22.06.13 Bologna - Fuori obiettori e pro-life da ospedali e consultori

Nella notte sanzionata la sede del Movimento per la vita, l'ospedale Maggiore e il consultorio di via Saragozza in difesa della legge 194

22 / 6 / 2013

La sede del Movimento per la vita bolognese, l’ospedale Maggiore e il Consultorio di via Saragozza, nella notte tra il 21 e il 22 giugno a Bologna, sono stati sanzionati da giovani donne impegnate a lottare per la piena applicazione della legge 194. Sulle pareti di queste strutture sono apparsi dei manifesti recanti l’immagine esplicativa  dell’ embrione tanto caro ai pro-life e ai ginecologi obiettori, in nome del quale negano alle donne accesso alla pillola del giorno dopo e all’interruzione di gravidanza. Gli obiettori e i pro-life  dimenticano la centralità della decisione delle donne, che sono persone, cioè hanno ricordi e progetti futuri, relazioni e ruoli sociali, per attribuire dei finti diritti all’embrione, che ancora persona non è. 

L’embrione, eliminato durante le interruzioni di gravidanza ordinarie, ovvero quando non presenta nessuna delle peculiarità della donna, non può essere considerato  titolare di diritti. La legge 194 tutela le donne e non gli embrioni. E i medici del servizio pubblico non dovrebbero potersi appellare ad alcuna coscienza, dal momento che loro dovere è garantire il servizio. 

L’obiezione di coscienza alla legge 194 ha raggiunto nel nostro paese percentuali insopportabili. Secondo i recenti dati raccolti dalla Laiga (Lega di ginecologi non obiettori: http://www.laiga.it/) essa supera di gran lunga il 69% dichiarato dal ministero della Salute,  aggirandosi intorno al 83%. Inoltre in molte città è in corso l’obiezione di intere strutture ospedaliere. In molte regioni la via più facile per le donne abbienti è ricorrere alle cliniche private, purtroppo per le meno abbienti, spesso per le migranti, l’unica via praticabile è quella dell’aborto clandestino. 

Per questo motivo per noi è arrivato il momento di lottare contro chi ci vuole negare diritto alla salute e all’autodeterminazione. 

Pensiamo che l’interruzione volontaria di gravidanza sia un diritto di tutte le donne. Non c’è storia che tenga: obiettori di coscienza e cattolici pro life sono dei fanatici irresponsabili che vorrebbero riportare il paese indietro di 40 anni. 

Vogliamo che l’accesso all’ IVG sia garantito h 24 su tutta la nazione. Vogliamo il movimento per la vita fuori dai consultori e gli obiettori fuori dagli ospedali pubblici.

Bologna - In difesa della 194