Manifestazione Regionale in Calabria – Cosenza, sabato 10 maggio
MO BASTA SPECULARE SUI RIFIUTI
Per una diversa gestione pubblica e
partecipata, in difesa di salute e ambiente, MO BASTA SPECULARE SUI RIFIUTI!
Teniamo a cuore i nostri Territori !
E’ sempre un buon momento per far valere le ragioni collettive
contro quelle di pochi speculatori. Dopo diciassette anni di emergenza e regimi
commissariali, la problematica del ciclo dei
rifiuti è così intimamente legata a questioni ambientali, economiche e
sanitarie, che non c’è più bisogno di un momento significativo per rivendicare
il diritto di poter vivere in un territorio salubre e gestito con criteri di
trasparenza e partecipazione.
La gestione in emergenza dei rifiuti ha avuto, come
conseguenze, un indebitamento progressivo degli enti pubblici, l’inquinamento
sistematico del territorio, spesso divenuto insalubre e inadatto alle attività
umane e animali. Il consolidarsi ed il reiterarsi all’infinito di una
situazione problematica alla quale non si trovano, e non si vogliono trovare,
altre soluzioni che non siano l’apertura di nuove discariche, l’ampliamento di
quelle esistenti (o non meglio identificati centri di stoccaggio), il
conferimento all’estero e l’incenerimento, determinando costi sempre crescenti.
Costi che diventano addirittura insostenibili in periodo di crisi di sistema
come quella che stiamo vivendo, nella quale lo stesso processo di
indebitamento delle pubbliche amministrazioni
produce un costante inasprimento delle politiche di austerity. La gestione,
palesemente clientelare del territorio, viene pagata cara anche in termini di
agibilità democratica della popolazione che, sempre in ragione dell’emergenza,
si vede volutamente privata della propria capacità di esercitare e far valere
il diritto alla salute e all’abitare il proprio territorio.
Un progressivo consumo di suolo riduce non solo gli
spazi agricoli ma anche le prospettive economiche future, disincentivando gli
investimenti di energie nella terra, con pesanti ripercussioni sui lavoratori
del settore agricolo, ittico e turistico, provocando abbandono e spopolamento.
Il debito ambientale che stiamo contraendo, vista
la superficialità con la quale vengono rilasciate autorizzazioni e permessi,
diventa insopportabile per noi ma soprattutto da chi verrà dopo di noi; in ogni
provincia ci sono porzioni di territorio compromesse dagli esiti di
conferimenti illegali in discariche – spesso non a norma e ripetutamente
sottoposte a sequestro giudiziario – il tutto aggravato da provvedimenti
normativi straordinari che consentono di smaltire il rifiuto non trattato,
sempre in nome di un’emergenza, ultradecennale e ciclica, che giustifica
l’eccezionalità e l’urgenza di tali provvedimenti.
E’ chiaro che le cose così non possono e non devono
continuare; bisogna andare nella direzione di un progressivo abbandono del
sistema discarica-inceneritore, dell’attuazione della raccolta differenziata
spinta porta a porta in ogni comune,un sistema di gestione ispirato quindi alla
strategia “Rifiuti Zero”.
Rimettere la gestione in mano ad aziende speciali
che attendono al diritto pubblico, sfiduciando una volta per tutte la favola de
“il privato conviene”, perché è nello sfacelo che viviamo la migliore prova del
fallimento di questo sistema. Nel conto finale devono essere annoverati anche
gli interramenti, le discariche abusive e gli affondamenti “anomali”, tra
ferriti di zinco, fanghi tossici, scorie radioattive e sostanze cancerogene
d’ogni sorta di provenienza ignota, o troppo nota, la terra calabra in
particolare e il meridione in generale, si presenta come un territorio
bisognoso di urgenti e improcrastinabili bonifiche.
Davanti ad un tale scenario, chiediamo che si
restituisca dignità al territorio e a chi lo vive; il rispetto della volontà
popolare che ha sancito con il referendum del 2011, la gestione pubblica dei
beni comuni e dei servizi a rilevanza collettiva; l’introduzione di forme di
trasparenza e partecipazione diretta della popolazione nelle scelte più
delicate, la desecretazione di tutti gli atti della “Commissione parlamentare
sul ciclo di rifiuti” che riguardano la nostra regione e la formazione di un
registro tumori regionale con localizzazione dei rilevamenti su scala comunale.
Non lanciamo appelli alla politica, onde evitare di
cadere nel ridicolo. Diciamo invece apertamente che chiunque aspiri ad
amministrare i nostri territori, dai sindaci fino al ‘governatore’, deve mettere
al primo posto la messa in sicurezza dei siti contaminati, la gestione pubblica
dei servizi, la trasparenza e la partecipazione popolare.
Le persone non sono cieche e lo hanno dimostrato in
questi ultimi tempi, nei quali l’esasperazione ha fatto si che si formassero
comitati spontanei che sono poi riusciti a inceppare il meccanismo di
aggressione e speculazione presente fuori dalla porta di casa.
Proprio da queste esperienze nasce l’esigenza di
una mobilitazione per ristabilire i principi base di un agire democratico.
Rete Difesa del territorio - Franco Nisticò
Info e adesioni www.difendiamolacalabria.org