"Gli invisibili portano in teatro se stessi"

11 / 1 / 2011

Per rafforzare la loro protesta e uscire dalla condizione di “invisibili” le partite Iva milanesi hanno deciso di organizzare un vero e proprio spettacolo teatrale.

Se un anno fa, il 1 dicembre 2009, avevano occupato il piazzale della Triennale dando vita a una performance contro l’aumento dell’aliquota contributiva Inps ai danni dei lavoratori autonomi (alcuni infermieri prelevano forzosamente il sangue a dei malcapitati pazienti), stavolta hanno prenotato per il 12 gennaio il teatro dell’Agorà – sempre negli spazi della Triennale – per mettere in scena una pièce: “Lo stato del Quinto Stato”.

A recitare saranno una quindicina di iscritti all’Acta, l’associazione dei consulenti del terziario avanzato, punta di diamante del movimento delle partite Iva con almeno un migliaio di iscritti. A dirigerli una regista professionista, Marcela Serli del teatro della Ringhiera, che in questi giorni sta selezionando gli attori e mandando avanti le prove.

Racconta Samanta Boni, una delle organizzatrici dello spettacolo: “Vogliamo raccontare chi siamo, portare la nostra condizione all’attenzione di tutti e per questo abbiamo pensato a un evento teatrale come strumento di comunicazione”. I testi saranno una rielaborazione del Manifesto del lavoro autonomo redatto in questi giorni da Acta e che recita:

“Abbiamo un’identità precisa, forte, che ci consente di parlare apertamente per denunciare sperequazioni e ritardi, le furberie della politica e l’inadeguatezza di una legislazione incapace di tenere il passo con i cambiamenti del mercato del lavoro”.

La moda, il design, la ricerca, la formazione, il web, il management “oggi sono affidati a noi lavoratori autonomi, flessibili e indipendenti, che stiamo a fianco delle imprese e della pubblica amministrazione quando serve”. Tanta professionalità e disponibilità non sono però ripagate da un meccanismo di scambio come quello che regola l’attività dei lavoratori sindacalizzati. “Serviamo a tappare i buchi dell’Inps, paghiamo le pensioni degli altri, ma noi non ne avremo una sufficiente a sopravvivere”.

La polemica delle partite Iva è più viva in questi giorni perché il 30 novembre è scaduto il termine per il versamento del secondo acconto di tasse e contributi (che arrivano al 26,72% del fatturato). A leggere i messaggi in rete molti professional non sono riusciti a pagare la rata a causa della diminuzione del fatturato e si vedranno costretti quindi a farlo successivamente cumulando anche gli interessi.

Manca una statistica precisa sui morosi forzati ma uno dei dirigenti dell’Acta, Alfonso Miceli, rispondendo ai messaggi degli iscritti ha concluso sconsolato: “La prossima volta cercate di nascere lavoratori dipendenti!”.

La struttura della pièce è divisa in tre atti, nel primo si risponderà alla domanda “chi siamo?”, il secondo parlerà dei “diritti di cittadinanza” e il terzo sarà dedicato a illustrare la proposta che chiude il Manifesto. “Abbiamo deciso si unirci in una coalizione che vuole rappresentare i lavoratori professionali autonomi - dice Boni – Non possiamo aspettare più, dobbiamo vedere riconosciuto il valore del lavoro creativo e indipendente. Per questo bisogna riformare fisco e previdenza”.

La lotta politico-sindacale aggiorna, dunque, i suoi strumenti di comunicazione e per cercare di parlare con tutti è previsto che l’ingresso a teatro sia libero.

Va in scena il manifesto dei lavoratori autonomi: Il Trailer