Perugia 12 Marzo - Reddito per tutte/i

verso lo sciopero generale

12 / 3 / 2011

Oggi 12 marzo abbiamo attraversato anche a Perugia una piazza trasversale e moltitudinaria, convocata su un appello tanto debole quanto aperto.

Abbiamo scelto di prendere parola perché siamo stati noi i protagonisti del percorso di lotte in difesa della scuola e dell’università pubblica, iniziato più di due anni fa con l’Onda e culminato il 14 dicembre di via del Corso e piazza del Popolo. Una battaglia complessa, ancora tutta da vivere e costruire, quella che ci vede tutte* unit*  contro gli attacchi all’istruzione pubblica, frutto di un processo complesso di demolizione del Welfare che ha visto protagonisti governi di centro-destra quanto di centro-sinistra.

Per noi student* e precar* attraversare queste lotte significa non solo salvaguardare il sistema pubblico esistente, ma andare a rovesciare quella crisi che si è abbattuta con violenza sulle nostre vite e che vede in ogni momento una svalutazione del nostro sapere, delle nostre intelligenze e dei nostri titoli.

La battaglia per i beni comuni, che parte dall’istruzione e passa per la grande manifestazione in sostegno al referendum sulla ripubblicizzazione dell’acqua di sabato 26 marzo, rappresenta un nodo fondamentale per costruire un’alternativa vera. Alternativa che abbia le sue basi in un nuovo modello di Welfare, modellato e gestito sui nostri bisogni ed i nostri desideri, su un reddito per tutt*, che ci tolga dalla condizione generalizzata di sfruttamento, e su nuova carta di diritti che raggiunga gli operai di Mirafiori come i migranti di Rosarno.

La nostra presenza oggi si pone come obiettivo anche quello di aprire un dibattito che porti alla costruzione di un percorso comune in vista dello sciopero generale del 6 maggio. Un percorso che faccia diventare quella data efficace, significativa e realmente condivisa e partecipata.

Crediamo che la giornata del 6 possa essere una grande occasione per connettere tutta la rabbia sociale espressa in questi ultimi mesi, in maniera trasversale e stimolante.

Ci riferiamo ad esempio alle donne, che dopo il 13 febbraio si sono  più volte riappropriate di piazze, strade e palchi per rilanciare il dibattito sulle questioni di genere.

Ci riferiamo a chi ha manifestato sostenendo le rivolte in Tunisia, in Libia ed Egitto, consapevoli che va immaginato un nuovo percorso di contaminazione con i tanti migranti che si sono ripresi la libertà ed il proprio diritto a scegliere e che attraverseranno l’Italia e l’Europa nei prossimi mesi.

Per tutte queste ragioni lo sciopero del 6 maggio non può essere uno sciopero tradizionale e di rappresentanza, ma deve già da subito porsi come generalizzato, che permetta a tutte e tutti di esprimere la propria soggettività nelle piazze, nelle strade e dentro le metropoli.

12 marzo

12 marzo intervista Antonio Csoa Ex Mattatoio + altri