Oggi serve altro dall'assalto forsennato, neppure più romantico e condiviso, ai simboli.

#15 Oct vs Una violenta colazione da Tiffany

19 / 10 / 2011

La cosa migliore è prendere un taxi e andare da Tiffany. Mi calma immediatamente. Niente di male può capitare fra quegli eleganti signori gentili, quell'adorabile odore d'argento e di portafogli di coccodrillo..”.

Le vetrine della gioielleria Tiffany sono l'unico bene rifugio di Holly Golightly, deliziosa prostituta d'alto borgo. Viste dalla strada, naturalmente, facendo colazione sul marciapiede.

La calma intravista della ricchezza spessa e inarrivabile, il profumo rubato di un futuro sorridente, sorgenti mitologiche da incastonare in una costruzione costante di una sopravvivenza go-lightly, da prendere alla leggera, come non fosse una cosa seria: “i'm always top banana at the shock department”.

Così dovrebbe essere il copione dei diseredati, coloro che dal passato e dal presente ricevono solo un'eredità in negativo – uno scippo, un furto del futuro. Siamo sia coloro che non hanno mai avuto (quasi) nulla e devono strappare tutto ad ogni nuovo giorno, sia coloro che qualche parte di diritti e cittadinanza avevano, ma la vedono scivolare inesorabilmente via ad ogni nuovo giorno, come i fogli di un calendario troppo sbattuto dal vento. Go lightly.

Un furto che non riguarda “soltanto” – se già questo fosse poco – le condizioni materiali di vita e di lavoro.


Ripetiamolo: la lettera estiva della bce ha un pregio. Rende definitivamente chiaro che il teatro della democrazia è rotto. Stabilisce inequivocabilmente che la sovranità sta in qualche non-luogo dove oscuri funzionari mai eletti e dalle idee incondivisibili e indecenti emanano direttive che i parlameti ratificano, i governi di ogni colore sussumono e le opposizioni sognano plaudono.

Direttive dettate da quegli “investitori” – che hanno nomi individuali o societari, ma che evidentemente sono come colui-che-non-deve-essere-nominato – la cui fiducia nei loro profitti futuri dovremmo solleticare offrendo loro la vita e tutto ciò che è comune, celebrando una sorta di sacrificio umano collettivo.

Non solo l'essenza dell'economia – il nomòs dell'oikòs, la legge normativa della casa – impostaci pretende che noi ontologicamente diveniamo delle pile umane, à la Matrix. Anche il contenitore organizzativo del corpo sociale – le forme della democrazia – è oggi torto e contorto ad essere funzionale a questa necessità.

Una violenza intensa, profonda, immanente ad ogni aspetto della vita del 99% dell'umanità e del pianeta intero. E, naturalmente, perfettamente legale.


In un giorno in cui in milioni ovunque gridano “beangry, stay hungry, eat the rich”, è facile la tentazione banale di trasformare la colazione in una violenta, epocale colazione da Tiffany, degna di un film di Sam Peckimpah, à la London Riots, andando in via condotti, svaligiando tutto e portando un morso di brioche per tutti, a cominciare dai poveracci che in quei posti ci lavorano da schiavi. 200 armati e travisati avrebbero potuto farlo, piuttosto che lasciarsi andare ad un'opera al nero di poca ispirazione, torturatrice di tre macchine precarie, una vetrina di un discount, un bancomat di un'oscura filiale, un palazzo abbandonato. Per di più senza nessuna condivisione con l'intelligenza collettiva che, non mancando affatto né di rabbia, né di determinazione, né di coraggio – come ha mostrato in piazza san giovanni, con poco merito degli incendiari esteti che poi abbandonano i cortei alle vendette delle polizia – l'intelligenza collettiva che ha saputo andare oltre, alla volontà di succhiare tutto il midollo di una rivolta vera, piena, potente.

Perché a guardar bene, anche nel caso di una violenta colazione daTiffany, non si sottrae che un bit di effimera ricchezza ai ricchi, rigenerabile nei bytes immateriali e negli effetti delle lettere estive, per poi tornare tutti il giorno successivo al dominio reale della torturante disciplina dell'ipercapitalismo.


Il mondo, l'oikòs, non gira più con i lingotti d'oro nei caveau dei ricchi quando la pressione finanziaria degli hedge funds è dieci volte superiori alle riserve delle banche centrali. Il principe Giovanni non va più in giro con la carrozza a farsi elegantemente rubare gli anelli da Robin Hood vestito da zingaro.

Esattamente come il potere di ordinare il mondo sta quasi definitavamente altrove e non più evidentemente nei parlamenti o nei palazzi del governo, affidatari soprattutto del compito di declinare quelle direttive, di disciplinarne l'attuazione. Il compito delle leggi speciali, al più. Obama dixit, se servisse una fonte autorevole.


