Ambiente, reddito e caro-bollette: lo sciopero generale contro la "ripartenza" neoliberale del governo Draghi

11 / 10 / 2021

Altissima adesione in tutti i settori e migliaia di persone che hanno partecipato a picchetti, presidi e cortei in tutta Italia. È questo il bilancio dello sciopero di 24 ore lanciato dalle sigle del sindacato di base, che aveva come obiettivo quello di contestare apertamente la “ripartenza” in salsa neoliberale imposta dal governo Draghi. Sblocco dei licenziamenti e degli sfratti; aumento delle bollette e di tutta la tassazione indiretta come “costo sociale” per la transizione energetica; tagli a sanità, servizi, scuola e welfare: questi i principali punti su cui si sono concentrate le mobilitazioni.

In Veneto manifestazioni in tre città, lanciate da Adl Cobas.

A Mestre, dopo il ritrovo a Piazzale Cialdini, ai sindacati di base è stato impedito di raggiungere il municipio nonostante il corteo fosse stato precedentemente autorizzato. Il divieto è arrivato in seguito alla dichiarazione da parte degli studenti e delle studentesse presenti al concentramento di volersi unire ai lavoratori per raggiungere insieme il municipio prima di proseguire verso il provveditorato. A fronte di ciò, i sindacati di base hanno deciso di proseguire insieme alla composizione studentesca e di non staccarsi per dimostrare la reciproca solidarietà tra le istanze dei sindacati di base e quelle della composizione studentesca.

Il corteo si è quindi diretto verso l'ufficio regionale all'istruzione: una marcia per denunciare la mancanza cronica di investimenti nella scuola e l'inadeguatezza dei programmi scolastici in relazione ad alcuni dei temi più attuali e dirimenti. Edilizia scolastica e mezzi di trasporto sono la cifra più evidente del disinteresse delle istituzioni per le scuole, ma oltre a ciò viene denunciata l'assenza di programmi sull'educazione ambientale e sessuale.

A Padova in centinaia hanno partecipato al corteo sindacale, che dal piazzale della stazione ha raggiunto la Prefettura. «Non c’è giustizia climatica senza giustizia sociale», la frase scritta nello striscione di testa sancisce ancora una volta la necessità di intrecciare le istanze operaie con quelle ambientalisti. Diversi interventi rimarcano infatti l’internità della piazza di oggi alla battaglia cittadina per la chiusura dell’inceneritore.

Tra gli altri interventi degni di nota, quello di uno storico delegato dell’Adl che, rispetto all’assalto fascista alla sede nazionale della Cgil, afferma quanto sia importante lottare contro quelle forze reazionarie che mirano scientemente a rompere l’unità della classe lavoratrice. Contemporaneamente al corteo, davanti alla sede di Busitalia, si è svolta un’assemblea dei lavoratori in mobilitazione.

A Verona la giornata si è aperta  con presidi davanti a GLS e Tnt ed è proseguita un presidio davanti alla sede di Agsm, che da qualche mese si è unita con l’AIM di Vicenza nella gestione delle bollette, che aveva come tema diritti sindacali, reddito, cambiamento climatico e aumento delle bollette.

«È ormai chiaro che misure del sostegno al reddito sono insufficienti e non garantite, il PNR non parla di welfare reale, non parla di finanziamenti alla sanità pubblica, non parla di un inversione di rotta dal punto di vista climatico». I numerosi interventi hanno ribadito che la riconversione ecologica la devono pagare i ricchi, la deve pagare chi ha inquinato e devastato il pianeta, non la cittadinanza, non i lavoratori e le lavoratrici. Nella tarda mattinata il presidente di Agsm ha incontrato una delegazione per discutere di questo.

Nel pomeriggio Adl Cobal ha lanciato una convergenza regionale davanti alla sede di Grafica Veneta, a Trebaseleghe (PD). L'azienda, a conoscenza dei meccanismi di caporalato vigenti nelle cooperative cui aveva appaltato alcune mansioni, si è rifiutata di assumere direttamente i 24 lavoratori per cui Adl Cobas aveva chiesto l'internalizzazione. Per questi 24 lavoratori al momento non c'è quindi prospettiva: senza lavoro, non hanno accesso a nessuna garanzia o ammortizzatore sociale e denunciano le condizioni di povertà cui sono costretti.

Il blocco dell'ingresso si è protratto per due ore, durante le quali è stato rallentato il flusso in entrata e uscita dei camion.

Nelle altre città

Grande partecipazione al corteo di Firenze, animato anche dai lavoratori di GKN. A Roma presidio davanti al ministero per lo sviluppo economico e un migliaio di persone in corteo da Piazza della Repubblica a Santi Apostoli. A Napoli sono stati bloccati gli accessi al porto, mentre a Milano Adl Cobas ha bloccato gli uffici dell'Enel in via Carducci.