MILANOX

Milano: attraversa il mare sognando una vita migliore, ma viene sfruttato dalla mafia e picchiato dalla polizia.

di Teo Todeschini per MilanoX

5 / 4 / 2010

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Tratto da: http://www.milanox.eu/

il video: http://www.youtube.com/watch?v=6EZcZvbqVtw

Questa è la storia di Shoan, ragazzo bengalese ventunenne che tre anni fa arriva in Italia dentro un cassone in un tir, attraversando il mar mediterraneo senza vedere la luce per diversi giorni.
Ad organizzare il viaggio è la mafia greca che gli chiede diverse centinaia di euro per ''il passaggio''. Shoan fa un viaggio senza acqua e senza cibo. Per diversi giorni ha paura di morire, si sente soffocato e schiacciato. Shoan perde anche la cognizione del tempo, fino a quando il cassone in cui ha viaggiato finalmente si apre dalle parti di Udine, in Italia.

Da qui si mette in viaggio e arriva a Milano, cerca lavoro in maniera disperata, è senza permesso di soggiorno e viene rimbalzato da un posto all'altro, molti non lo pagano nemmeno. Si mette assieme ad altri connazionali e tutti assieme affittano un appartamento a mille euro al mese, in nero. La situazione in cui vive è paragonabile a quella di un carcere, con 4/5 persone stipate in un’unica stanza. Come se non bastasse, la casa cade a pezzi.

Shoan lavora tutto il giorno, per strada, vendendo braccialetti, collane e quando piove anche ombrelli. Questo lavoro gli consente di sopravvivere qui in Italia (in questo caso non si fa per dire, ma bisogna intendere il verbo nella sua vera e propria accezione), e soprattutto gli consente di inviare alla sua famiglia 200/300 euro al mese. Ancora una volta è una questione di sopravvivenza.

Shoan viene anche preso dalla polizia e picchiato più volte senza motivo. Oggi ha paura dell'Italia e del razzismo degli italiani, ha paura della polizia, delle guardie giurate, dei vigili e di tutte le persone che lo guardano con un minimo sospetto. Oggi Shoan ha paura di finire nei Cie, solo perché ha cercato nell'Italia un futuro migliore, una vita migliore.

Lui è uno dei tanti ragazzi stranieri che Maroni vorrebbe rispedire al paese di origine senza pensarci due volte, per il semplice fatto di essere entrato clandestinamente in Italia. Poco importa se Shoan ha affrontato un viaggio allucinante per arrivare fin qui e se è finito in mano alla mafia greca. Tantomeno interessa ai signori governanti che Shoan sia qui per lavorare e mantenere la sua famiglia in Bangladesh.

Se gli fosse permesso Shoan lavorerebbe regolarmente, non in nero. Si affitterebbe una casa in cui vivere dignitosamente. Andrebbe a trovare la famiglia, che ha lasciato quando aveva solo diciannove anni e che da allora non ha più rivisto. Lui, come tanti altri, non chiede altro. Ma agli occhi dei più Shoan non è nient’altro che un immigrato irregolare, un clandestino. E in quanto tale è considerato un criminale. Sì, perché la clandestinità è diventata pure un reato.

Noi di MilanoX siamo stati a casa sua e abbiamo fatto due inchieste sul problema. La prima ve la proponiamo qua oggi, la seconda parlerà degli italiani che affittano in nero ricattando i clandestini approfittando che sono senza permesso di soggiorno.