Amburgo - La vendetta dei potenti. Arresti e feriti durante tutta la notte

9 / 7 / 2017

Cosa resta del summit dei “Grandi”, che come lo scorso G7 di Taormina, vede la comunità internazionale abbastanza compatta mentre gli Usa di Trump viaggiano su un altro binario?

Nessun passo indietro, come già noto, sugli accordi sul clima. La lotta al surriscaldamento globale si riduce ad un debole “tutti contro uno”, ma anche sul libero scambio e sul commercio internazionale ci sono state delle rotture. I leader affermano che manterranno "i mercati aperti" e intendono "combattere il protezionismo", una posizione che sarà comunque condizionata dalla citazione esplicita del legittimo ricorso a strumenti di difesa nazionali, quindi anche in questo caso bisognerà vedere come si comporterà effettivamente la Casa Bianca. 

Niente sul tema di flussi migratori, tante chiacchiere ma nessuna soluzione concreta, non si è parlato di corridoi umanitari bensì di controllo dei confini.

Quello di Amburgo è stato un vertice ricco di tensione, non solo all’interno delle sale in cui i grandi del mondo hanno discusso di diversi temi caldi, ma anche e soprattutto nelle strade della città tedesca.

Un vertice in crisi quello appena concluso, un vertice dei malumori che se all’interno dei grandi palazzi si è risolto con qualche fugace stretta di mano e qualche sorriso stiracchiato, nel resto della città non si è riuscito a contenere. 

Sono migliaia le persone che si sono riversate nell’ultima settimana nelle anse del fiume Elba, aggregandosi a creare un unico e grande corpo collettivo che aveva come unico obiettivo contrastare le decisioni prese e calate dall’alto dai potenti del mondo. A fronteggiarli un esagerato dispositivo securitario, che con un'escalation continua di violenze ha aggredito i manifestanti che hanno vissuto e colorato le strade e le piazze della città.

Non sono bastate le incursioni notturne nei quartieri amburghesi, non sono bastati gli idranti sui manifestanti, i pugni in faccia agli studenti e i fermi preventivi. I controlli e le perquisizioni agli attivisti venuti da tutta Europa sono continuati nella notte di ieri sera, a vertice concluso.

La polizia ha messo - al termine della grande manifestazione pomeridiana di ieri - in campo un apparato repressivo degno delle peggiori dittature. Una caccia all'uomo spietata, una crudele ritorsione che riflette la completa inadeguatezza della polizia nel reprimere l'eccedenza di migliaia di uomini e donne che si è data in questi giorni.

La caccia all'uomo è avvenuta soprattutto nei confronti di attivisti francesi, italiani e spagnoli. 

Un gruppo di attivisti dei centri sociali del Nord-Est  è stato fermato in Budapester Strasse - al di fuori della zona rossa e blu - con annesso controllo dei documenti e perquisizione. Un fermo, che non è "degenerato" solo perché ha avuto la "fortuna" di avvenire in una zona di passaggio, attirando la solidarietà da parte di centinaia di persone. La forza delle comunità solidali del tessuto cittadino probabilmente ha fatto da cuscinetto ad una situazione che poteva assumere caratteristiche ancora più pesanti.

L'irresponsabile e criminale gestione dell'ordine pubblico da parte delle autorità di polizia è andata avanti fino a tarda notte. Violenze contro manifestanti, soprattutto internazionali, e cittadini sono state il segno dell'atteggiamento nei confronti del dissenso. Una persona è rimasta ferita dopo l'investimento da parte di una camionetta delle forze speciali, dalla quale sarebbero usciti degli agenti per disperdere le persone accorse in soccorso del ferito. La polizia ha malmenato i passanti e successivamente li ha interrogati in ospedale.

Blindati ed uomini in assetto antisommossa hanno provato nuovamente ad attaccare il Rote Flora, ma sono stati respinti da blocchi di persone del quartiere.

I medici di strada e i paramedici hanno subito una forte restrizione delle loro attività sanitaria. Una donna che conduceva un'auto è stata forzatamente trascinata fuori dalla vettura assieme al suo passeggero e sbattuta a terra. In generale - nei pressi di Schanze e di St. Pauli - ci sono state violenze ed arresti indiscriminati. La polizia è anche entrata in una casa privata, minacciando con armi da fuoco, due medici che stavano assistendo dei feriti gravi. Si contano 290 arresti e centinaia di feriti.

Dei quindici italiani fermati ieri, sei sono stati rilasciati nella notte. Gli altri subiranno un processo per direttissima tra oggi e domani, senza che le autorità abbiano comunicato alcun capo d'accusa, neppure agli avvocati e al legal team. Tra questi anche tre compagni del centro sociale TPO di Bologna. 

Anche altri italiani sono trattenuti nelle carceri preventive già dalla notte tra giovedì e venerdì. Tra questi un giovanissimo attivista di Feltre (BL), in stato di arresto con l'accusa di "disturbo della quiete pubblica".

In mattinata si è svolta per le strade di Amburgo una manifestazione contro la repressione avvenuta in questi giorni, convocata da attivisti e comitati popolari cittadini.

I controlli si estendono anche al di fuori di Amburgo, in autostrada controlli certosini a tutti gli autobus che si dirigono verso altre città - come Berlino.

Di questo vertice nessuno vuole ammetterne in fallimento, il G20 si è concluso nel caos che ha condizionato una metropoli di due milioni di abitanti che è stata trasformata in una fortezza blindata: varie critiche, tanti e troppi errori, con cui dovranno per forza fare i conti.