Oggi serve altro dall'assalto forsennato, neppure più romantico, ai simboli. Serve innanzitutto un'alternativa costruibile e praticabile dai milioni, molti e diversi, di diseredati. È necessaria una ricostituzione delle forme della democrazia che permetta di ricostituire il nomòs dell'oikos come un bene comune, condiviso, centrifugo a quella valorizzazione frattale e pervasiva dell'interezza della vita e dei suoi bisogni.


Allora, la divisione di sabato 15 ottobre, non è tra buoni e cattivi. I cattivi veri sono altri, diciamolo chiaramente altrimenti perdiamo di vista il senso del mondo. I cattivi veri sono tra “quegli eleganti signori gentili.

La differenza del 15 ottobre, è tra chi persegue la costruzione di un'alternativa, che include una relazione con un mondo di tanti e diversi, e chi si rifugia nell'estetica di graffiare i terminali e spiccioli di una catena di potere.

Il problema non è nel bruciare un bancomat, a parte la questione dirimente dela condivisione. Il problema è che non c'è alcuna sorgente di ricchezza, né di normazione, in quel bancomat. Il denaro arriva da altrove.

La divisione non l'hanno imposta 500000 persone, ma un pugno di idioti. Dove l'"idiota" è colui che colui che mena vita privata, particolare, fuori della società. Un incapace di condivisione sociale.


Certamente, non deponiamo mai Malcom X: “we declare our right on this earth to be a (wo)man, to be a human being, to be respected as a human being, to be given the rights of a human being in this society, on this earth, in this day, which we intend to bring into existence by any means necessary”.

Ma “con ogni mezzo necessario” è una mancanza di pregiudiziali, non significa né “con un mezzo qualunque”, né sempre con lo stesso mezzo, né vuol dire assumere i riflessi pavloviani dell'estetica ribelle.

Malcom X è stato eliminato quando iniziò un métissage con Marthin Luther King, quando potevano iniziare a ragionare insieme dei molti mezzi possibili prima che necessari, e dei migliori per essere agiti da milioni di persone.

Forse, a costruire la possibilità che i mezzi necessari non fossero anche i peggiori.

Se ricordiamo sempre Malcom X, non dimentichiamo mai Vittorio Arrigoni e fortissimamente vogliamo restare umani perché il nostro orizzonte è l'umano e non il militare.


La differenza di sabato è tra chi crede che la ribellione esiste un giorno solo e solo in nero, e tra chi la costruisce e la pratica per ogni giorno con tutti i mezzi a disposizione, cominciando dall'aprire spazi di democrazia e di sovranità sul comune e sulla vita di tutti per pensare collettivamente l'impensato e dirsi insieme l'inaudito: che quel che abbiamo oggi non è nemmeno lontanamente sufficiente, che dobbiamo riconquistare i diritti che ci vengono rapinati, dare un nomos a quelli nuovi che ci servono e inventarne le forme adeguate perché non ci possano essere scippati, perché dignità e giustizia esistano per tutti.


Poiché non immaginiamo poteri buoni, sarà necessario difendere noi stessi ed il comune, anche mettendo in gioco i nostri corpi, praticando le forme del conflitto che saranno necessarie e migliori. Non sarà attaccare il nulla da soli, ma piuttosto difendere qualcosa che amiamo, in modo collettivo e condiviso in molti e diversi, duri come le rocce, determinati come le radici degli alberi, calmi con un oceano, incazzati come dei draghi ribelli, creativi come la vita, inarrestabili come il 99%.


In V per vendetta, il la della rivolta del 99% è soprattutto la rottura di una normalità acquiescente. Una musica diversa per le strade. Una maschera comune che nasconda le identità singolari e mostri l'intezione collettiva, e una piazza per manifestarla.

Il valore simbolico, costituente, delle piazze in tutto il mondo, tranquille nelle loro pratiche ma temibili nella loro determinazione e nella loro dissonanza da ciò che era atteso, era un messaggio semplice: noi siamo tanti e reinventiamo un linguaggio comune, siamo ragionevoli e quindi costruiamo ciò che raccontano essere impossibile in un mondo senza alternativa, non abbiamo paura e come un fiume cresce dei suoi affluenti diventiamo un mare pescoso di un futuro che ci appartiene.

Il 15 ottobre a noi una piazza è stata negata, dall'effetto combinato di chi non ha avuto rispetto per la condivisione – e ciò apre un problema di relazione di cui molto si è detto – e di un apolizia sempre affamata di casus belli. Abbiamo dovuto difenderci, abbiamo dovuto difenderla ma nopn abbiamo potuto praticarla.

Il 15 Ottobre è stata una giornata perfetta. Al 99%. Perché abbiamo appena salpato la riva del mare, e nessuno può negarcelo.

Go lightly, be angry, stay hungry, eat the rich.