"Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e
fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando,
seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono
d'infamare col marchio di briganti"
A. Gramsci
Questa notte molte delle vie, delle piazze e delle
arterie principali della città di Napoli hanno cambiato nome. Una
“sostituzione” dal basso che rivendica la specificità del popolo napoletano e
meridionale in una data tutt’altro che casuale.
Oggi 7 settembre, si festeggia
l’ingresso di Giuseppe Garibaldi ed i suoi mille nella città di Napoli. Da lì a
poco con il vergognoso patto di Teano con i piemontesi di Cavour, il Meridione
veniva condannato a 150 anni di subalternità. Una subalternità economica e sociale,
una soggiogazione colonialista che si è espressa in termini culturali e
biopolitici. Con questa data cominciano a Napoli i festeggiamenti per i 150
anni dell’Unità d’Italia, festeggiamenti che dureranno un anno e che vedranno
la nostra mobilitazione per ricordare che quella bandiera per il Sud non solo
non ha mai trovato posto, ma la sublaternità in cui c’hanno costretti è lunga
150 anni.
Abbiamo cambiato la toponomastica a strade e piazze che sono il simbolo
dell’avvio di quel processo di colonizzazione avviato proprio con l’Unità
d’Italia.
I nomi di Garibaldi, Umberto I, Vittorio Emanuele, hanno lasciato il
posto ai nomi di veri eroi meridionali come Michela De Cesare e Nicola Summa,
briganti che difesero la loro terra, oppure Peppino Impastato ed i martiri di
Pontelandolfo.
Oggi piu’ che mai , davanti al governo del Nord che ha assunto la sublaternità
del Mezzogiorno pienamente nella pianificazione economica, c’e’ bisogno che la
specificità meridionalista si tramuti in liberazione dal basso. Un processo di
costruzione di una identità meridionale di carattere sociale, popolare , che
parta da quelle esperienze di autonomia, solidarietà e autogoverno che il
mezzogiorno c’ha consegnato.
Un blitz “creativo” e comunicativo, che per un giorno vede le strade della
nostra città riprendersi una dignità ed un protagonismo fuori da ogni logica
subalterna. Piu’ che il tricolore abbiamo preferito installare la bandiera
Padana in alcune delle piazze che portano il nome di personaggi di casa Savoia
per segnalare quella continuità dei governi del nord antimeridionali.
L’iniziativa di questa notte è solo l’apertura di una campagna che attraverserà
tutto il Sud e che vede il protagonismo di tante realtà di lotta, centri
sociali, comitati di base, realtà dell’associazionismo disponibili ad assumere
l’anno di celebrazioni per l’Unità d’Italia come un percorso di denuncia,
conflitto e restituzione non solo e non tanto di una verità storica, ma di una
opzione politica attuale e possibile.
Laboratorio Insurgencia
"nun ce ne fotte d'un re borbone, a terra è nostra e nun s'adda tuccà" Briganti se more
Elenco delle vie e piazze che hanno cambiato nome :
- Piazza Plebiscito in Vittime del massacro di Pontelandolfo
14 agosto 1861, l'esercito dei savoia compie una vera e propria strage in alcuni paesi del sannio.Ponte, Casalduni e Pontelandolfo. Centinaia di cittadini che resistevano all'esercito piemontese vengono trucidati.
- Piazza Trieste e Trento in Piazza Magna Grecia
-
Piazza Garibaldi in Piazza Michela De Cesare
Michela De Cesare , capo brigantessa uccisa dai piemontesi nel 1868
-
Galleria Umberto I in Galleria del Mediterraneo
- Corso Vittorio Emanuele in Via Peppino Impastato
Giuseppe Impastato, antifascista, comunista, ucciso dalla mafia nel
1978
- Corso
Umberto in Via Giuseppe Nicola Summa
Brigante, ucciso dai sabaudi nel 1864
- Piazza Cavour in Piazza dei partigiani del sud
- Piazza VII Settembre in Piazza Annibale