Articolo sulla tendopoli di Palazzo San Gervasio (provincia di Potenza)

Potenza - A Palazzo San Gervasio si respinge

3 / 4 / 2011

A Palazzo San Gervasio è in atto la politica del respingimento.

Non si può, se la lingua ha ancora un senso, mistificare a tal punto da chiamare accoglienza quello che in queste ore sta avvenendo a Palazzo San Gervasio.

Qualcuno di noi aveva intuito che la tendopoli, costruita in pochi giorni, pretesa dal governo di centrodestra non certo noto per le politiche d’inclusione sociale in un comune di centrodestra, già tristemente famoso per la campagna del pomodoro,  non annunciava politiche d’accoglienza. Oggi possiamo affermare con certezza che a Palazzo come a Manduria è in atto un’operazione di respingimento.

Sono arrivati pullman carichi di ragazzi. Qualcuno saluta dal finestrino con gesti e sorrisi di amicizia. Non hanno alcuna idea di dove si trovino. Presto sapranno che la loro odissea è appena cominciata.

Nessuno dei responsabili della tendopoli dichiara che cosa sia questo recinto in cui continuano ad ammassare persone, circondate da un altissimo concentramento di forza pubblica e da recinti di rete metallica, che viene rafforzata. Per adesso bisogna identificare loro. Nessuno, tranne i volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile, varca la soglia del recinto. Le associazioni per l’affermazione dei diritti dall’Arci a quelle locali, dirigenti politici, consiglieri regionali e assessore provinciale all’immigrazione non hanno potuto attraversare questa terribile zona rossa.

A metà pomeriggio chi capisce di essere stato trasferito in una prigione tenta la fuga. Lo schieramento di polizia fa naufragare immediatamente il desiderio di perdersi nella campagna.
L’impressione più realistica è che in queste tendopoli s’identifica e poi si respingerà. Le notizie si accavallano e qualcuno sostiene che Maroni vorrebbe concedere loro un permesso umanitario. Di questa intenzione non si vede traccia da nessuna parte.

E’ evidente che non si accoglie allestendo una prigione a cielo aperto, forse questa è l’idea del governo, ma non la nostra.

Tutte le forze politiche di centrosinistra in testa il Presidente De Filippo e l’assessore Martorano si sono messi a disposizione per accogliere. Bene. Adesso è il tempo della politica, dobbiamo tutti insieme batterci per chiudere la prigione e accettare la sfida di una accoglienza vera. Questa presuppone una condizione necessaria: permesso di soggiorno temporaneo a tutti. Sappiamo bene che non sta alle competenze delle istituzioni locali, ma queste con la loro autorevolezza possono chiedere e pretendere l’applicazione dell’art. 20 del testo unico sull’immigrazione che mette in condizione di concedere permessi temporanei. Mi pare che questa richiesta politica non sia strumentale e si possa sostenere con argomenti molto seri.

La situazione che si è determinata nel mediterraneo richiede uno sforzo politico nella direzione della solidarietà, che non si esplicita con interventi manu militari nei paesi del mediterraneo. Si può realizzare solo attraverso l’accoglienza di chi va via e per questa via tentare di ricostruire relazioni nuove con l’area del mediterraneo. Non si può accettare la sospensione nei fatti della democrazia e del diritto in tendopoli disperse nelle campagne.  Non rendiamo disponibile le nostre terre che hanno visto incroci e incontri di culture ad un’operazione di respingimento. Se non faremo questa battaglia di civiltà saremo complici non solo oggi ma domani quando Maroni tenterà di costruire CIE nel mezzogiorno.

Noi assedieremo la prigione perché vogliamo accogliere ragazzi liberi di circolare, liberi di avere di fronte il diritto ad una vita degna.

Angela Lombardi già parlamentare PRC . CPN PRC
Italo Di Sabato Segretario Regionale PRC