Sulla morte di Stefano Frapporti in carcere

Perchè?

di Paolo Fabris

5 / 8 / 2009

In una sera d’estate, a Rovereto, Stefano Frapporti, dopo aver saltato un rosso in bicicletta, viene prelevato da due carabinieri e portato in caserma. Ne segue una perquisizione domiciliare con la quale i carabinieri trovano un etto di hashish. Arresto immediato, conduzione in carcere, suicidio. Tutto in una notte.

Il giorno dopo viene ordinata la cremazione del cadavere all’insaputa della famiglia; la famiglia riesce a bloccare la cremazione.Finalmente la procura apre un’inchiesta.Questa è proprio una brutta storia perché Stefano era un artigiano falegname, incensurato; secondo chi lo conosceva era gran lavoratore,non faceva casini, non partecipava a manifestazioni, viveva una vita tranquilla del tutto simile alle nostre; una sola grande colpa: probabilmente quando arrivava a casa la sera invece che scolarsi alcolici, si faceva una canna per rilassarsi e chiudere la giornata.

Niente politica in questa storia, ma molte domande.

Perché i carabinieri portano Stefano in caserma? È stato perquisito?Cosa gli è stato trovato addosso? Il fermo sembra non sia stato notificato al giudice (lo si devenotificare entro 48 ore), in che stato era Stefano al suo arrivo incarcere? Per ora non si sa, e la fretta per la cremazione fa nasceremolti sospetti riguardo al suo stato di salute. È forse statopicchiato? E da chi? Per regolamento (questa è la dichiarazione della direzione delcarcere) l’arrestato non può prendere contatto con i familiari, e conun avvocato? Lo stesso regolamento non permette che il carcerato abbia addossocinture o lacci, quelli con cui Stefano si è impiccato.Come uomo sono rattristato per la morte di Stefano, come cittadinosono molto preoccupato per l’opacità che caratterizza questa vicenda.Com’è possibile che un normale cittadino finisca in carcere la sera ela mattina esca cadavere? Di chi è la responsabilità? Delle guardiecarcerarie che lavorano in un carcere sovraffollato con cento detenutiinvece che trenta? O di chi ha portato Stefano in carcere, dato che sivoleva far sparire subito il corpo con la cremazione ? Vorrei leggereun’intervista in cui il maresciallo rassicura la comunità sull’operatodei suoi uomini.La classe politica roveretana, la coscienza civile, gli intellettualidi professione, dove sono? Anche quest’anno in vacanza, niente domandeda parte loro? Signor sindaco almeno uno straccio di dichiarazione di cordoglio ai familiari!Io penso che siamo tutti uguali di fronte alla Legge e chi ha sbagliato (perché qualcuno qui ha sbagliato) debba assumersi leproprie responsabilità. Stefano non merita un’altra manfrina italiana.