A Padova tornano in piazza le Maestranze dello Spettacolo

Incontro con il Prefetto e richieste chiare ai Ministeri competenti: sostegno economico a lavoratori e lavoratrici, l'attuazione della legge delega e nuove tutele dal lavoro nero e sfruttamento

12 / 2 / 2022

Ieri a Padova sono tornate in piazza le Maestranze dello Spettacolo, che hanno manifestato sotto la Prefettura e si sono fatte ricevere dal Prefetto Raffaele Grassi, al quale hanno sottoposto una serie di questioni riguardanti il sostegno economico a lavoratori e lavoratrici, l'attuazione della legge delega e nuove tutele dal lavoro nero e sfruttamento. Di seguito la sintesi delle richieste, che verranno inoltrate al Ministero dell'interno, e da lì agli Uffici di competenza.

Si avvicina la terza stagione lavorativa per lo Spettacolo dal vivo, le Fiere e la Cultura dall'inizio della pandemia.

Il bilancio del COVID non lascia spazio ad interpretazioni: secondo uno studio promosso dal Centro Studi DOC, a dicembre 2021 solo tra le Maestranze Tecniche il 13%  ha abbandonato completamente la professione. Da ciò, una perdita di manodopera altamente qualificata ed esperta. Inoltre la crisi ha rallentato la formazione, lo sviluppo di percorsi artistici e la prosecuzione della crescita individuale per un periodo molto lungo. Questo è un  fattore da considerarsi, essendo significativa la sua ripercussione sui professionisti delle arti performative.

Oggi la differenza tra i luoghi dello spettacolo “di punta” finanziati dal FUS e gli eventi considerati “periferici” che non godono di alcun sostegno è enorme, e nella “provincia” il rischio di lavoro nero e sottopagato è altissimo.

All'interno degli Enti maggiori, si registrano invece problematiche relative a disparità di trattamento, salari ribassati, e una rilevante virata verso “il contenimento delle spese” le quali vengono contenute tagliando sul personale in palcoscenico, eliminando Corpi di Ballo,  scenografia, o assumendo “giovani” in condizioni di stage per rendere meno costosi gli spettacoli, progressivamente mortificando la storia e la qualità del grande teatro italiano.

I mesi di dicembre, gennaio, febbraio e marzo hanno visto un calo drastico dei lavori e delle commissioni, fermando “di fatto” tutto il comparto nonostante non si fosse in uno stato di restrizioni particolari. L'impoverimento dei lavoratori porta ad una loro maggiore vulnerabilità nella fase di riapertura “selvaggia” che nuovamente si prospetta. Questo produce un generale ribasso delle condizioni di lavoro e di retribuzione,  e rende ideale il contesto per il propagarsi del lavoro nero, senza sicurezza e senza tutele.

Per questi motivi siamo a confrontarci con il Prefetto, massima autorità sul territorio, affinché faccia giungere ai Ministeri di competenza lo stimolo per:

-l'erogazione di ristori per il periodo di inattività da dicembre 2021 a febbraio 2022

-il riconoscimento della contribuzione figurativa per gli anni 2020-2021-2022

-la finalizzazione dell’iter legislativo del settore a seguito della riapertura delle deleghe della legge 175 / 2017 che ancora non sono state rese operative. Questa è una normativa molto attesa dai lavoratori e dalle lavoratici del settore, in parte anticipata dal decreto “sostegni bis” con l’introduzione dell’ALAS. Una riforma che abbiamo criticato perché poco coraggiosa, ma che a questo punto è comunque più che mai necessario approvare.

-un reale finanziamento del SET (Sostegno Economico Temporaneo) e la sua attivazione.

-l' introduzione dell’obbligo del riconoscimento dell’indennità di disponibilità per i lavoratori intermittenti

Oltre a questi aspetti tecnici per noi essenziali, crediamo sia doveroso riportare ai Ministeri di Cultura e Lavoro la necessità di agire in maniera lungimirante nei confronti della stagione che sta per arrivare e di quella che le seguirà: per due anni abbiamo visto come l'assenza di strategie di sostegno allo spettacolo, di monitoraggio e di tutela reale del lavoro abbiano portato ad una situazione pessima che è oggi giustificata anche dai dati, oltre che dalle esperienze riportate da lavoratrici e lavoratori.

Riteniamo doveroso quindi:

-predisporre un piano di tutela della stagione estiva aumentando e distribuendo più equamente i fondi alla cultura e vincolando questi al rispetto del lavoro, del professionismo e della dignità di chi lavora, con un occhio di riguardo anche alla cultura di prossimità e gli Eventi “minori”.

-sostenere una strategia per il prossimo autunno inverno: bisogna agire facendo tesoro di quanto accaduto fino ad oggi, elaborare cioè norme che non penalizzino cultura e spettacolo e che possano -qualora sia necessario- discernere in maniera equa ed aiutare economicamente chi non possa lavorare. Cultura e Spettacolo non devono più essere “i primi a chiudere”.

A questo proposito ci preme inoltre far giungere ai Ministeri un appello accorato.

Dall'inizio della pandemia i Ministri di Lavoro e Cultura hanno potuto giovare di un enorme contributo di intelligenze da parte di tutto il nostro comparto, che si è mosso ad ogni livello per aiutare a far luce su un settore complessissimo e sconosciuto alla politica.

La “riforma dello spettacolo” è un argomento che si è dimostrato di estrema rilevanza per tutte le forze coinvolte, e tutto il settore auspicava che il Governo avrebbe saputo far tesoro dei contributi preziosi ricevuti e che avrebbe prodotto strumenti in grado di migliorare sensibilmente la situazione del comparto nella sua interezza.

Questo non è avvenuto. Il mondo dello spettacolo non è stato riformato, bensì sono stati sviluppati degli strumenti di sostegno al reddito doverosi, ma diversi dalla richiesta di una riforma strutturale.

Vogliamo fare appello al senso di responsabilità del Governo affinché rendano siano finalmente resi effettivi i DL per i quali la Delega scadrà a breve, lasciandoci nel caos più totale.

Inoltre riteniamo fondamentale l'intervento del Legislatore per sostenere lo spettacolo dal vivo disponendo rapidamente fondi extra-FUS, portando più chiarezza nell'utilizzo del denaro pubblico, e pensando a tutti gli Eventi che, pur non accadendo all'interno dei luoghi più importanti, esistono e danno da lavorare a migliaia di persone storicamente invisibili.

Il mondo dello spettacolo dal vivo necessita di misure finanziarie forti per contrastare il lavoro nero, per favorire lo sviluppo delle carriere anche fuori dai centri maggiori, per rendere sicuro l'ambiente per lavoratrici e lavoratori intermittenti di natura.

Nutriamo la speranza che la Politica abbia compreso le molte motivazioni che rendono questo tipo di percorso necessario oggi più che mai, e quanto sia utile la ricchezza di prospettive al fine di legiferare correttamente se lo si vuole fare.

Maestranze Spettacolo Veneto

RISP – Rete Intersindacale Spettacolo e Cultura