Per Carlo

Utente: Arturo1
20 / 7 / 2010

Il 20 luglio non può essere un giorno normale. Dalla mattina appena ti svegli lo sai, ogni anno che passa, ogni mattina di un nuovo 20 luglio, che arriva appena apri gli occhi, sai che non può essere un giorno normale, un giorno che scorre e passa come gli altri.

É un giorno di silenzio il 20 luglio, un giorno in cui senti tutto il peso del ricordo, un giorno in cui ti sale addosso tutta l'inadeguatezza di non essere nato al momento giusto, ma solo un po' più in là, quel che basta per non esserci stato quel 20 di Luglio tra il fumo dei lacrimogeni, le cariche, la rabbia e la gioia che riempiva le strade di Genova.

Quel 20 Luglio del 2001 avevi 14 anni e, ancora, puoi ricordare ogni singolo gesto di quella giornata, il caldo, le notizie sui tg, le immagini dei reparti di polizia, il suono macabro dei manganelli sugli scudi, la dignità dei manifestanti che resistevano per ore a tutta la violenza del potere.

Il 20 luglio del 2001 avevi quattordici anni e di Genova e del g8 sapevi quel poco che avevi letto sui giornali, gli allarmismi che ricoprivano le notizie, le canzoni di Manu Chao, le immagini degli scontri a Napoli, il mito di una stagione che sembrava un risvegliarsi globale e che ricordi con gli occhi di chi sta a metà tra il bambino e l'adulto.

Ricordi che eri per strada e ti venne detto: “è morto uno a Genova.” Ricordi il corpo in tv sdraiato sull'asfalto, i reparti di carabinieri e polizia che lo circondavano, il sangue che riempiva la strada.

Ricordi che quella notte pensavi che quel ragazzo morto aveva solo qualche anno in più di te, quel poco che gli aveva permesso di essere lì in piazza a lottare e, per questo, a morire.

Fu con quelle immagini, con quel corpo di ragazzo che avevi deciso da che parte stare, anche se ci sarebbero voluto anni per capire cosa provava quel ragazzo mentre in piazza resisteva alle cariche della polizia, mentre affrontava le manganellate, la pioggia di lacrimogeni, la violenza vera quella esercitata da chi comanda solo con il proprio corpo, e sì perchè a volte è così che si dimostra la propria dignità, con un estintore in mano o un sasso lanciato nel cielo.Ci sarebbero voluti anni per capire che quella provata attraverso le immagini della tv era solo un decimo della rabbia a venire, ci sarebbero voluti anni e il vedere che tutti gli uomini che avevano diretto quella macelleria erano rimasti lì al loro posto, sulle loro poltrone piene di potere, con la stessa autorità nel continuare a reprimere e colpire chi reclama dignità e giustizia.

Il 20 Luglio per te come per tanti altri non è un giorno come gli altri, non per il ricordo, perchè non è la semplice memoria o, ancora peggio la commemorazione.

É sapere che quel 20 luglio ti ha fatto diventare quello che sei, anche se non c'eri in quelle strade, anche se eri troppo giovane.

É sapere che quel 20 luglio non lo dimentichiamo perchè continuiamo ad andare, vivere e lottare.