28.02.12 Grecia - Visita alla Ellenic Steel in sciopero da 120 giorni

28 / 2 / 2012

Continua la delegazione di reti e movimenti europei.

Nella mattinata la delegazione si è recata alle porte d'Atene a visitare lo stabilimento dell'Ellenic Stell dove gli operai sono in sciopero da 120 giorni.

Da 120 giorni la fabbrica siderurgica Ellenic Steel alle porte di Atene è in sciopero.

Tutto è bloccato perchè un padrone privato ha deciso di fronte alla crisi di chiudere la fabbrica .

Il piano padronale, supportato dalla Confindustria greca, prevede che il 5% dei lavoratori vengano mandati a casa: 400 lavoratori ogni settimana si trovano a casa senza cassa integrazione, sussidio, nessun ammortizzatore sociale.

Gli operai di questa fabbrica hanno deciso di dare battaglia e da 120 giorni fanno sciopero per impedire la svendita, si scontrano con la polizia che cerca di impedire i picchetti.

E' una fabbrica che sta raccogliendo la solidarietà di tutto il mondo. Sul conto corrente dgli operai arrivano i fondi di solidarietà datutto il mondo che letteralmente servono per far sopravvivere gli operai. E' diventata una fabbrica simbolo.

Noi come Global Project siamo qui per capire, portare la nostra solidarietà e far capire cosa sta succedendo ai nostri confini.

Stiamo aspettando una delegazione di operai che sta tornando da una delegazione con il Ministero del Lavoro che qui è chiamato Ministero della disoccupazione.

120 giorni di sciopero questa è l'altra faccia della Grecia. Prima mentre aspettavamo un operaio della fabbrica ci ha detto “Perchè deve essere la mia famiglia a pagare la crisi. Fino a pochi mesi fa questa fabbrica vendeva a Albania, Romania, Israele tonnellata di acciao di qualità, hanno fatto un sacco di soldi sulla nostra lvita e sulla nostra salute perchè adesso devo essere io a pagare”.

Questa la vera domanda che dall'Ellenic Stelle arriva a tutti noi

Con Raffaella Bolini Arci un commento prima di entrare nello stabilimento

Abbiamo bisogno di uno spazio pubblico europeo?

Ne abbiamo assolutamente bisogno. Non ho nostalgia per il passato, quello di dieci anni fa, di quando dicevamo che la globalizzazione ci avrebbe portato ad una situazione difficile. Oggi ci sono nuove lotte, nuovi soggetti che sono in movimento, c'è tanta gente che produce il pensiero dell'alternativa e tutto questo molte volte si produce a livello locale, ma tutto questo dove può fare massa critica? Non per essere tradizionalista ma mi hanno insegnato che si tratta ogni giorno di costruire il campo di forze che è capace di spostare i rapporti di forza. Noi abbiamo tanti elementi che possono spostare le cose. Spesso la comunicazione tra queste cose esiste ma c'è l'abbiamo un luogo, lo spazio pubblico dell'alternativa, democratico in grado di far sentire a tutti il fatto che si sta insieme? Dieci anni fa ci provammo con la realtà di allora, con i percorsi del forum sociale europeo, ora questo non c'è più e non è detto, non ci credo, che possano essere quelli che fecero quell'esperienza allora che sono in grado di reinventarsi una cosa nuova. Però noi che abbiamo fatto quella cosa dobbiamo prenderci la responsabilità di far crescere questa nuova esigenza.

Sei stata a Porto Alegre a gennaio e si sta preparando la mobilitazione per il prossimo appuntamento di Rio + 20, quale è il clima?

In Brasile intorno a Rio+20 c'è una grandissima attenzione ed anche in tutto il mondo. Io penso che noi in Europa dovremmo avere la responsabilità di connettere i temi che si tanno discutendo intorno alla Conferenza, che dal punto di vista ufficiale sono convinta non produrrà niente. E' come se si stessero mettendo insieme tante riflessioni, idee che sono alla base del pensiero di movimento, di una riconversione ecologica della società e della produzione. E' il pensiero dell'alternativa, di un altro modo di vivere. Giustizia sociale ed ambientale come paradigmi su cui costruire una società nuova.

Mi sembra che in Europa tutto questo continuiamo a pensarlo come qualcosa di distante dal tema della crisi, invece è la soluzione al tema della crisi.

Con un delegato della Ellenic Steel la storia dello sciopero.

La volontà di non accettare il piano padronale e di iniziare lo sciopero. La lotta comune e la solidarietà raccolta per sostenere le famiglie. Una lotta che ha come controparte anche il Ministero.

Non tutte le forze politiche appoggiano ovviamente lo sciopero a parte il Partito comunista. La solidarietà arriva dalla gente in Grecia e a livello internazionale.

Siamo in sciopero da 4 mesi.

L'intervento di Gianmarco de Pieri in solidarietà agli operai

Alla conclusione della visita con Yannis del Network for political and social rightsalcune considerazioni sulla situazione in Grecia e sulla necessità di un percorso comune a livello europeo e internazionale per costruire un'alternativa alla crisi.

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Articolo a cura di Gmdp Centro Studi Alternativa Comune