una delle prime suggestioni post-referendum, la testimonianza "viva" di una generazione che davano per "perduta"...

un altro mondo è possibile? suggestioni post-Referendum

in arrivo altre riflessioni, suggestioni, resoconti, spunti, racconti...

15 / 6 / 2011

In questi momenti che seguono la vittoria del SI ai quattro quesiti referendari chi, come me, si è speso attivamente nelle lotte degli ultimi mesi sente, insieme al bisogno di lasciarsi andare in un impeto di gioia per una vittoria da troppo tempo attesa, la necessità di elaborare una propria analisi ed una propria previsione di ciò che ci aspetta. Nonostante le aspettative che alcuni compagni hanno posto nei riguardi di ciò che sto ora scrivendo, questa non sarà un’analisi politica in senso stretto, bensì una prospettiva personale, intima su tutto ciò che per me è stato il giungere fin qui.

Io appartengo a quella generazione che si affaccia al mondo agli albori degli anni Novanta, per i quali gli anni di piombo, la Guerra Fredda, le lotte sindacali ed il ’68 sono argomenti di un’interrogazione di storia, non un racconto di vita. Nel 2001, ero un bambino sulla soglia dei 10 anni, con una curiosità sconfinata, stavo scoprendo quanto può essere vasto il mondo divorando libri più grandi di me, adoravo i documentari in televisione, che mi proiettavano fuori dalla mia tranquilla provincia, e da poco avevo scoperto affascinato il telegiornale.

Era un pomeriggio di luglio quando una di queste finestre sul mondo mi catapulta improvvisamente nel mondo vero, quello degli adulti: il mio telescopio catodico mi stava sbattendo in faccia casa mia, il mio Paese, le persone parlavano la mia lingua e le facce parlavano quella della paura e della rabbia. Io non capivo, guardando Genova quel giorno, di come la mia vita sarebbe stata legata e accomunata a quella di tutte quelle persone vestite di bianco che gridavano in televisione.

Dieci anni dopo è autunno, mi avvio sulla strada del mio futuro, preoccupato e molto arrabbiato. Sono ormai 5 anni che con quelle persone condivido molto più che lo sgomento quasi infantile che sempre segue una violenza insensata; sono consapevole che il mio futuro e quello dei miei coetanei svanisce in un orizzonte sempre più lontano. Sono diplomato da tre mesi e mi affaccio alle porte dell’università. A ottobre l’autunno si riscalda, iniziano di nuovo i cortei, i volantinaggi, le fatiche col sorriso sulle labbra, ma l’aria che si respira è diversa, più greve, l’urlo monta ogni volta più dal profondo, l’Onda arriva più lontano …

Qualcuno comincia a parlare di nuovo ’68, con la FIOM sul piede di guerra e gli atenei occupati; noi rispondiamo con un sorriso, già lo sappiamo che non si può ridurre questo ad un revival storico, questi siamo noi, con buona pace di tutti gli altri …

È dicembre, è stato indetto un corteo a Roma, il 14, perché in Parlamento si vota la legge Gelmini sulla scuola; partiamo di notte, da tutta Italia, non è per la scuola, è per il futuro. La legge passa ma noi abbiamo vinto: siamo riusciti a svegliare tutti, nessuno può più far finta di niente, il trionfo di un’idea di società è iniziato.

Sono passati sei mesi, ieri 13 giugno i referendum sono passati, il quorum è stato raggiunto, ma soprattutto quel focolaio di cambiamento acceso nel gelo di dicembre è scoppiato in giugno nel trionfo di una visione di un mondo diverso.

In molti diranno molte cose su questo risultato, chi canterà vittoria, chi lo sminuirà, chi tenterà di non considerarlo. La democrazia diretta spaventa tutti, anche i suoi artefici, ed il più delle volte si sente come un impulso reazionario che vorrebbe inquadrarla in un sistema consolidato, affidabile, deresponsabilizzante. Ma se qualcosa dobbiamo tenercelo delle lotte dell’autunno, che sia quel grido che ha risuonato in tutta Europa: QUE SE VAYAN TODOS, perché abbiamo dimostrato di non avere bisogno di loro.

Ora un ciclo si chiude e un altro si apre, quello che era iniziato 10 anni fa'  a Genova ora si compie. Volevano mostrare a tutti che un altro mondo è possibile, l’abbiamo dimostrato: adesso dobbiamo realizzarlo. Ci stiamo riprendendo tutto, e non possono fermarci.

Jack Massa, Pirati delle Risaie

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