Lo shock da eufemizzare

Paura e delirio a Roma

di Corto Eismero

24 / 8 / 2009

Ancora una volta, invocano la paura.

A poche settimane dall'approvazione del pacchetto sicurezza, l'applicazione reale delle nuove norme riscuote l'onore delle cronache, almeno nella metropoli capitale.

Shock e paura sono all'ordine del giorno. Orde di rumeni che violano l'integrità delle italianissime donne; pericolosi writers che attentano al decoro pubblico; lavavetri molesti che intralciano il traffico; donne sfruttate costrette a vendere i propri corpi colpevoli di essere seviziate dai loro papponi piuttosto che dai loro clienti; teppisti di varia natura che “osano” vivere le piazze e le strade delle città fuori dai locali autorizzati ed esosi. Dalla città di roma, è il momento del cambiamento, della creazione del “modello” che possa essere ispiratorio per tutte le altre città d'Italia. Da Cortina d'Ampezzo, il sindaco di Roma prende parola sulla nuova legge sulla sicurezza e su come sarà applicata nella metropoli romana. Dopo una rapida smentita sulle contestate ronde – che oramai troppo vividamente esistono nell'immaginario collettivo come squadracce legalizzate – con un attento e razionale cambio di nome, istituisce l'ordine degli “osservatori cittadini”. Associazioni di cittadini autorizzati a vegliare sull'incolumità etica della metropoli, prevenendo fastidiosi eventi come l'odiatissimo lavavetri molesto del semaforo, piuttosto che i pericolosissimi writers della città che persistono a deturpare l'omologazione cupamente pubblica con i colori dell'arte metropolitana.

“Shock and Awe”. Dopo gli insegnamenti della scuola di Chicago, capeggiata dall'oramai oltretomba Milton Friedman, il governo italiano coglie l'attimo proficuamente, seguendo una tendenza globale che sta instillando le basi del nuovo “modus imperandi” del pianeta.

Instillare e sfruttare la paura pubblica per ottenere il deserto necessario a costituire le nuove frontiere dell'accumulazione, o, più semplicemente, “shock economy”.

L'ultimo g8, quello di l'Aquila, ne è stato il coronamento: la crisi che attanaglia i territori è diventata la modalità di governance moderna dei paesi occidentali. Quindi, non più una crisi casuale imprevedibile e da affrontare e superare, bensì una crisi “caduta” a pennello, utilissima e tutta da sfruttare. Una crisi che ha generato paura in tutto il globo, segnata da simboli indimenticabili, come la “scomparsa” delle pensioni dei pompieri americani affidate a fondi privati, alla generale recessione che sta colpendo l'intero pianeta. L'idea è molto semplice: gravi momenti di crisi internazionale creano la possibilità tangibile (come Naomi Klein analizzava minuziosamente nel suo libro “Shock Economy” pubblicato nel 2006) di modificare completamente uno status quo, e di infliggere epocali cambiamenti che altrimenti non sarebbero tollerati dalle popolazioni.

L'ultimo g8, riunitosi per risolvere la crisi, non è stato altro che il teatro interglobale atto a tessere le maglie della gestione della crisi, cioè a costruire la messa a comune delle strategie per sfruttare questa fase riuscendo finalmente a costruire le basi di un nuovo modello di mercato, per riuscire a compiere sino in fondo il “neoliberismo” imperante. Un tentativo di coordinamento intercontinentale delle pratiche e delle tattiche che, mascherate dalla paura della recessione, vengono applicate in tutto l'Occidente per aumentare l'accumulazione personale di imprenditori, banche e potenti.

Paura e spavento. Naomi Klein descriveva attentamente lo sfruttamento disumano che il governo americano compie sulle catastrofi naturali o incontrollabili del globo. L'Italia, come la Francia, invece prova a fare un passo “in avanti”. Se impaurendo è possibile ottenere maggiori fonti di ricchezza, cosa succederebbe “aiutando” la diffusione di questo senso di paura, magari costruendolo ad hoc, impregnando tutta la società con un senso inesprimibile di insicurezza? Il risultato di un processo del genere è sotto gli occhi di tutti, ed è proprio il laboratorio a cielo aperto che hanno rappresentato città come Bologna, Firenze e Roma in questi ultimi anni. La “shockterapia” applicata nei paesi della “demokrazia” non può passare per la guerra (come in Iraq e in Afghanistan), tanto meno per un golpe nella migliore tradizione cilena. Nei paesi della “demokrazia” il processo è più lento e – indubbiamente – meno cruento, ma altrettanto spietato e repentino, quanto capillare e radicale.

