M.A.V. - Merda ad Alta Velocità

Utente: beppecasales
25 / 12 / 2009

Sabato 19 dicembre nevica in tutto il centro nord, le temperature variano da -5° a 0°. Tutto il traffico ferroviario soffre “le avverse condizioni meteorologiche” come scandisce ogni due minuti e mezzo la voce maschile del computer. I ritardi dei treni variano dai 45 minuti ai quasi apocalittici 335 minuti (c'ho messo quel po' a capire quanto tempo realmente sono 335 minuti). Ma il punto non è questo.
Alle 16 di sabato 19 dicembre alla stazione di Milano Centrale ci sono -2° e migliaia di persone che aspettano di prendere un treno in ritardo. In tutta Milano Centrale sono aperti due baretti, entrambe grandi come un soggiorno di una casa. Ma in compenso sono aperti almeno tre negozi di mutande e reggiseni, Benetton, e un negozio che vende solo caramelle. E penso che sia inconcepibile che in una stazione così non ci sia un posto riscaldato. Ma non è questo il punto.
Alla fine lo vedo il posto riscaldato: è pieno di gente e per forza. Vado a vedere: è il Club Freccia Rossa. Per entrare bisogna digitare un codice che possiede solo chi ha la carta del Club Freccia Rossa. Però penso che tutte le persone che stanno lì dentro a scaldarsi non sono tutte associate al Club Freccia Rossa, ci deve essere per forza un'altra entrata: l'uscita. La gente entra tutta dall'uscita.
Ovviamente nessuno protesta, perché fuori fa un freddo cane, i treni sono tutti in mostruoso ritardo, e quello è l'unico posto caldo della stazione. È arredato con poltrone e divani disegnati da un designer Ikea sotto LSD. Ma non è nemmeno questo il punto.
I grandi cervelli delle Ferrovie dello Stato, nel restaurare Milano Centrale (non sono ancora finiti i lavori) hanno preferito dare la precedenza alla costruzione dell'area del Club Freccia Rossa, invece che alla solita 'Sala viaggiatori', quella che ci si va proprio quando fa freddo perché di solito ci stanno i barboni. È questo, è questo che mi fa incazzare. Anche in questo caso e per molti mesi solo le persone che hanno i soldi si possono permettere di stare al caldo. Gli altri si fottano. I pendolari o gli ultimi sporchi residui di Intercity ed Espressi. È chiaro che la tolleranza usata oggi non è la norma. Quello è un caldo paradiso per ricchi. Quelli che non si possono permettere un biglietto di 90 euro Milano-Roma si riscaldino in altri modi. E forse non è nemmeno questo il punto.
Il punto è che è del tutto normale che sia così. È normale. Ciò che è anormale è accorgersi di questa follia e soprattutto incazzarsi per questa follia. Come se il freddo fosse una cosa che ha a che fare con i soldi, come se il rispetto per chi ci sta accanto derivi dal possesso o meno di una tessera che costa soldi.
Qualche giorno fa è morto un barbone a Roma Termini. Era straniero ma in Italia da 20 anni. Era uno che si sbatteva anche per gli altri barboni come lui, andava a rompere i coglioni, per i barboni e per gli stranieri. Per le persone in difficoltà. Per chi comunque merita rispetto perché è semplicemente e unicamente un essere umano, e proprio perché in difficoltà merita molto più aiuto di qualche stronzo con la tessera Club Freccia Rossa. Ne moriranno altri questo inverno. Lo si sa. È così.
Come fosse una legge naturale che i barboni muoiano di freddo.
Come fosse una legge naturale che chi possiede una tessera stia al caldo. Circondato da strane poltrone fosforescenti che probabilmente giudica belle.