Tutti gli audio degli interventi della serata al Presidio No Dal Molin

Vicenza - Presentazione fumetto su Cucchi e dibattito sul carcere

L'assemblea del Bocciodromo ha organizzato un momento di riflessione sul carcere

11 / 6 / 2010

Mercoledì 9 giugno l'assemblea del Bocciodromo ha organizzato all'interno del Presidio No Dal Molin la presentazione del fumetto "Non mi uccise la morte", sulla vicenda di Stefano Cucchi con la presenza degli autori.

A seguire è partito un dibattito sulle condizioni delle carceri italiani, sul coraggio della famiglia Cucchi a denunciare una violenza che a dire la verità avviene prima del carcere, nelle camere di sicurezza delle questure o delle caserme dei carabinieri.

Luca Moretti, lo scenaggiatore del fumetto,  nel suo intervento prima di tutto sottolinea di aver incontrato attraverso le presentazioni del fumetto un'italia diversa, fatta di esperienze, movimenti e progetti. Ripercorre poi la vicenda di Stefano Cucchi, mettendo in evidenza che non è mai arrivato in carcere. Dopo aver sottolineato il coraggio dei familiari dei detenuti e la violenza che subiscono quotidianamente, si fa portavoce di un messaggio del padre di Stefano, che da un lato ringrazia tutti quelli che lo stanno sostenendo e dall'altro annuncia la creazione di un comitato dei familiari delle vittime dell'ordine pubblico.

Toni Bruno, il disegnatore del fumetto, analizza la scelta del fumetto, che nel corso degli anni è diventato strumento d'informazione. Analizza come il termine "graphic novel", che letteralmente vorrebbe dire "romanzo illustrato", in realtà stia diventando sempre più un mezzo d'inchiesta. "Non mi uccise la morte" diventa un "istant comic", perchè è uno dei primi fumetti in Italia che esce prima della chiusura dei processi e a distanza breve dai fatti accaduti. Anche Toni Bruno si sofferma sul coraggio della famiglia di pubblicare le foto e quindi il ruolo delle immagini.

Paola Marchetti di Ristretti Orizzonti si sofferma sull'importanza di fare sana e vera informazione sul carcere. Sottolinea il coraggio della famiglia Cucchi e evidenza come non si parla mai della sofferenza dei familiari dei detenuti. Viene messo in evidenza come la violenza, più che in carcere, avvenga nelle questure, nelle caserme dei carabinieri o nelle camere di sicurezza. E' necessario chiedere la trasparenza nei controlli delle camere di sicurezza. I detenuti troppo spesso arrivano già picchiati in carcere. Il sovraffollamento è dovuto a tre leggi: Fini-Giovanardi sulle droghe, Bossi-Fini e reato di clandestinità e l'ex-Cirielli sulla recidività. Così i problemi sociali vengono risolti con l'incarcerazione di massa. Altro aspetto affrontato è il ruolo delle misure alternative in un'ottica di una funzione di reinserimento nella società e di ruolo positivo anche per la sicurezza sociale. Vengono concesse molto difficilmente per paura di essere attaccati dall'opinione pubblica, lavorando sull'informazione.

Simona Portinari gestisce gli inserimenti lavorativi all'interno delle cooperative sociali del Consorzio Prisma di Vicenza. Anche Simona sottolinea la necessità di fare una corretta informazione sulle misure alternative. Anche se è difficile riuscire a raccontare un mondo che è chiuso.

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