I migranti di Rosarno hanno avuto il coraggio di
ribellarsi. Ribellarsi ad un sistema politico-mafioso-razzista che li vede
sfruttati continuamente nelle campagne di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria
nei diversi periodi di raccolta. Sono gli stessi che si spostano in queste
regioni in cerca di un lavoro che serva a migliorare le loro condizioni di vita
e invece trovano le stesse condizioni disumane, ovunque, fatte di sfruttamento
lavorativo per pochi spiccioli in cambio di molte ore di lavoro, fatte di posti
luridi dove accamparsi senza le minime condizioni igieniche e sanitarie. Alcuni
dei migranti di Rosarno provengono anche dal centro di Accoglienza di Palazzo
San Gervasio e dalle campagne venosine, dove il trattamento che hanno subito non
è stato molto diverso.Ma giovedì i braccianti di Rosarno hanno deciso di
dare un forte segnale, dopo l'ennesima aggressione che alcuni di loro hanno
subito. Questo infatti è solo l'ultimo di una serie di episodi che a Rosarno,
così come a Castelvolturno hanno visto i migranti vittime di pestaggi, spari e
anche furti.A tutto questo si unisce la mancanza del riconoscimento dei
diritti fondamentali, l'esclusione da ogni sanatoria, i processi di
clandestinizzazione favoriti dalla Bossi-Fini e dal pacchetto sicurezza, la
mancanza di accoglienza per i rifugiati politici, che consegnano migliaia di
persone all'arroganza degli sfruttatori e alla violenza dei razzisti. La
risposta dello stato c'è stata, ed è stata quella di trasferire i migranti nei
centri di identificazione ed espulsione CIE di Crotone e Bari dove dovrebbero
essere liberi di andare e dove non gli verranno controllati i documenti. Ma
sappiamo che non sarà così, soprattutto dopo le dichiarazioni del Ministro
Maroni che ha affermato che la rivolta degli africani è il risultato di troppa
tolleranza nei loro confronti. E' questa la risposta che lo stato ha dato alle
cosche della piana di Gioia Tauro e ai loro affiliati, gli stessi che li
sfruttano nei loro campi e li sottopagano. E questa è una pratica ormai diffusa
che si verifica in tutte le aree dove i migranti transitano per i lavori
stagionali nelle campagne, ossia quella degli sgomberi alla fine delle campagne
lavorative, quando non servono più, facendo così anche risparmiare i soldi di
quelle misere paghe ai loro sfruttatori. E' successo a Palazzo San Gervasio
(PZ), a San Nicola Varco (Sa) e ora a Rosarno.
E' per dire basta a
queste politiche razziste e xenofobe
E' per chiedere una reale accoglienza a
chi viene in queste terre solo in cerca di una vita degna
E' per non lasciare
soli chi ha avuto il coraggio di ribellarsi
che lunedi' 11 Gennaio alle ore 16:00 saremo sotto la Prefettura di Potenza
Invitiamo tutti a partecipare