Incontro con la stampa

Treviso - Problema casa. Solo denunce!

Blitz a S. Bona, otto giovani dell’Ubik condannati per l’azione contro gli alloggi chiusi.

7 / 3 / 2010

Sabato mattina il collettivo Ubik ha tenuto un conferenza stampa sul problema casa con i giornalisti della stampa locale per evidenziare come Ater e Comune, in tutto il tempo trascorso (28 marzo 2009) dall’occupazione degli alloggi in via Bianchini- a titolo dimostrativo - , abbiano risposto solo con le denunce.

Rimandiamo agli articoli dei quotidiani locali del 7 marzo 2010:

Tribuna Treviso:

Ubik: «Manutenzioni in cambio di affitti»
IL PROBLEMA CASA

E’ battaglia sulla casa. Incassata la condanna al pagamento di 200 euro a testa per l’occupazione di alcuni appartamenti Ater in via Bianchini un anno fa, l’Ubik passa al contrattacco. «Abbiamo occupato le case per fare un gesto dimostrativo, denunciare appartamenti chiusi e inutilizzati - attaccano - l’unica cosa che amministrazione e Ater sono stati capaci di fare in un anno è stata mandare avanti le denunce. Nuove case? Manutenzioni? Zero.

Appartamenti sfitti in via Bianchinini, via Ronchese, ma anche a San Zeno e Sant’Antonino. Si plaude all’esempio di Montebelluna, ma si lanciano idee per Treviso. «Gli immobili non sono a norma? Affitti in cambio di manutenzioni».

Attacco anche a Ca’Sugana: «Scatena guerre tra poveri - dice Paride Danieli (in foto) - Invece di fare un piano per l’edilizia pubblica mette il tetto di 10 anni di residenza nel bando per le case popolari». I ricorsi contro 8 condanne sono già partiti.

Gazzettino di Treviso

EMERGENZA CASA Blitz a S. Bona, otto giovani dell’Ubik condannarti per l’azione contro gli alloggi chiusi

Condannati a pagare 200 euro per occupazione abusiva e danneggiamenti. Ma i ragazzi del centro sociale Ubik Lab di Ponzano non mollano. E hanno già annunciato di voler fare ricorso. Sono otto i giovani raggiunti dal decreto di condanna del giudice, arrivato a metà febbraio. Un provvedimento che si riferisce all’occupazione dimostrativa, a marzo dell’anno scorso, di tre appartamenti chiusi nei palazzi popolari di via Bianchini, zona Santa Bona. Un’azione che sapeva di protesta. Contro i troppi alloggi popolari sigillati e abbandonati a loro stessi da Comune e Ater (una cinquantina solo in via Bianchini, secondo l’Ubik). A Santa Bona come in tutta la città.
Dura la risposta dei ragazzi del centro sociale, tornati di fronte alle case della via per spiegare le loro ragioni: “Ci sembra un provvedimento illegittimo: volevamo solo sollevare il problema”, dice Nicola Vendraminetto”.
Un anno dopo, gli stessi balconi di via Bianchini sono ancora chiusi. Gli ingressi degli appartamenti “occupati” dai ragazzi, murati. E l’emergenza abitativa, ancora aperta: “Ci tacciano di essere bamboccioni e non uscire di casa. Sull’altro fronte, però, il patrimonio pubblico non viene assegnato a nessuno”, spiega Vendraminetto.
Da una parte, immobili sfitti o invenduti perché non ci sono i fondi per metterli a norma. Dall’altra, passaggi di proprietà elargiti con il contagocce: “Ci sono liste d’attesa infinite. E il bando voluto dalla Lega non fa che incentivare una lotta sulla miseria”, riflette Paride Danieli, dei Verdi.
Di fronte a nodi ancora irrisolti, monta la rabbia dei ragazzi, “perché l’unica risposta arrivata dal potere è stata una prova di forza. E di condanna”, aggiunge Vendraminetto. “Per questo continueremo ad insistere per il recupero di queste case. Perché troppa gente ne ha bisogno. Ed è senza”.

Conferenza stampa