Fonte: RaiNews24 27.11.09

Alcoa, scontri con la polizia

Interviene Scajola: c’è l’accordo. Ritirata la cassa integrazione. I sindacati: futuro meno nero

27 / 11 / 2009


VENEZIA - Il primo contat­to tra operai e poliziotti è avve­nuto di fronte all’ambasciata americana, a due passi dalla se­de del ministero per lo Svilup­po economico. Quasi tremila metalmeccanici, per la maggior parte di Alcoa ma molti anche dell’indotto, hanno cercato di forzare il cordone della polizia dando origine a una serie di scontri che si sono conclusi con un operaio in ospedale a causa di una manganellata sul viso e un poliziotto contuso con un colpo di megafono.

Gli scontri La tensione è rimasta altissi­ma per tutto il pomeriggio, con insulti e anche lanci di sassi ver­so la polizia, fino a quando, do­po sei ore di trattative con i ver­tici della multinazionale e con il ministro Claudio Scajola, i sin­dacati hanno finalmente annun­ciato che il gigante americano dell’alluminio ha deciso di riti­rare la procedura di cassa inte­grazione per i 125 operai di Fu­sina e per i 500 di Portovesme e riprendere così le attività pro­duttive negli stabilimenti di pri­mario. «E’ stata una giornata po­sitiva — commenta Diego Pa­nisson della Uilm — il governo si è impegnato a trovare una so­luzione per il prezzo dell’ener­gia».

La soluzione Anche se la soluzione defini­tiva è stata rimandata al 9 di di­cembre, data di convocazione del prossimo tavolo tecnico, il ministro dello Sviluppo Clau­dio Scajola intervenuto all’as­semblea solo nel tardo pomerig­gio su richiesta dei suoi delega­ti, ha assicurato che il governo troverà una soluzione compati­bile con le normative europee sugli gli aiuti di stato per con­sentire ad Alcoa di pagare le for­niture di energia elettrica 30 eu­ro al megawatt e non più 68 co­me adesso. La decisione di chiudere gli impianti di Fusina e Portove­sme era infatti arrivata dopo una condanna di Bruxelles a 300 milioni di euro (più gli inte­ressi) per falsa concorrenza e aiuti di stato che aveva anche ri­stabilito le tariffe di Alcoa al prezzo pieno. Prezzi insostenibi­li secondo la multinazionale perché l’elettricità rappresenta il 35 per cento dei costi di pro­duzione dell’alluminio. A spin­gere il governo a cercare una so­luzione per le grandi industrie «energivore» a cui sarà consen­tito di acquistare elettricità dal resto d’Europa — dove l’ener­gia costa circa 20 euro al me­gawatt — anche la pressione esercitata dagli enti locali.

Schierati in forze La Regione veneto ha infatti schierato nella capitale il vice­presidente Franco Manzato e gli assessori Vendemiano Sar­tor e Renzo Marangon, la Pro­vincia gli assessori Paolino D’anna e Massimiliano Malaspi­na e il Comune di Venezia l'as­sessore Laura Fincato. «Il governo si è finalmente assunto la responsabilità di una soluzione — aggiunge Giorgio Molin della Fiom che nel pome­riggio ha dovuto lasciare la trat­tativa per calmare gli operai che aspettavano fuori dal mini­stero e che minacciavano di non muoversi fino al ritiro del­la cassa integrazione — E’ un impegno preciso». Oggi pome­riggio infatti i sindacati e le Rsu incontreranno in assemblea i la­voratori di Alcoa per informarli nel dettaglio della soluzione tro­vata per il mantenimento del­­l’attività produttiva e quindi an­nullare la decisione di occupare la fabbrica in segno di protesta. «C’è ancora un po’ di cautela— sottolinea Gianni Fanecco della Fim — ma la posizione del go­verno è radicalmente mutata ri­spetto ai precedenti incontri quindi siamo ottimisti».

Tavolo permanente Senza l’esito positivo del ta­volo tra due giorni i forni di Alcoa Fusina sarebbero stati spenti, perché fino a due giorni fa la soluzione sembrava possi­bile solo per gli impianti della Sardegna. «Il governo dovrà creare condizioni favorevoli per il mantenimento delle attivi­tà di Alcoa — conclude il segre­tario provinciale della Lega Cor­rado Callegari intervenuto al ta­volo ministeriale — vigileremo perché non ci sia alcuna dispari­tà di trattamento tra gli stabili­menti ». Con l’incontro di ieri è nato inoltre un tavolo permanente di consultazione che consenti­rà di mettere a punto le succes­sive strategie da adottare nei confronti della Commissione europea per evitare che altre condanne possano portare alla chiusura di impianti industriali strategici. Alessio Antonini

Roma - Scontri al corteo Alcoa