1000 al corteo No Border di Bruxelles

di Luca Bertolino*

3 / 10 / 2010

Un corteo di più di 1000 persone chiude le iniziative del No border camp.

Un corteo che finalmente, dopo giorni in cui l'impotenza ma anche, almeno per chi scrive, la "perdita di senso" l'ha fatta da padrone e ha permesso che la polizia potesse compiere arresti preventivi a centinaia, in puro stile fascista del ventennio, senza per questo provocare l'indignazione, ma nemmeno la curiosità di qualcun'altro, si riprende le strade e ridà la possibilità agliattivisti del No border di prendere parola, di portare nel salotto buono del centro di Bruxelles la richiesta della chiusura di tutti i centri di detenzione d'Europa, di diritti per i sans-papier, insomma libertà di movimento. 

Nei giorni precedenti questa possibilità non c'era stata, ancora una volta per un controllo poliziesco "stile Copenaghen", fatto di centinaia di arresti preventivi e dell'impossibilità di muoversi al di fuori del campeggio. 

Anche i numeri dell'iniziativa pubblica di ieri, hanno fatto un pò giustizia della scarsa partecipazione dei giorni scorsi: durante la settimana infatti le presenze concentrate tutte insieme non hanno mai superato l'ordine di alcune centinaia, che se si sottraggono i fermati nelle continue operazioni della polizia, si riducono a cento-duecento stabili. 

Nella notte che ha preceduto il corteo sono state fatte alcune "azioni", tra cui un lancio di letame e scritte sull'ambasciata italiana per dire no ai respingimenti alle frontiere del governo italiano.

Il corteo ha visto finalmente una buona e variegata partecipazione, aperta e con l'atteggiamento giusto, cioè che non "respingeva" la possibile aggregazione di persone, cosa mancata nelle iniziative dei giorni precedenti. Il rituale assolutamente "estetico" delle pose da "riot", ha lasciato il posto a varie azioni comunicative, come l'occupazione della scalinata della borsa del Belgio.

Si potrebbe dire che alla fine, per il corteo,  ha prevalso un'impostazione politica e culturale più vicina ai "Precarious United", un network che è formato dagli attivisti che si mobilitano all'interno del circuito euromayday, e che da Liegi avevano organizzato la partecipazione al No Border camp.   

* ( delegazione nordest Uniti contro la Crisi)

bruxxelles 2 ottobre 2010

bruxelles 2 ottobre 2010