Ci giunge notizia e leggiamo, a conferma, sulla stampa di oggi, del blocco sull’A21 di un veicolo dov’erano stipati 34 kurdi in fuga dall’inferno iracheno, portati in Questura per essere interrogati, identificati e successivamente espulsi.
Verso dove non si sa!
Tra loro, vi erano anche due minorenni che, presumibilmente, si trovano in qualche centro di accoglienza. Anche qui nulla è dato sapere con certezza!
Da “La Stampa”, apprendiamo che è intervenuta la Protezione civile e la Croce Rossa che li ha rifocillati.
Detto questo, si impongono alcune valutazioni politiche in merito alla vicenda, che sono d’obbligo:
1) non è stata interessata, ne’ coinvolta la nostra associazione onlus “Verso il Kurdistan”, una realtà esistente da anni in Provincia, che si è sempre occupata di queste vicende legate a protezione umanitaria e assistenza ai profughi e ai rifugiati, perché di questo si tratta: i kurdi che, come in questo caso, scappano dalla guerra, dagli attentati e dalla miseria in un paese che galleggia letteralmente sul petrolio, non sono clandestini, ma persone, esseri umani che, in base alle leggi e a tutte le convenzioni internazionali, hanno diritto all’asilo politico nel Paese dell’area Schengen di primo “approdo” (ovviamente, in senso figurato);
2) la seconda questione si riallaccia alla prima e riguarda appunto la mancata richiesta di asilo politico a cui i kurdi avevano diritto e che noi avremmo sicuramente suggerito loro di fare.
Cosi’ insieme al danno anche la beffa: in base alle nuove disposizioni del decreto legge del Governo, entrate in vigore il 5 novembre del corrente anno, avendo i kurdi ricevuto un decreto di espulsione e qualora volessero presentare domanda di asilo politico, verrebbero sicuramente internati per un periodo di tempo variabile ed indeterminato in un CPT, privandoli cosi’ di diritti fondamentali: in fuga dalla guerra di Kirkuk e Mosul, nel Kurdistan iracheno, fino ad una specie di galera dell’ “accogliente” Europa!
Alla faccia della protezione umanitaria e di quant' altro...
Per l'associazione onlus Verso il Kurdistan
Antonio Olivieri
Link
www.versoilkurdistan.blogspot.com
Verso dove non si sa!
Tra loro, vi erano anche due minorenni che, presumibilmente, si trovano in qualche centro di accoglienza. Anche qui nulla è dato sapere con certezza!
Da “La Stampa”, apprendiamo che è intervenuta la Protezione civile e la Croce Rossa che li ha rifocillati.
Detto questo, si impongono alcune valutazioni politiche in merito alla vicenda, che sono d’obbligo:
1) non è stata interessata, ne’ coinvolta la nostra associazione onlus “Verso il Kurdistan”, una realtà esistente da anni in Provincia, che si è sempre occupata di queste vicende legate a protezione umanitaria e assistenza ai profughi e ai rifugiati, perché di questo si tratta: i kurdi che, come in questo caso, scappano dalla guerra, dagli attentati e dalla miseria in un paese che galleggia letteralmente sul petrolio, non sono clandestini, ma persone, esseri umani che, in base alle leggi e a tutte le convenzioni internazionali, hanno diritto all’asilo politico nel Paese dell’area Schengen di primo “approdo” (ovviamente, in senso figurato);
2) la seconda questione si riallaccia alla prima e riguarda appunto la mancata richiesta di asilo politico a cui i kurdi avevano diritto e che noi avremmo sicuramente suggerito loro di fare.
Cosi’ insieme al danno anche la beffa: in base alle nuove disposizioni del decreto legge del Governo, entrate in vigore il 5 novembre del corrente anno, avendo i kurdi ricevuto un decreto di espulsione e qualora volessero presentare domanda di asilo politico, verrebbero sicuramente internati per un periodo di tempo variabile ed indeterminato in un CPT, privandoli cosi’ di diritti fondamentali: in fuga dalla guerra di Kirkuk e Mosul, nel Kurdistan iracheno, fino ad una specie di galera dell’ “accogliente” Europa!
Alla faccia della protezione umanitaria e di quant' altro...
Per l'associazione onlus Verso il Kurdistan
Antonio Olivieri
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