Muoiono 73 migranti a largo delle coste italiane

Mediterraneo mare di stragi

Basta respingimenti! Basta indifferenza!

21 / 8 / 2009

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Il racconto di Hableton, ragazzo eritreo di 17 anni, è davvero agghiacciante: “Siamo stati alla deriva per più di venti giorni, abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, ma solamente un pescatore si è fermato per darci cibo e acqua. Eravamo partiti in 78, siamo arrivati in cinque. Gli altri sono morti e abbiamo gettato i corpi in mare”.

Venti giorni in mezzo a quel Mediterraneo che è sempre più mare di stragi. Stragi della disperazione e dell’indifferenza, stragi del razzismo e della linea dell’intolleranza e dei respingimenti, promossa dall’attuale governo ed espressasi al meglio con l’approvazione definitiva del pacchetto sicurezza, avvenuta l’8 agosto.

Venti giorni di agonia, di fame, sete e solitudine. Poi la morte, per 73 delle 78 persone, di nazionalità eritrea ed etiope, imbarcatesi a Tripoli il 28 luglio. Imbarcatesi per percorrere quella rotta che porta verso le coste di un’Europa ancora percepita come terra della speranza e della libertà, dei sogni e del benessere. Quell’Europa che nella crisi di tratto si scopre intollerante e razzista, come se la stratificazione millenaria di contaminazioni ed interculturalità si stesse di colpo sgretolando. Ma è la paura e l’incapacità di chi la governa a voler remare contro la storia, contro un melting pot che è già reale ed effettivo, che anima e rende vive le nostre metropoli. E' il potere, l'Impero della crisi che sta riscoprendo strategicamente il razzismo, tentando di utilizzarlo come arma per arginare una conflittualità sociale sempre più incalzante e dilagante.

Se il "mare nostrum" è il mare delle stragi, le nostre strade non sono da meno. A Perugia, il giorno prima di Ferragosto, è stato ritrovato completamente devastato il corpo di una giovane donna sudamericana nella zona di Pian di Massiano, il più grande cantiere di sfruttamento della prostituzione della città. Gli assassini le hanno tolto la vita, sottratto i documenti e sono ripetutamente passati sopra il suo cadavere con l'automobile. Non è un semplice omicidio, ma un atto di disprezzo estremo, volto non solamente a togliere la vita di una persona, ma a negarle in maniera totale la dignità.

Quest'atto brutale si è consumato nella completa indifferenza sia dei media sia delle istituzioni, quelle stesse che dopo l'omicidio Meredith hanno tentato di trasformare Perugia in un laboratorio securitario, innescando una crociata contro "gli stili di vita non omologati" al fine di preservare l'immagine di "città universitaria tranquilla e pacifica" e non danneggiare i motori della rendita. Ma la loro sicurezza produce ancora più morti nelle strade, morti nelle carceri, morti sui luoghi di lavoro.

Alcuni giorni dopo il terribile omicidio diversi soggetti e associazioni dalla città hanno sfilato con una fiaccolata per le strade del quartiere di Pian di Massiano, deponendo dei fiori sul luogo del massacro. Non solamente un gesto di ricordo e commemorazione, ma il segno di una città indignata, decisa a demolire qualsiasi muro di intolleranza, razzismo e indifferenza

L’Europa non respinge! 
Respingiamo Maroni & Co.

PERUGIA METICCIA