Non è un caso, infatti, che il business della sicurezza sia il mercato più ricco dell'ultimo decennio. In tutte le nazioni, a partire dagli U.S.A., la spesa complessiva per la sicurezza interna è aumentata vertiginosamente, diventando, da una nicchia del mercato globale, alla prima voce di accumulazione di tutti gli speculatori. Sicurezza che, in tutto l'occidente, sta venendo lentamente privatizzata, come gli U.S.A. ancora una volta dimostrano. Da noi si muovono i primi passi in questo senso: le ronde in tutta italia, piuttosto che gli “osservatori civici” di Alemanno ne sono l'esempio più fulgido.

La crisi economica offre la più grande possibilità al governo italiano di compiere passi da gigante nel compimento della dottrina neoliberista tanto desiderata. L'equazione è semplice: c'è la crisi, per risolverla dobbiamo ricorrere a norme eccezionali per il bene di tutti. Perciò non vi arrabbiate se tagliamo gli stipendi, licenziamo, revochiamo diritti, cancelliamo a colpi di accetta il sistema di welfare privatizzando l'istruzione e cancellando l'edilizia popolare, piuttosto che tutto il resto. E' per il vostro bene. Con un “silente” accordo bipartisan per il bene del paese, il governo continua velocemente a far approvare le sue norme reazionarie, foraggiando la paura diffusa e l'insicurezza che egli stesso ha creato, tramite i media mainstream, per costruirsi la legittimità e il terreno fertile per colpire al momento giusto. La foraggia creando “mostri sociali”, all'occorrenza sempre diversi, con i quali costruire il giusto spavento che permette di agire indisturbati: anni fa era l'albanese, poi l'ultras, poi il romeno, il lavavetri, il writers, chi beve una birra in piazza.

Questa legge approvata è esattamente il compimento di questa politica. Una legge, questo dl sicurezza, creata appositamente per foraggiare la paura e dimostrare che, sotto vari fronti, il governo agisce. Non importa se il prezzo da pagare è la diffusione della xenofobia e del razzismo, nonché la violazione di decine di diritti umani, attaccando così la stessa idea di democrazia sulla quale fanno leva. Intanto, dietro la facciata, con questa legge – e la paura attentamente e capillarmente diffusa – è stata forgiata la possibilità concreta di aumentare il controllo sociale a tutti i livelli (militari nelle piazze, reclusione per i migranti sfruttati nella nostra economia lavorativa, repressione di ogni tipologia di comportamento interpretato come “non compatibile” con il sistema culturale pianificato e ritenuto giusto, anzi sano), assicurandosi di fatto la possibilità concreta di radicare nella cultura collettiva il bando e la paura per assumere comportamenti non graditi e per agire al di fuori del concesso.

Siamo davanti a un attacco inaudito, in violazione di qualsiasi forma di democrazia paventata. Ancora una volta, la scelta è tra la vita e la morte: vivere liberi e perciò agire, oppure morire tra le pieghe oscure di una moderna dittatura culturale e totalitaria attentamente costruita a tavolino in anni di governi globali.

Non importa quale sia la forma di resistenza, ha importanza solamente l'agire. Non contano presunte scale di radicalità, piuttosto che la spettacolarità dell'azione. L'unica cosa che conta è la diffusione, la capacità di costruire una difesa collettiva che parta dal basso, cioè da chi vive le metropoli e le sue arterie, i suoi centri di formazione, quelli di reclusione. Da chi, ogni giorno, sfoglia il giornale in poltrona e fa un lavoro qualunque, a chi lavora tra le corsie di un ospedale, a chiunque, ancora, abbia desiderio di essere libero. E' questo ciò che ci stanno togliendo, la libertà.

A roma, in questi giorni, sono comparsi tre super eroi: all'alba dell'approvazione del pacchetto sicurezza, nella capitale tre comuni cittadini hanno indossato la maschera e si sono proclamati “Paladini dell'Illegalità”. Il primo è un portiere di calcio, e organizza nelle piazze partite di calcetto abusive; il secondo è il papa il quale regala spinelli. L'ultimo è uno yuppi armato di cd e dvd pirata che offre per le strade. Nella loro prima apparizione, hanno dichiarato di voler diffondere la presunta illegalità nel nome della Libertà. Vogliono sfidare le ronde, dichiarando pubblicamente che le invitano ad andarli a prendere: questi supereroi avranno la gente nelle strade dalla loro parte, saranno imprendibili, e vinceranno.

Un gesto veramente eroico nell'era della sicurezza. Un gesto di disobbedienza che diventa attacco diretto al sistema, una bomba che esplode nella metropoli ogni notte, e che sottolinea come questa crisi non è solamente da subire, ma può essere ribaltata in una nuova stagione di diritti.

Nelle prossime giornate, la speranza diffusa è quella che centinaia, migliaia di uomini e donne, nella notte, indossino una maschera e vadano a difendere la propria libertà. Ad ogni costo.