No Ogm - Tutti a Vivaro (PN) Venerdì 30 aprile ore 12.00

Cresce la mobilitazione per bloccare l'illegale semina del mais OGM

29 / 4 / 2010

Cresce l'attenzione intorno alla vicenda dei semi OGM Agricoltori Federati vorrebbe seminare nella giornata di venerdì nella zona di Vivaro in provincia di Pordenone.

Una vicenda che non è solo a carattere locale ma si impone come vicenda nazionale visto che riguarda una scelta ritenuta inaccettabile: la possibilità che esistano campi OGM in Italia.

Appello alla mobilitazione

NOTIZIE DAL FRIULI

Alessandro Metz raggiunto telefonicamente da Radio Sherwood aggiorna sulla situazione e conferma l'appuntamento per venerdì 30 aprile alle ore 12.00 a Vivaro per bloccare la semina.

Ascolta la corrispondenza

"Oggi ci sono state delle conferenze stampa tra cui una fatta da Fidenato degli Agricoltori Federati che un po' da “furbetto del qurtierino” ha detto che domani ci sarà la semina in un posto supersegreto e che però potrà essere vista via web. Alla domanda dei giornalisti su come si può essere certi che la semina venga fatta in Friuli e non in un posto qualsiasi la sua risposta è stata “dovete fidarvi”.

A livello nazionale la vicenda si sta rilanciando visto che il neo-Ministro Galan ha chiesto di non effettuare la semina e dicendo che lui ha un approccio completamente diverso dai precedenti e di essere disposto a ragionare con chi vuole gli OGM. Di fronte a queste dichiarazioni fidenato ha risposto o ci arriva una proposta entro 48 ore oppure non ci stiamo.

Quindi Fidenato sta un po' giocando a livello mediatico e della comunicazione e mantiene questo appuntamento di domani alle 14.00 in cui lui continua ad affermare che lasemina verrà effettuata.

Per quanto ci riguarda l'appuntamento di domai continua ad essere fondamentale.

Essere a mezzogiorno a Vivaro, essere nei luoghi in cui la semina dovrebbe avvenire e fare di tutto per impedirla rimane il perno su cui la mobilitazione sta crescendo di interesse e di partecipazione.

Diventa un elemento centrale questo del bene comune.

Loro rivendicano continuamente il diritto a fare quello che si vuole nella proprieta dei singoli. Cosa che cozza completamente con il fatto che la proprietà del proprioo campo sia un isola staccata da qualsiasi altra realtà agricola, ecologoca, ambientale, isolata da qualsiasi altro sistema ci sembra di una stupidità enorme.

Oi riteniamo che non possa esserci da questo punto di vista una possibilità di andare ad incidere pesantemente sul nostro ambiente, sul nostro territorio, sul nostro futuro come se il bene coune non fosse proprietà di tutti e quindi di nessuno.

Questo è il motivo per cui ribadiamo che domani ci saremo a mezzogiorno e che faremo di tutto perchè questa semina non avvenga."

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Rassegna Stampa

Dal Piccolo

Galan apre sugli OGM ma vieta la semina. I ribelli di Vivaro: "Ha 48 ore per convircerci

TRIESTE È un sacco, uno solo, e ha già alle spalle una rocambolesca trasversata oceanica. Contiene 50mila semi di mais Ogm, nemmeno un ettaro di terreno, ma sta provocando un putiferio crescente: Giorgio Fidenato, l’agricoltore ”ghandiano” di Vivaro che lo possiede, rivendica il diritto di piantare «pacificamente» quei 50mila semi. Primo in Italia.

Il nutritissimo fronte anti-Ogm, invece, grida all’illegalità e invoca contromisure: la Lega va in pressing sul prefetto di Pordenone e su Roberto Maroni, il Pd incalza mezzo governo, Coldiretti protesta, il mondo ”no global” annuncia la calata su Vivaro. Muro contro muro? No, non ancora, perché Giancarlo Galan scende in campo e, a sorpresa, apre uno spiraglio: promuove «il dialogo», si smarca dal suo precedessore Luca Zaia e si dice «libero da pregiudizi», chiedendo pero di sospendere la semina. L’a gricoltore ”ribelle” non resta sordo, ma rilancia: «Il programma non cambia, domani si semina a meno che il ministro all’Agricoltura non abbia proposte serie da sottoporci entro 48 ore».
L’APERTURA
Come finirà? Di sicuro, all’antivigilia del ”d-day”, Galan conquista la scena. Sparigliando. Il ministro dichiara che «la questione degli Ogm merita, da parte di tutti, un supplemento di attenzione». Subito dopo, si rivolge ai ”ribelli”: «Chiedo a chi medita di risolvere la questione con azioni dimostrative di sospendere ogni iniziativa che travalichi i confini della legalità anche perché troverà in me un interlocutore libero da pregiudizi». E ancora: «Con il dialogo e il confronto è più semplice trovare soluzioni a una questione che si rischierebbe di compromettere con inutili fughe in avanti».

LA RISPOSTA
Non è un segnale da poco. Non a caso, Futuragra - l’associazione che combatte da sei anni «la battaglia innanzitutto culturale» in nome degli Ogm ma non convide la mossa eclatante di Fidenato - raccoglie al volo e offre subito «tutto l’appoggio e la collaborazione» a Galan. Agricoltori federati e Movimento libertario, le associazioni che viceversa supportano quella mossa, raccolgono solo a metà: «L’apertura del ministro ci trova pronti e aperti anche se arriva in un momento in cui i tempi utili per la semina del mais sono strettissimi. E quindi, poiché abbiamo pochissima fiducia nella classe politica viste le centinaia di promesse non mantenute, non intendiamo rinunciare alla semina a meno che il ministro non abbia proposte serie da sottoporci entro 48 ore».

LE PROTESTE Non tutti aspettano. Il Pd, con Nicodemo Oliverio, interviene a Montecitorio contro le minacce «fuorilegge» dell’a gricoltore di Vivaro, sollecitando mezzo governo a impedire la semina e annunciando presidi. La Lega, con Sebastiano Fogliato e Gianpaolo Vallardi, scrive una lettera al prefetto di Pordenone e al ministro dell’Interno, chiedendo di bloccare il pericoloso blitz di Vivaro. E la Regione, con l’assessore Claudio Violino, ribadisce che «la semina non è autorizzata».

IN PIAZZA I più duri, però, sono tre volti noti del mondo no-global: Alessandro Metz, Luca Tornatore e Luca Casarini chiamano a raccolta centri sociali, ambientalisti, agricoltori, associazioni e movimenti in difesa della «nostra terra contro le multinazionali del biotech». E organizzano, domani alle 12 nella piazza principale di Vivaro, un presidio attivo per «impedire che questi signori possano seminare la loro stupidità».

GLI APPUNTAMENTI Già quella di oggi, però, è una giornata calda: Fidenato convoca i giornalisti alle 11. A Pordenone. Alle 12, sempre a Pordenone, Coldiretti e le 55 associazioni promotrici di una legge regionale anti-transgenico fanno altrettanto. La sfida continua.

Intervista a Alessandro Metz