E’ accaduto ieri sera a Velletri,
in provincia di Roma, intorno alle ore 22.30. Quando subito dopo aver
parcheggiato la macchina nella piazza antistante il pub “Passo
carrabile”, dove Zulù avrebbe dovuto esibirsi, il nostro cantante e uno
dei fonici della band sono stati aggrediti con cinture e altri oggetti
atti a offendere da un gruppo di una ventina di persone che esponevano
simboli di estrema destra. La pronta reazione e l’intervento della
sicurezza del locale hanno fatto sì che gli aggressori si dessero
rapidamente alla fuga, impedendo che l’episodio avesse conseguenze più
gravi delle contusioni, dei tagli e delle abrasioni superficiali
riportate dai nostri compagni, che hanno rifiutato di essere trasportati
in ospedale. Purtroppo la serata non ha potuto avere luogo e ci
scusiamo con i presenti che erano venuti ad assistere allo spettacolo.
Un fatto grave, che si inserisce
in una sempre più preoccupante recrudescenza dell’estremismo fascista in
Europa e in Italia. Il 5 Giugno a Parigi, nei pressi della
centralissima Saint-Lazare, è morto in seguito alle percosse ricevute da
tre naziskin Clément Méric, studente della facoltà di Scienze Politiche
di appena 18 anni. Nella notte dello stesso 5 giugno una molotov è
stata lanciata contro il portone del centro sociale Astra 19 nel cuore
del Tufello a Roma, al piano terra di una casa popolare abitata da
decine di persone. Anche in questo caso, chiara la matrice fascista, nel
clima avvelenato della campagna elettorale per le Comunali a Roma.
Chi ci mette la faccia si assume i
suoi rischi e noi che ce la mettiamo da vent’anni lo sappiamo bene.
Anche a Velletri stasera, quando in due abbiamo subito l’aggressione di
venti fascisti che colpiscono e scappano. “Venti a uno è la tua forza
fascio infame”, cantiamo in “Rigurgito antifascista”, una delle nostre
canzoni più famose. E anche stasera abbiamo avuto la dimostrazione che
non ci sbagliamo: vigliacchi, capaci di farsi forza solo in branco e in
schiacciante superiorità numerica. Non abbiamo sporto denuncia perché
crediamo che l’antifascismo non si pratichi in quegli stessi tribunali
che assolvono gli assassini di Stefano Cucchi e comminano 100 anni di
carcere a 10 compagni per qualche vetrina rotta a Genova. L’antifascismo
si fa nelle strade.
La lotta continua, a testa alta come sempre, sputandovi in faccia il nostro odio!
99 Posse & Crew