#5m Padova - Scioperiamo la buona scuola

Una manifestazione regionale convocata dal Coordinamento degli studenti medi e dagli insegnanti autorganizzati

5 / 5 / 2015

Oggi, 5 maggio 2015, in 2.000 da tutto il nord-est gli studenti ed i docenti delle scuole sono scesi sulle strade padovane per ribadire con forza la loro contrarietà alla proposta di riforma “La Buona Scuola” ed ai famigerati test Invalsi.

In piazza non ci sono solo studenti delle scuole superiori: ci sono i lavoratori e le lavoratrici di tutto il settore della formazione, gli studenti universitari e i genitori.

Il segnale è forte e coeso in tutta Italia: il mondo della formazione si oppone a questa riforma che si propone come risolutiva ma che di fatto non lo è.

D'altro canto come può esserlo una riforma che trasforma la scuola pubblica sempre di più in una specie di azienda?

Per gli studenti questo si concretizza in ore di stage non retribuito a discapito delle ore di lezione, senza nessun tipo di garanzia che siano effettivamente formative. Nella speranza - vana - che le aziende si accontentino di stanziare finanziamenti senza ricevere nulla in cambio. Solo una scusa, per come la vedono i manifestanti, per far entrare i privati nel mondo della scuola pubblica, e farli accedere facilmente ad un infinito bacino di lavoratori che non serve vengano pagati.

Per non parlare poi della figura del preside-manager, che con questa riforma avrà molto più potere sull'avanzamento dei docenti, creando di fatto un regime di competitività invece che di collegialità, cosa che non giova alla qualità della didattica.

Non bloccare questa riforma significherebbe condannare gli studenti ad un futuro precario, costituito dal continuo ricambio di giovani che le aziende troverebbero facilmente all'interno delle scuole.

 L’applicazione, fin dalle elementari, dei test INVALSI rappresenta un'idea inaccettabile di formazione: un’abitudine ad abbandonare il pensiero critico a favore di un ragionamento schematico impostato solo ed esclusivamente su degli standard che non possono valere per ogni singolo o classe.
Con questi banali quiz a crocette si pretende di valutare l'apprendimento degli studenti ed il metodo d' insegnamento dei docenti: un vero e proprio metodo di classificazione, standardizzazione e codificazione degli studenti italiani e delle loro scuole. Anche la destinazione delle risorse verso la scuola pubblica è carente, vista la mancanza strutturale per risanare l’edilizia scolastica fatiscente presente su tutto il territorio nazionale. Per questo gli studenti invitano a boicottare i test Invalsi nella giornata del 12 maggio.

La manifestazione di oggi ha, ancora una volta, dimostrato che il mondo della formazione rifiuta l'ennesima riforma calata dall'alto senza cognizione di causa, e si mobilita, unito, per opporsi allo sfruttamento della scuola pubblica.

Un segnale importante, necessario, per collocare in un percorso più lungo, partito già quest'autunno ma che vuole continuare e farsi sempre più largo, per creare spazio a chi la scuola la vive davvero, a chi la buona scuola la crea dal basso ogni giorno.

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