aggressori sono stati i fascisti e Marini è stato solo una vittima. Con la deposizione della lapide che ricorda Falvella si è voluto far passare per provocatore Marini che invece è una persona che ha subito una violenza; se si legge la storia si capisce che la ragione sta tutta dalla parte dell’anarchico salernitano.

Parlando di fascismo non si può soprassedere su quello che accade in Italia con la rinascita di gruppi legati all’eversione nera. Purtroppo anche nel Cilento si sta verifi cando la stessa situazione…E’ una cosa che mi rattrista molto perché questi gruppi proliferano e cercano legittimazione in ambienti che invece sono nati come antifascisti. In questo caso faccio riferimento al Partito Democratico formato da personalità che hanno alla base una cultura antifascista, ma che in pratica non fanno altro che dare spazio a questi nuovi adepti dell’idea fascista. Voglio ricordare a questi signori del Pd che bisogna combattere il fascismo perché ancora, per fortuna, esiste il reato di apologia e solo con azioni mirate di smascheramento di questi giovani fascisti che si può porre un freno alle azioni squadriste che riempiono ogni giorno le pagine di cronaca dei giornali.

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 il mensile “Buco1996-nei secoli a chi fedeli???”
anno IV numero VIII…(numero speciale)

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