L'iniziativa si è conclusa con la partecipazione di trenta canoisti che hanno disceso il fiume Mis

Belluno - Difendiamo il fiume Mis

Nel giorno dell'anniversario del Vajont il Comitato Acqua Bene Comune di Belluno ha organizzato una conferenza stampa pubblica contro la mega centrale idroelettrica Camolino-Busche

11 / 10 / 2010

Oltre un centinaio di persone si sono radunate nella frazione bellunese di Camolino per partecipare alla conferenza stampa promossa dal comitato Acqua Bene Comune contro il progetto di Enel, in partnership con la società En&En, che prevede la realizzazione di una mega centrale idroelettrica sul torrente Mis. Una conferenza stampa inusuale, che si è svolta nel terreno in cui i progettisti hanno previsto di  collocare l’inizio della condotta forzata che attraverserà quattro diversi Comuni, prima di rilasciare, 11 kilometri più a valle in località Busche (BL), l’acqua prelevata a Camolino. La condotta avrà una portata massima di 50 mc/s di acqua per una produzione elettrica annua di 90 gigawatt. Si tratta di un’opera di grande impatto ambientale, come dimostrano i 600 mila metri cubi di materiale che verrà scavato con l’utilizzo di una tunnel boring machine (TBM), una mega talpa che realizzerà un tunnel di 5,80 m di diametro nel quale verrà collocata la condotta. Oltretutto, in alcune zone, anche in prossimità di abitazioni, si passerà ad uno scavo di tipo “tradizionale” , ovvero con l’utilizzo di mine.

Questi sono solo alcuni dei numeri che emergono dal progetto, cifre che solo in parte riescono a descrivere la reale portata dell’opera. Per questo, alcuni attivisti del comitato, prima dell’inizio della conferenza stampa, hanno installato un facsimile in scala 1:1 della sezione della condotta, permettendo così, alle persone presenti, di poter vedere con i propri occhi la dimensione reale dello scavo previsto.

Inoltre, come è stato più volte ricordato, la realizzazione di quest’opera, determinerebbe la definitiva morte dell’ecosistema del fiume Mis, già fortemente compromesso a causa di un'altra grande centrale idroelettrica che ne sfrutta la portata più a monte. Ma, il Mis è solo uno dei tanti esempi di sfruttamento insostenibile dei fiumi del bacino idrico della Piave. Il 90% delle sue acque sono già attualmente artificializzate per scopi idroelettrici e irrigui e questa nuova centrale, la così detta Camolino-Busche, andrebbe ad intaccare in parte quel ultimo 10% di acqua rimasta libera di scorrere nel proprio alveo. Per questo motivo, in difesa dei fiumi bellunesi, il comitato aveva promosso una petizione popolare nella quale si richiedeva una moratoria alla realizzazione di nuovi impianti idroelettrici nel territorio bellunese e la messa in discussione  delle vecchie concessioni. Le 9000 firme raccolte però, sono rimaste nascoste nei cassetti dell’amministrazione provinciale, totalmente snobbate dal presidente leghista Bottacin, che come per la questione del prolungamento dell’autostrada A27, è disposto a svendere il proprio territorio a qualche speculatore senza scrupoli. Per questo il comitato ha indetto per venerdì 15 alle ore 15:30 un presidio in consiglio dove sarà discussa la questione relativa alla nuova centrale Camolino-Busche.

Infine, la conferenza stampa, si è conclusa con una bellissima iniziativa di una trentina di canoisti che con i propri kayak hanno disceso il fiume Mis , con in testa lo striscione “Stop alla sfruttamento dei fiumi”.

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