29 novembre Marcia globale per il clima - Insieme per cambiare il sistema

Nel Nord-Est i principali appuntamenti appuntamenti a Rovigo, Trento, Treviso e Venezia.

27 / 11 / 2015

Lunedì 30 novembre aprono a Parigi i lavori della ventunesima Conferenza delle Parti dell'UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), altrimenti detta COP-21. Obiettivo dichiarato della Conferenza è quello di raggiungere, dopo oltre venti anni di inutili tentativi, un accordo vincolante per tutti gli Stati. Si tratta a suo modo di un accordo “storico”, viste le resistenze finora avute dall’intero establishment politico ed economico mondiale, ancor più avallato dalle convergenze sul tema climatico trovate dagli Stati membri del G7 durante l’ultimo incontro, tenutosi in Baviera all’inizio di giugno 2015.

L’impegno dei 146 delegati nazionali presenti a COP-21 consiste nel contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2 gradi centigradi (considerando il 2100 come parametro temporale di riferimento), iniziando un piano di diminuzione di emissioni di gas serra a partire dal 2020. Un piano che gli stessi esperti giudicano ancora troppo indefinito e che la stessa Christiana Figueres, segretaria dell’ UNFCCC, ha battezzato come “non sufficiente, sebbene meglio rispetto ai 4-5 gradi di aumento a cui si andrà incontro se non ci fosse l’accordo”.

Nonostante i proclami politici e le profusioni di ottimismo che stanno precedendo la Conferenza, tra cui le dichiarazioni del ministro dell’ambiente italiano Gian Luca Galletti che ha parlato senza mezzi termini di “appuntamento con la storia”, anche il migliore degli scenari che si presenterà dopo l’appuntamento parigino evidenzia una situazione nella quale ci sarà in breve tempo, come descritto all’interno del report annuale della Banca Mondiale, “una crescita dei mari sempre più rapida, la scomparsa di grandi pezzi di foresta Amazzonica e si innescheranno una catena fattori che agiranno in maniera non lineare”. In parole povere, nonostante il difficile contenimento del surriscaldamento globale entro i 2 gradi (che per realizzarsi prevederebbe l'abbandono dell'utilizzo delle risorse fossili e un effettivo cambio radicale del modello produttivo vigente), in tante parti del pianeta Terra diventerà impossibile la stessa riproduzione biologica della vita, con inevitabili conseguenze per le migrazioni ed in generale per gli assetti economici, sociali e politici globali.

Al fine di evidenziare l’insufficienza degli accordi previsti a Parigi e per spingere verso un cambiamento più radicale, che preveda il superamento stesso dell’attuale sistema di sviluppo capitalistico, vero artefice del climate change, migliaia di persone di tutto il mondo hanno iniziato da mesi a costruire un’agenda di mobilitazioni in vista di Cop-21, che sarebbe dovuta culminare con una grande manifestazione il 12 dicembre, nella capitale francese. In seguito agli attentati del 13 novembre ed alla dichiarazioni di stato d’emergenza attuata da Hollande il giorno dopo, tutte le manifestazioni previste nella capitale francese sono state vietate, decretando che i movimenti che lottano per la giustizia climatica e sociale siano di fatto i primi ad essere colpiti dai nuovi dispositivi di sicurezza ed ordine pubblico.

Nonostante il clima di guerra e di emergenza che si respira a livello globale in queste settimane, la giornata di mobilitazione diffusa, prevista a livello globale per il 29 novembre, si terrà regolarmente e prevede oltre 2.000 marce per il clima in circa 150 Paesi. Da Londra a San Paolo, da Tokyo a Johannesburg in migliaia scenderanno in piazza contro il climate change e le politiche economiche e sociali che lo hanno prodotto. In Italia l’appuntamento principale sarà a Roma, con partenza alle 14.00 da Campo de Fiori ed arrivo e concerto in via dei Fori imperiali. In diverse città italiane ci saranno eventi simili ed iniziative territoriali nel corso del week-end.

Nel Nord-Est si parte con un’iniziativa a Rovigo, sabato 28 dalle 10,30 alle 16,30, di pulizia collettiva del Parco Langer, promossa da Comitati e lAssociazioni a difesa del Quartiere e del Parco, al fine di chiedere che l’intera fascia rivierasca posta a sud del Canale Ceresolo tra Viale Porta Adige e l’attuale rotatoria cieca in prossimità Tangenziale est diventi un ampio parco fluviale. Il giorno seguente a Trento il centro sociale Bruno, insieme a diversi comitati territoriali No Tav e ad attivisti che lottano contro la Valdastico Nord, saranno presenti alla marcia locale sul clima, che partirà alle 11,00 da piazza Dante, per evidenziare come le questioni climatiche non possano prescindere dal contrasto alle grandi opere inutili, che stanno avendo il Trentino come importante crocevia, ed allo Sblocca Italia.

Il centro sociale Django ed altri movimenti trevigiani saranno in piazza a Treviso, a partire dalle ore 10.  

L’appuntamento principale sarà a Venezia (l’appuntamento è alle 14,00 nel piazzale della stazione Santa Lucia) , dove convergeranno centri sociali ed attivisti da ogni parte del Veneto per pretendere un cambio di rotta verso un'economia sostenibile da contrapporre alla folle corsa della crescita economica, per il mondo e per chi lo abita